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Marrazzo e la telefonata di Berlusconi: “C’è un video che ti riguarderebbe. Un video particolare…”. La reazione del giornalista: “Mi abbandonai sulla poltrona, afflosciato…”

È una confessione a cuore aperto e per buona parte totalmente inedita quella che Piero Marrazzo fa tra le pagine di Storia senza eroi, il libro biografico (edito da Marsilio), scritto con le sue tre figlie, di cui il Corriere della Sera pubblica oggi alcuni stralci

di Francesco Canino
Marrazzo e la telefonata di Berlusconi: “C’è un video che ti riguarderebbe. Un video particolare…”. La reazione del giornalista: “Mi abbandonai sulla poltrona, afflosciato…”

La telefonata di Silvio Berlusconi che “avrebbe squarciato il velo con il quale avevo avvolto ciò che mi era accaduto a luglio”, la reazione della moglie Roberta, i rumors che circolano tra le redazioni dei giornali, quel bacio della buonanotte alla figlia piccola, le facce incredule dei collaboratori di una vita. È una confessione a cuore aperto e per buona parte totalmente inedita quella che Piero Marrazzo fa tra le pagine di Storia senza eroi, il libro biografico (edito da Marsilio), scritto con le sue tre figlie, di cui il Corriere della Sera pubblica oggi alcuni stralci destinati a fare clamore. A cominciare dal contenuto della chiamata che l’allora Presidente del Consiglio gli fece per rivelargli che circolava un video su di lui: si trattava di quello girato a sua insaputa (per ricattarlo) da quattro carabinieri infedeli poi condannati nel processo in cui fu parte lesa, durante l’irruzione in un appartamento in via Gradoli, a Roma, dove lo sorpresero con una prostituta trans per poterlo ricattare.

LA TELEFONATA DI BERLUSCONI A PIERO MARRAZZO
“Senti, devo parlarti di una cosa che sicuramente sai, che conosci, la questione”. Cominciò così la telefonata tra Silvio Berlusconi e Piero Marrazzo, all’epoca Presidente della Regione Lazio (ad un passo dal bis alla ricandidatura), per avvisarlo dell’informazione avuta dalla Mondadori, su un video che lo riguardava. La reazione di Marrazzo? Spaesamento totale. “Passarono alcuni secondi – ma saranno stati veramente secondi? –, poi risposi: ‘Presidente, scusa, puoi farmi capire meglio?’”. Fu a quel punto che Berlusconi entrò più nel dettaglio: “Guarda, è un fatto delicato. Dalla Mondadori mi hanno avvisato che un’agenzia fotografica, con la quale collaborano, li ha informati che c’è un video che ti riguarderebbe. Un video particolare, ti faccio avere il numero. Mi dicono anche che è registrato male, altri particolari non li conosco. Me l’hanno confermato i responsabili giornalistici che l’hanno visionato. Fai contattare l’agenzia, sono disponibili. Ci tenevo a informarti di persona”, scrive nel libro Marrazzo. Che replicò così a Berlusconi: “Ho capito, ho capito… Non so proprio a quale video si riferiscano, cercherò di comprendere meglio, comunque grazie dell’informazione”. E il giornalista scrive: “Mi abbandonai sulla poltrona, afflosciato nella sua struttura pensata per avvolgere e sostenere una persona che lavora, e non chi cercava la forza, che non aveva, di trovare un appiglio cui aggrapparsi”.

L’ULTIMA VOLTA SUL PALCO PRIMA DI “PRECIPITARE NEL VUOTO”
Dopo quella telefonata, Marrazzo si abbandona sulla poltrona, cerca un moto per reagire ma i suoi collaboratori lo avvisano che una notizia clamorosa che circola anche in tribunale, a Roma: non se ne conoscono i dettagli, ma tutti parlano di un video compromettente che lo riguarderebbe. Nonostante questo, l’allora presidente della Regione Lazio tira dritto e si sposta all’Auditorium del Parco della Musica di Roma, per un incontro organizzato con il mondo del cinema e della televisione. “Salii sul palco, senza lasciar trasparire nulla. Il piglio, mentre parlavo, era deciso: ormai ero come un attore che recitava un copione, consapevole che quella era l’ultima rappresentazione”, rivela Marrazzo in Storia senza eroi. Da lì a poco, il precipizio. Il tempo di tornare a casa, dare il bacio della buonanotte alla figlia Chiara, la piccola, e sentire al telefono le altre due, Giulia e Diletta, che all’epoca vivevano a casa con la madre, la prima moglie d Marrazzo.

LA REAZIONE DELLA MOGLIE ROBERTA E DEI COLLABORATORI
Sono ore concitate, tra segnali pesanti e telefonate di fuoco, come quella con il segretario della giunta regionale, legato a Marrazzo da un rapporto intenso e speciale. “‘Mi ha fermato il vicedirettore di un grande giornale, domani mattina pubblicheranno un articolo su di te. Ci sarebbe un video, parla di incontri con trans, cocaina, ricatti’. Vorrei dire qualcosa, ma non ci riesco. ‘Francesco, ne parliamo domani dopo che abbiamo letto i giornali’ gli rispondo”. Ma l’effetto valanga è ormai cominciato ed è così travolgente che in pochi minuti la notizia arriva dritta alla redazione del Tg3, dove lavora Roberta Serdoz, oggi sua ex moglie, che “vive dei momenti che non meritava di vivere”. La giornalista apprende infatti dai giornali “quello che avrebbe dovuto sapere da me. Mi chiama angosciata, mi chiede spiegazioni, poi torna a casa. Capisco cosa significa sentirsi un vigliacco: l’ho lasciata inerme e sola, un compagno di vita non può farlo, non deve farlo”. Sempre negli stralci anticipati oggi dal Corriere, Marrazzo ricorda la reazione delle donne della sua vita: “Mi si stringe il cuore quando ci ripenso: era come una leonessa, Roberta, nel difendere la sua cucciola. E altrettanto faceva Isolina, con Giulia e Diletta. Mi sentivo messo fuorigioco, come padre ma non solo”. Poi la confessione sulle ore prima e dopo i colloqui con il magistrato che seguiva le indagini sul caso. Marrazzo si sente “un uomo che barcolla: ho perso lucidità, sono una persona terrorizzata, spaventata, che procede a strappi”. Poi, il crollo quanto si ritrova con il suo gruppo ristretto di collaboratori: “Mi ricordo Michele che si avvicina, quasi sottovoce mi dice: ‘Adesso capisco il senso della frase che mi hai detto in macchina dopo aver parlato con il magistrato: ‘Finalmente mi sento libero, la mia coscienza si è liberata’, e sorride tristemente. ‘Perché non me l’hai detto?’ chiede poi. ‘Mi vergognavo’ rispondo io, e mi affloscio sulla sedia sbattendo con violenza un pugno sulla scrivania. Tutti si voltano e mi guardano ammutoliti”.

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