Giustizia & Impunità

Ruby ter, la Cassazione dispone processo d’appello per corruzione. Annullate venti assoluzioni, prescritta la falsa testimonianza

La decisione era prevista dal 5 marzo scorso, ma le udienze erano saltate per lo sciopero degli avvocati e poi c’era stata la naturale pausa estiva. Ma era un verdetto molto atteso quello della Cassazione sul processo Ruby ter, ovvero il terzo filone delle “cene eleganti”. Perché dopo le assoluzioni di primo grado, arrivate per […]

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La decisione era prevista dal 5 marzo scorso, ma le udienze erano saltate per lo sciopero degli avvocati e poi c’era stata la naturale pausa estiva. Ma era un verdetto molto atteso quello della Cassazione sul processo Ruby ter, ovvero il terzo filone delle “cene eleganti”. Perché dopo le assoluzioni di primo grado, arrivate per una contrastata interpretazione di legge, la procura di Milano aveva proposto ricorso direttamente alla Suprema corte. E oggi gli ermellini hanno disposto un processo d’appello per corruzione nell’ambito del procedimento in cui si contesta a una serie di persone di aver testimoniato il falso su quanto accadeva alle serate organizzate ad Arcore dall’allora padrone di casa, presidente del Consiglio e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. In cambio del silenzio, questa l’ipotesi dell’accusa, i testimoni avrebbero ricevuto soldi e case. Oggi i magistrati romani ha disposto un processo di appello a Milano per una ventina di imputati ed è stata dichiarata prescritta l’accusa di falsa testimonianza per tutti. Accusa di riciclaggio caduta per Luca Risso, all’epoca dei fatti fidanzato di Ruby per il quale è stato dichiarato inammissibile il ricorso.

Storia del processo – Il 15 febbraio 2023 il Tribunale aveva assolto 25 imputati tra cui Silvio Berlusconi e la stessa Karima “Ruby” el Mahroug in virtù di una ordinanza, era il 3 novembre 2021, che aveva annullato i verbali delle ospiti: erano stati dichiarati nulli i verbali di 19 testimoni del processo Ruby e Ruby bis. “Il fatto non sussiste” avevano decretato i magistrati della VII sezione penale del Tribunale di Milano. Di fatto un verdetto in parte già scritto da quando erano state “stracciate” le dichiarazioni delle giovani donne ospiti ad Arcore.

Tutte poi imputate nel terzo filone del caso per corruzione in atti giudiziari e falsa testimonianza. Ed è così che 26 imputati erano stati riconosciuti non responsabili dei reati contestati a vario titolo e per altri tre era scattata la prescrizione. Assolto quindi l’ex premier Silvio Berlusconi, imputato di corruzione in atti giudiziari e gli altri 25 accusati, tra cui Karima “Ruby” el Mahroug. Non colpevoli l’ex fidanzato Luca Risso (anche riciclaggio), l’ex avvocato Luca Giuliante (presunto intermediario tra Ruby e Berlusconi), il giornalista Carlo Rosella (falsa testimonianza). Per tre posizioni, quelle di Simonetta Losi (moglie del pianista Danilo Mariani, condannato per falsa testimonianza a Siena), Giorgio Puricelli (ex fisioterapista del Milan, ndr) e dell’ex parlamentare Maria Rosaria Rossi, i magistrati avevano dichiarato l’estinzione della falsa testimonianza per intervenuta prescrizione. Come per il solo reato di calunnia contestato per Roberta Bonasia, ex infermiera, assolta anche lei per il resto delle contestazioni. Il verdetto era arrivato al termine di un procedimento durato otto anni e caratterizzato da molte anomalie.

Il motivo delle assoluzioni – Le assoluzioni, che aveva riguardato anche l’ex fidanzato di Ruby, Luca Risso, erano state decise, come spiegato dai giudici della settima penale di Milano, per una interpretazione giuridica relativa alle ragazze sentite nei due processi milanesi sul caso Ruby più di dieci anni fa come testi semplici. Per tre posizioni, quelle di Simonetta Losi (moglie del pianista Danilo Mariani, condannato per falsa testimonianza a Siena), Giorgio Puricelli (ex fisioterapista del Milan, ndr) e dell’ex parlamentare Maria Rosaria Rossi, i magistrati avevano dichiarato l’estinzione della falsa testimonianza per intervenuta prescrizione. Come per il solo reato di calunnia contestato per Roberta Bonasia, ex infermiera, assolta anche lei per il resto delle contestazioni.

Il ricorso dei pm – La procura di Milano aveva presentato un ricorso per saltum proprio perché gli ermellini decidessero nel merito della questione giuridica. Per la procuratrice aggiunta di Milano, Tiziana Siciliano, e il pm Luca Gaglio il Tribunale aveva commesso un “errore” quando ha considerato inutilizzabili le dichiarazioni delle testimoni nel processo Ruby ter provocando di fatto una sentenza di assoluzione; era stata, secondo i pubblici ministeri, quella decisione a causare “effetti sostanziali distorsivi” sul dibattimento. A un giorno dalla scadenza termini la procura di Milano aveva depositato in Cassazione, come anticipato dal FattoQuotidiano, il ricorso contro il verdetto degli imputati nel processo per corruzione in atti giudiziari. Un’impugnazione rara e insolita quella che permette il salto del processo d’appello per andare a discutere direttamente la legittimità.

Stando al ricorso il Tribunale aveva “per errore” deciso “l’abrogazione di fatto di un reato particolarmente grave”. La “offerta di denaro a un dichiarante nel procedimento penale è sempre e comunque illecita”, hanno scritto i pm. Secondo giurisprudenza, poi, le ragazze erano già testimoni “dal 23 novembre 2011”, ovvero da quando era stata emessa l’ordinanza di ammissione delle prove, tra cui quelle testimoniali, nel processo Ruby 1. Erano “pubblici ufficiali”, quindi, già da mesi prima che si sedessero sul banco dei testimoni. E per la Procura anche l’accordo “corruttivo” tra Berlusconi e loro c’era già stato.

In Cassazione – Il pg della Suprema Corte, a giugno, aveva chiesto l’annullamento di quella sentenza e un nuovo processo per le accuse di corruzione in atti giudiziari e l’annullamento senza rinvio per l’accusa di falsa testimonianza perché il fatto non è punibile. Nel motivare la richiesta il procuratore generale Roberto Aniello aveva spiegato che l’audizione degli imputati “allorché illegittima non incide sulla qualità dell’esercizio di fatto della pubblica funzione e li rende punibili per l’accusa di corruzione in atti giudiziari“. Silvio Berlusconi ovviamente non è più imputato in quanto deceduto.

Gli imputati – Gli imputati, per cui i giudici della VI sezione penale della Corte di Cassazione hanno annullato con rinvio, disponendo di fatto un processo d’appello per corruzione sono: Ioana Amarghioale, Lisney Barizonte, Iris Berardi, Francesca Cipriani, le gemelle Concetta ed Eleonora De Vivo, “Karima Ruby” El Mahrough, Barbara Faggioli, Manuela e Marianna Ferrera, Maria Esther Garcia Polanco, Barbara Guerra, Luca Giuliante, Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Silvia Trevaini, Iona Visan, Aris Leida Espinosa, Giovanna Rigato, Giovanna Rigato, Elisa Toti, Roberta Bonasia e Miriam Loddo. I supremi giudici hanno annullato senza rinvio l’altro reato, la falsa testimonianza, per prescrizione certificando che il reato è stato commesso ma è passato troppo tempo perché possa essere perseguito. In questo caso l’annullamento del verdetto di primo grado riguarda: Ioana Amarghioale, Lisney Barizonte, Francesca Cipriani, Concetta ed Eleonora De Vivo, Karima El Mahrough, Barbara Faggioli, Manuela e Marianna Ferrera, Maria Esther Garcia Polanco, Barbara Guerra, l’ex compagno della Ruby, Luca Risso, Raissa Skorkina, Alessandra Sorcinelli, Silvia Trevaini, Iona Visan, Aris Leida Espinosa, Giovanna Rigato, Elisa Toti, Miriam Loddo, Roberta Bonasia.

Polanco – “Non è ancora finita; Berlusconi è morto, ma adesso il processo è mio. Pensavo non andasse così, lui è assolto e io rischio di essere condannata. Com’è possibile?” dice Polanco. La donna, che in passato aveva dichiarato che Berlusconi aveva fatto sesso con la 17enne Ruby salvò poi non ripetere in aula queste affermazioni, aveva promesso di ‘vuotare il sacco’ dopo il 20 marzo scorso, data in cui si doveva discuterà in Cassazione il ricorso della Procura di Milano contro il verdetto di assoluzione di tutti gli imputati nel processo. “Dopo parlerò. Adesso siamo ancora sotto processo”. E ora la Suprema corte si è espressa.

I pm – “Siamo soddisfatti della conferma così autorevole della correttezza della nostra interpretazione giuridica, così come siamo fiduciosi, con tali presupposti, sull’esito del nuovo processo che verrà celebrato – ha spiegato la procuratrice aggiunta di Milano Tiziana Siciliano, che con il pm Luca Gaglio ha coordinato le indagini – C’era un nodo processuale che andava sciolto, solo la Corte di Cassazione avrebbe potuto fornire una risposta certa sul tema. È stato consequenziale farvi ricorso direttamente rinunciando al giudizio d’appello”.