Per le azioni delle banche la seduta di martedì è stata sonnacchiosa. I soliti alti e bassi di giornata ma, alla fine, Intesa Sanpaolo ha chiuso in rialzo dello 0,2%, Unicredit praticamente invariata. Bper ha guadagnato lo 0,3% così come banca Mediolanum (al 30% della famiglia Berlusconi). Meglio Banco Bpm (+ 1,7%). Insomma, proprio nessuna preoccupazione per l’intervento che il governo si appresta ad inserire nella legge di Bilancio. Anche quest’anno abbiamo scherzato.

Benché la presidente del Consiglio Giorgia Meloni parli di un “governo più coraggioso della sinistra su banche ed extraprofitti”, è chiaro che i profitti delle banche non verranno minimamente intaccati. La misura, che dovrebbe portare nelle casse pubbliche 3-4 miliardi di euro in due anni, è in realtà una partita di giro. Le banche, in sostanza, pagano prima quello che avrebbero comunque dovuto pagare dopo. Giusto per avere un ordine dimensionale, si ricordi che il sistema bancario italiano ha chiuso gli ultimi due esercizi con utili per una cinquantina di miliardi di euro l’anno. Ma qui non è comunque di profitti che si ragiona.

Nessun aggravio dell’imposta sugli utili societari, nessun prelievo straordinario una tantum ma, semplicemente un intervento sulle Dta (le imposte differite attive). La deducibilità del 2025 e del 2026 viene rinviata, con un recupero dilazionato nel tempo per fare in modo che il gettito non precipiti poi all’improvviso.

Le sforzo del sistema bancario italiano si risolve nell’anticipare un po’ di soldi al governo. È questo il “sacrificio” chiesto dal ministro Giorgetti che, al raduno della Lega aveva assicurato di saper distinguere tra chi i sacrifici li può fare e chi no. Poco dopo il leader del partito Matteo Salvini aveva tuonato: “Paghino i banchieri non gli operai”.

Si spiega dunque la placidità con cui il leader di Forza Italia Antonio Tajani, sempre molto attento nel dar voce ad eventuali malcontenti della famiglia Berlusconi, ha accolto la misura. “È nell’ordine di grandezza dei 3-4 miliardi di euro”, ha confermato prima del Cdm, spiegando che “Comunque non ci saranno nuove tasse, questo è sicuro”. Eppure in serata Salvini ha modo di esprimere la sua soddisfazione: “Bene l’intervento sulle banche, come la Lega ha sempre auspicato. Visti i guadagni da 40 miliardi del solo 2023 mi aspetto contributi importanti per sostenere il Paese e, soprattutto, il sistema sanitario nazionale”. Legittimo suppore che non ancora letto il testo finale della misura.

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