“Credo ci siano anche molti israeliani che non vogliono la guerra, dobbiamo convincere qualcuno in più che questa è una storia che deve finire“. Il ct della Nazionale, Luciano Spalletti, parlando al Tg1 alla vigilia della partita a Udine tra Italia e Israele, valida per il girone di Nations League, lascia per un attimo le questioni di campo e affronta il tema della situazione in Medio Oriente. Il clima in cui si gioca il match – fischio d’inizio oggi alle ore 20:45 al Bluenergy Stadium – è quanto meno testo. Per via delle impressionanti misure di sicurezza, magari per via degli sviluppi che la guerra ha portato negli ultimi giorni, con gli attacchi di Israele anche alle postazioni italiane dell’Unifil.

“Mi sono trovato benissimo qui a Udine quando ho avuto la possibilità di lavorarci. È una città civilissima, sono contento di disputare questa partita in questo stadio, ma avrei sperato in un clima migliore“, ha sottolineato lo stesso Spalletti in conferenza stampa. Allo stadio non ci sarà il clima di festa che, generalmente, accompagna gli Azzurri in ogni partita. Sono solo 11.700 i biglietti staccati. Il ct ha poi espresso l’auspicio della “pace in questo pezzo di terra”, riferendosi nuovamente alla situazione in Medioriente.

Il ct di Israele, Ran Ben Shimon, ha commentato così: “La situazione in Israele non è facile e giocare a calcio in giorni come questi è molto difficile, ma abbiamo il privilegio di giocare per la gente e cercare di renderla felice e orgogliosa. Dobbiamo concentrarci solo sulla partita e nient’altro, è il nostro lavoro”. Il calcio per ora resta sullo sfondo. Ma guardando al campo per l’Italia l’obiettivo sono semplicemente i 3 punti, che permetterebbero di rimanere in testa al girone di Nations League e avere di conseguenza un buon sorteggio, almeno sulla carta, per le qualificazioni ai prossimi Mondiali.

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