Un appello all’unità sulla nomina di Raffaele Fitto a commissario e vicepresidente della nuova commissione Ue di Ursula von der Leyen. È quello lanciato in direzione dell’opposizione da Giorgia Meloni, durante le comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 17-18 ottobre. “Mi auguro che tutte le forze politiche italiane si facciano parte attiva presso le proprie famiglie politiche europee affinché questo risultato per la nostra nazione possa essere raggiunto rapidamente e senza inciampi”, ha detto la premier a Palazzo Madama. “Ci sono momenti – ha aggiunto – in cui l’interesse nazionale deve prevalere su quello di parte: mi auguro che sia uno di questi senza distinguo e senza tentennamenti“.
L’appello – La capa dell’esecutivo ha proseguito nel suo appello al Pd, ai 5 stelle, all’Alleanza Verdi Sinistra. “Non mancheranno le occasioni per dividerci nel corso di questa legislatura europea su tanti temi su cui le diverse forze politiche hanno opinioni spesso radicalmente diverse, ma di fronte all’affermazione dell’interesse nazionale credo che abbiamo il dovere di essere uniti”, ha aggiunto. Poi ha sostenuto: “E’ quello che noi abbiamo fatto nella scorsa legislatura all’atto della nomina di Paolo Gentiloni, quando proprio Raffaele Fitto – in rappresentanza di Fratelli d’Italia – si espresse a favore del candidato italiano e conseguentemente il gruppo di Ecr votò in suo favore, e addirittura il presidente Silvio Berlusconi chiese di partecipare ai lavori di una commissione che non era la sua, per poter prendere la parola e intervenire a sostegno di Paolo Gentiloni“. Un tema su cui è tornata durante la controreplica al dem Graziano Delrio: “Sapevo già che il gruppo del Pd è favorevole alla Commissione von der Leyen e credo sia favorevole anche al fatto che all’Italia venga riconosciuta una delega importante come quella di Raffaele Fitto e la vicepresidenza esecutiva. Sono certa che questa sarà la vostra posizione, ma se questa è la vostra posizione, senatore Delrio, credo dobbiate parlare con il vostro gruppo al Parlamento europeo. Perché nelle ultime settimane al Parlamento europeo il gruppo dei socialisti ha cercato di far spostare l’audizione di Fitto come ultimo dei vicepresidenti, dicendo che non avrebbe accettato che all’Italia fosse riconosciuta la vicepresidenza esecutiva“.
“In Ue serve debito comune” – A sentire Meloni, poi “la delega al Pnrr” di Fitto “secondo le indicazioni della presidente dovrà essere esercitata congiuntamente con il commissario Dombrovskis: qualcuno ha letto in questo affiancamento una ipoteca rigorista, ma questa collaborazione di carattere paritario rappresenta piuttosto un’opportunità per il commissario italiano di far valere le ragioni di una necessaria maggiore flessibilità negli investimenti, una posizione storicamente italiana che ha trovato un primo parziale accoglimento nella riforma del Patto di stabilità“. E a questo proposito l’inquilina di Palazzo Chigi ha aperto al debito comunitario. “Dovremo essere pronti a verificare la possibilità di nuovi strumenti di debito comune, così come a lavorare per riuscire finalmente a mobilitare adeguatamente il capitale privato”, ha detto davanti ai senatori. “Completare l’Unione dei mercati dei capitali consentirebbe, infatti, ai risparmi europei di diventare investimenti europei – ha aggiunto – Sappiamo cosa dobbiamo fare, insomma, ma adesso serve farlo. Servono azioni politiche concrete che trasformino le nostre priorità in una ambiziosa strategia industriale europea, per garantire la crescita delle aziende, la protezione dell’industria, la semplificazione del quadro normativo”. Su questo fronte, la capa del governo ha aggiunto: “Dopo il giugno 2026 le nuove regole del Patto di stabilità richiederanno a ogni governo di pianificare investimenti ulteriori rispetto a quelli che si concluderanno con il Pnrr, sempre che l’Unione europea non decida di derogare la scadenza del Next Generation Eu, come già alcune nazioni stanno chiedendo”.
“Atteggiamento Israele ingiustificato” – Secondo Meloni “il Consiglio europeo di domani è stato definito come un Consiglio europeo di transizione, tra il vecchio e il nuovo ciclo istituzionale europeo. È vero, ma proprio per questo sarà un Consiglio europeo importante, perché porrà le basi della strategia da adottare nei prossimi anni”. Gran parte dell’intervento è stato ovviamente dedicato al fronte bellico in Medio Oriente. “Pur se non si sono registrate vittime o danni ingenti, io penso che non si possa considerare accettabile l’attacco di Israele all’Unifil ed è la posizione che l’Italia ha assunto con determinazione a tutti livelli: pretendiamo che venga garantita la sicurezza dei nostri soldati sia Unifil sia nella missione bilaterale, che insieme al resto della comunità internazionale hanno contribuito per anni alla stabilità del confine”. La premier, in ogni caso, ha sottolineato che “l’atteggiamento delle forze israeliane è del tutto ingiustificato e palese violazione della risoluzione 1701 dell’Onu”. Bisogna “lavorare alla piena applicazione della risoluzione, rafforzando la piena capacità di Unifil e delle forze armate libanesi”. Sull’altro fronte, la capa del governo ha ricordato “ciò che è accaduto il 7 ottobre 2023 è il presupposto di ogni azione politica che dobbiamo condurre per riportare la pace in Medio Oriente, perché sempre più le pur legittime critiche a Israele si mescolano con un giustificazionismo verso organizzazioni come Hamas ed Hezbollah, e questo, piaccia o no, tradisce altro. Tradisce un antisemitismo montante che, credo, debba preoccuparci tutti. E le manifestazioni di piazza di questi giorni lo hanno, purtroppo, dimostrato senza timore di smentita”. Poi, ai cronisti che le chiedevano se stesse valutando una missione in Libano, ha risposto semplicemente: “Sì”. Ipotesi confermata in sede di replica ha risposto al senatore di Italia viva, Enrico Borghi: “È già previsto che io vada in Libano, e il ministro Tajani si sta preparando per andare in Israele e Palestina la settimana prossima. Anche con la nostra presenza – ha aggiunto – stiamo facendo tutto quello che è possibile fare”. A proposito del cessate il fuoco, Meloni ha aggiunto: “Tutti siamo d’accordo sulla pace, l’Italia lavora dall’inizio in Ucraina e Medio Oriente per costruire la pace, poi bisogna intendersi su come la pace si costruisca nel concreto: in Medio Oriente significa continuare a lavorare per il cessate fuoco a Gaza e in Libano. Non è facile, ma è il lavoro su cui ci spendiamo ogni giorno, io e i ministri competenti. Significa il cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi. Penso che l’Unione europea possa e debba giocare un ruolo e che si debba ragionare già concretamente di cosa dovrebbe accadere a Gaza all’indomani del cessate il fuoco, come accompagnare concretamente la transizione verso l’opzione due popoli e due Stati”.
“Da Sea Watch parole indegne, ringrazio Salvini” – La leader di Fdi è tornata anche sul tema migranti. “Considero vergognoso che l’organizzazione non governativa Sea Watch definisca le guardie costiere i veri trafficanti di uomini, volendo delegittimare tutte quelle degli Stati del nord Africa, e magari anche quella italiana, in modo da dare via libera agli scafisti che questa Ong descrive invece come innocenti, che si sarebbero ritrovati casualmente a guidare imbarcazioni piene di immigrati illegali. Sono dichiarazioni indegne, che gettano la maschera sul ruolo giocato da alcune Ong e sulle responsabilità di chi le finanzia”, ha detto. Per poi sfruttare l’occasione per lanciare un messaggio a favore del suo vicepremier sotto processo: “Colgo l’occasione per ringraziare anche il Ministro Salvini e soprattutto la Guardia Costiera italiana per il suo straordinario lavoro, e per esprimere a questi uomini e a queste donne la solidarietà del governo di fronte ai continui attacchi faziosi che subiscono da organizzazioni politicizzate che detestano chiunque lavori per contrastare l’immigrazione illegale di massa”. Ha poi citato l’accordo con l’Albania per i centri migranti. “Se da un lato siamo impegnati a rafforzare gli strumenti dell’Unione europea e degli Stati membri, dall’altro dobbiamo continuare a esplorare soluzioni innovative. L’Italia ha dato il buon esempio con la sottoscrizione del Protocollo Italia-Albania, per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. Le due strutture previste dal Protocollo – il centro di Shengjin e il centro di Gjader – sono ora pronte e operative”. Secondo la capa dell’esecutivo, l’accordo con Tirana “è una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue“. Alla fine del dibattito, l’Aula ha poi approvato la risoluzione della maggioranza con 104 sì, 65 no e 2 astenuti. Per le altre risoluzioni presentate dalle opposizioni, il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, aveva proposto delle riformulazioni che però non sono state accettate.
Scontro coi 5s: “Irresponsabili” – Al termine delle repliche della capa dell’esecutivo, in Aula si sono registrate scintille tra la premier e i senatori del M5s. Meloni ha riservato la sua ultima risposta all’intervento della senatrice pentastellata Dolores Bevilacqua. “Ci vorrebbe troppo tempo per rispondere alla sequela di inesattezze, mista a menzogne, che è riuscita a condensare in pochi minuti di intervento – ha attaccato – Io ho detto che, se nel fare la transizione ecologica, cosa su cui siamo d’accordo, imponiamo l’uso di un’unica tecnologia, l’elettrico, ci consegniamo a nuove dipendenze. Non so – ha continuato Meloni mentre si sollevavano grida da una parte e dall’altra – se lei ha capito o sta strumentalizzando. Ma garantisco che il concetto non è difficile”. Così si è movimentata una seduta fino a quel momento più tranquilla rispetto ad altre occasioni di acceso confronto in Parlamento. “Penso che – ha continuato Meloni mentre il presidente del Senato Ignazio La Russa cercava di riportare il silenzio in Aula richiamando il gruppo dei 5 Stelle – il giorno che mi farò spiegare cosa ho detto da un esponente del M5s mi dimetto, mi dimetto“. “E comunque – ha continuato replicando alle urla che arrivavano dai banchi del M5s – temo che non vi aiuterebbe…”. “Presidente – l’invito di La Russa -, prosegua senza dialogo”. E Meloni si è rivolta ancora alla senatrice Bevilacqua: “È veramente irresponsabile nello scenario che stiamo vivendo, far credere ai giovani italiani che andranno in guerra in Ucraina, solo per raggranellare qualche voto. La leggerezza con cui voi del M5s affrontate le crisi internazionali è pari solo a quella con cui avete affrontato il bilancio dello Stato quando eravate al governo”. Poi, alzando il tono della voce, la presidente del Consiglio, ha aggiunto: “Ci vuole una maschera di ferro per accusare questo governo di gettare soldi dalla finestra. Anche volendo non potrebbe farlo, perché li avete già gettati tutti voi lasciando 200 miliardi di euro da pagare che potrebbero essere destinati a sanità, pensioni, lavoro, e che invece voi avete destinato a ristrutturare il 4% delle case degli italiani. Vi prego, vi prego, ci vuole veramente coraggio a dire che noi gettiamo i soldi dalla finestra“. “Mi sembra che adesso da tutti i lati sia opportuno…”, è intervenuto La Russa cercando di placare le urla incrociate, e a Meloni che gli spiegava di aver “finito”, ha risposto: “No ma puoi proseguire. Lasciamo concludere il presidente”. E così è arrivata l’ultima stoccata della premier: “È possibile che io faccia opposizione ai cittadini ma non è quello che i cittadini hanno detto nel giugno scorso”.