È stata lanciata con successo la missione della NasaEuropa Clipper”, progettata per esplorare Europa, una delle lune ghiacciate di Giove. Gli scienziati ritengono che sotto la sua spessa crosta di ghiaccio si nasconda un vasto oceano di acqua liquida, che potrebbe potenzialmente ospitare forme di vita. Se così fosse, si tratterebbe di una delle scoperte più rivoluzionarie nella storia dell’esplorazione spaziale: la presenza di vita extraterrestre all’interno del nostro sistema solare.

La sonda affronterà un percorso di circa 5 anni e mezzo e percorrerà 3 miliardi di chilometri prima di arrivare alla sua destinazione. Durante il viaggio, effettuerà passaggi ravvicinati con Marte e la Terra per ottenere una spinta gravitazionale e raggiungere Europa nel 2030. Uno degli strumenti chiave della missione, sarà un radar capace di penetrare il ghiaccio, è stato sviluppato con un contributo scientifico italiano. Questo radar è il gemello di quello presente sulla sonda Juice dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata nel 2023 e attualmente in viaggio verso Giove. La missione effettuerà 49 sorvoli ravvicinati, arrivando fino a 25 chilometri dalla superficie di Europa. Questi passaggi permetteranno alla sonda di raccogliere dati cruciali per mappare la luna e valutare se esistono le condizioni per la vita sotto il ghiaccio. L’importanza di questa missione come dichiarato dalla vicedirettrice del Heliophysics Science Division della Nasa, Gina DiBraccio: “Mondi oceanici come Europa non sono solo unici perché potrebbero essere abitabili, ma potrebbero esserlo anche oggi”.

La sonda è stata lanciata senza intoppi alle 18,06 ora italiana dalla piattaforma 39A del Kennedy Space Center in Florida, a bordo di un razzo Falcon Heavy di SpaceX. La partenza era inizialmente prevista per il 10 ottobre, ma si è reso necessario un rinvio a causa del passaggio dell’uragano Milton. “La prospettiva di avere due missioni operative in tempi vicini nel sistema gioviano, con a bordo due radar finalmente in grado di svelare i misteri che si nascondono sotto la superficie di Europa, Ganimede e Callisto è estremamente affascinante”, ha dichiarato all’agenzia Ansa Lorenzo Bruzzone dell’Università di Trento, membro del team scientifico Esa-Nasa che aveva progettato la missione congiunta e i due radar. “Sarà possibile fare luce su uno degli aspetti che più hanno stimolato la fantasia dei ricercatori e dei planetologi di tutto il mondo. Occorrerà ancora un po’ di pazienza, ma a partire dal 2030 le nuove generazioni di ricercatori avranno davvero a disposizione un’enorme quantità di dati, capace di far compiere un notevole passo in avanti nella comprensione del Sistema Solare e di rivoluzionare le nostre conoscenze sulle possibilità di presenza di vita al suo interno”.

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