La giudice per le indagini preliminari di Milano, Rossana Mongiardo, condividendo le argomentazioni della procura, ha archiviato la posizione Luigi Cajazzo e Giulio Gallera, all’epoca dei fatti rispettivamente dg Welfare e assessore Welfare di Regione Lombardia, indagati per rifiuto di atti d’ufficio per una serie di adempimenti richiesti dal piano pandemico nazionale e regionale.

Come già evidenziato dal tribunale di Brescia, che ha poi trasmesso alla procura meneghina gli atti per competenza e che era stati ricevuti dalla procura di Bergamo, “non può ritenersi indebita la mancata adozione di atti e provvedimenti attuativi del piano endemico nazionale e regionale che, come emerso dalle complesse indagini svolte, sarebbero comunque risultati inidonei, nel caso specifico, a fronteggiare un’epidemia di livello mondiale, tale da suggerire, di predisporre un nuovo piano con misure più incisive”.

La decisione di attivare o meno il piano pandemico nazionale “era del tutto rimessa alla valutazione discrezionale del governo, anche perché l’accordo Stato/Regioni – con cui era stato adottato il suddetto Piano pandemico nazionale – costituisce una fonte normativa secondaria e, come tale non giuridicamente vincolante”. Sotto il profilo soggettivo, “deve ritenersi insussistente il dolo richiesto dalla fattispecie incriminatrice in esame, essendo emerso, al contrario, che i protagonisti della presente vicenda, tra cui gli odierni indagati, ebbero ad attivarsi al fine di scongiurare i rischi derivanti da un evento, imprevisto ed imprevedibile, di siffatta portata e foriero di letali conseguenze in ambito mondiale” conclude la gip Mongiardo.

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