Replica della portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, alle accuse lanciate oggi da Giorgia Meloni nel corso delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 17 e 18 ottobre. (“È vergognoso – ha tuonato la presidente del Consiglio – che l’Ong Sea Watch definisca le guardie costiere i veri trafficanti di uomini, volendo delegittimare tutte quelle del Nord Africa e magari anche quella italiana”).

Ospite de L’aria che tira (La7), Linardi commenta: “Intanto, non è Sea Watch a definire le guardie costiere del Nord Africa dei criminali. Ricordo che ci sono delle sanzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che pendono sulla testa di uno dei maggiori esponenti della guardia costiera libica, Bidja, che è stato recentemente assassinato e che è una delle persone che è stato invitato in Italia quando si è stretto l’accordo tra Italia e Libia. Quindi – puntualizza – una persona su cui pendono sanzioni dell’Onu per tratta e traffico di esseri umani, traffico di petrolio e coinvolgimento nella gestione di un centro di detenzione, dove sono note le torture nei confronti delle persone migranti”.

E aggiunge: “Sulla questione del rispetto nei confronti della Guardia Costiera italiana, posso rassicurare la premier sul fatto che noi abbiamo imparato a soccorrere dalla Guardia Costiera italiana, che nel 2015 e nel 2016 convocava le Ong a Roma per studiare insieme come meglio soccorrere le persone migranti, nell’ambito di incontri chiamati ‘una vis’, che in latino significa ‘una forza’. In questo modo, il braccio civile e quello istituzionale lavoravano insieme per salvare vite. Questa collaborazione – conclude – purtroppo è saltata per via degli accordi in corso dal 2017 ad oggi, a causa della politica che si è immischiata con una questione di pura umanità: soccorrere chiunque si trovi in mare. Ed è vergognoso che la politica si muova su questioni che riguardano la salvaguardia della vita umana in mare“.

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