Modificare la legge che disciplina l’istituzione della commissione Antimafia e prevedere l’esclusione dei parlamentari in presunto conflitto d’interessi. È questa la proposta avanzata da Chiara Colosimo durante l’ufficio di presidenza di Palazzo San Macuto. La riunione era stata convocata per discutere della vicenda che riguarda Roberto Scarpinato, senatore del Movimento 5 stelle. L’ex procuratore generale di Palermo, infatti, è stato intercettato insieme all’ex pm Gioacchino Natoli, sotto inchiesta per favoreggiamento alla mafia a Caltanissetta. I due magistrati in pensione sono stati registrati mentre discutevano dell’audizione di Natoli proprio davanti commissione Antimafia. Il testo di quegli ascolti è stato inviato dalla procura guidata da Salvatore de Luca a Colosimo, il 5 settembre scorso.
Dopo la pubblicazione di una parte del loro contenuto sul quotidiano La Verità, la destra è andata all’attacco del senatore del Movimento 5 stelle e la questione è finita sul tavolo dell’ufficio di presidenza. Ed è in quella sede che la presidente dell’Antimafia ha avanzato un’ipotesi di modifica, che contiene un’apposita disciplina per i casi di incompatibilità dei singoli commissari in relazione a specifiche indagini dell’organo parlamentare. In pratica si dispone l’astensione della partecipazione ai lavori dei componenti di San Macuto, quando dovesse emergere un profilo d’incompatibilità. Prevista anche l’astensione dalla consultazione di documentazione che riguarda gli atti di specifiche inchieste. Per gli esponenti dei 5 stelle è evidentente, in questo caso, il riferimento al caso di Scarpinato ma pure a quello di Federico Cafiero De Raho, deputato del Movimento, che era alla guida della Procura nazionale Antimafia quando il finanziere Pasquale Striano accedeva in modo illecito – secondo la procura di Perugia – al database di via Giulia. Per questo motivo, nei mesi scorsi, esponenti del centrodestra e di Italia viva avevano chiesto l’astensione di De Raho dai lavori di San Macuto, dove ricopre l’incarico di vicepresidente. “Quando lei predicava la lotta alla mafia intendeva dire facciamo la guerra ai campioni dell’antimafia come De Raho e Scarpinato. La smetta”, ha detto Giuseppe Conte rivolto a Giorgia Meloni, replicando alla Camera alle comunicazioni della premier in vista del prossimo Consiglio europeo.
È però la vicenda che riguarda Scarpinato che è stata ripercorsa oggi in Commissione. La voce dell’esponente dei 5 stelle è stata registrata dalla microspia piazzata nello studio di Natoli. Secondo la procura di Caltanissetta si tratta d’intercettazioni “casuali”: essendo un senatore, infatti, l’ex pg di Palermo è protetto dall’articolo 68 della Costituzione. Senza considerare che il nome di Scarpinato doveva comunque essere omissato dalle intercettazioni, essendo una terza persona non indagata nell’inchiesta: a prevederlo è una riforma voluta dal guardasigilli Carlo Nordio e approvata proprio da questa maggioranza. Basandosi su questi due elementi Scarpinato ha chiesto a Colosimo di restituire le intercettazioni a Caltanissetta e chiedere alla procura “di volere provvedere ad una nuova trasmissione alla Commissione delle predette intercettazioni solo dopo il deposito degli atti ai sensi dell’art. 415-bis c.p.p. o comunque dopo l’esaurimento da parte del giudice delle indagini preliminari della selezione delle intercettazioni rilevanti per le indagini” e “in subordine agli stessi fini si chiede il prolungamento della segretazione da parte di questa Presidenza ed il conseguente divieto di accesso dei componenti della Commissione agli atti trasmessi, sino al deposito degli atti ai sensi dell’articolo 415 c.p.p. da parte della Procura della Repubblica di Caltanissetta”. Insomma, il senatore dei 5 stelle ha chiesto alla presidente di San Macuto di gestire l’accesso agli ascolti secondo le norme del codice. Richiesta che, però, è stata respinta. Secondo le agenzie di stampa gli atti saranno invece diffusi ai membri della commissione seppure in regime di segretezza. Su questo fronte, visto il coinvolgimento di un senatore, Colosimo aveva chiesto già nelle scorse settimane un parere tecnico agli uffici tecnici del Parlamento.
In attesa di capire cosa ne sarà degli ascolti che coinvolgono Scarpinato, la presidente di San Macuto ha avanzato la sua proposta di modifica, che sarà messa a disposizione degli altri commissari alla riunione del prossimo ufficio di presidenza per eventuali integrazioni. Successivamente sarà discussa e votata in commissione, prima di essere definitivamente approvata in Aula con il normale iter parlamentare. “Si può immaginare che il momento in cui una commissione d’inchiesta si dota di questa modifica a cascata lo faranno tutte le altre commissioni: nel merito chi lo stabilisce il conflitto? È una prerogativa parlamentare che, a parere nostro, viene lesa”, dice Luigi Nave, capogruppo M5s in commissione. “Io credo – aggiunge – che non ci siano proprio gli estremi, ma la proposta è stata presentata e ne discuteremo nel merito”. “Si sta tentando di strumentalizzare la vicenda dei colloqui col dottor Natoli in tutti i modi per proseguire nel tentativo di estromettere dai lavori della Commissione una presenza ritenuta sin dall’inizio scomoda come la mia”, aveva dichiarato Scarpinato al Fatto, due giorni fa.