Mondo

Nati fuori dal matrimonio, allontanati dalle madri e dati in adozione negli Stati Uniti: così il Vaticano rese “orfani” migliaia di bambini

Idonei all’adozione come orfani e assegnati a nuove famiglie negli Stati Uniti solo perché nati fuori dal matrimonio. Questo è il fulcro di un’inchiesta pubblicata da CBS News che anticipa l’uscita di un libro che punta ad accendere i riflettori su una questione ancora troppo poco nota. Il libro in questione è intitolato The Price of children, è stato scritto da Maria Laurino e svela nuove testimonianze dirette su quello che può essere considerato uno dei capitoli più oscuri della storia della Chiesa Cattolica del ‘900.: il trasferimento in America, senza alcuna autorizzazione, di bambini nati al di fuori del matrimonio in Europa.

Cancellando le generalità dei piccoli nati da madri nubili e dichiarandoli orfani, il Vaticano è accusato di aver avviato una lucrosa attività di ricollocamento di migliaia di bambini e bambine italiani ed europei. “La Chiesa fece adottare 3.700 bambini italiani in America, ma l’aspetto tragico di questa storia è che gran parte di questi non erano orfani“, può affermare Laurino sulla base di centinaia di documenti raccolti.

Quando finì la Seconda Guerra Mondiale, nei Paesi europei fu oneroso riconvertire le industrie, ricostruire le infrastrutture e avviare processi economici positivi per far sì che le famiglie italiane ed europee potessero giovare delle promesse fatte loro durante il conflitto. Le condizioni sociali in cui versava la popolazione erano disastrose ed era molto comune che le giovani donne che rimanevano incinte fuori dal matrimonio venissero costrette a partorire di nascosto e a consegnare i loro neonati a istituti religiosi. Era vergognoso per l’epoca non rispettare la legge del matrimonio e della famiglia come concepita dalla Chiesa Cattolica. Fu così che molti istituti ecclesiastici a cui vennero affidati quei bambini approfittarono della loro posizione e crearono un sistema per far perdere per sempre le loro tracce.

Secondo quanto riporta CBS, per circa 20 anni – più precisamente dal 1950 al 1970 – il Vaticano avviò il “Programma Orfani”. Laurino nel corso dell’ indagine, svolta sulla base di centinaia di documenti rinvenuti in diversi istituti ecclesiastici di New York, ha potuto ricostruire una parte degli affari che hanno legato il Vaticano e lo Stato americano per decenni. Il programma ha permesso alla Chiesa di organizzare i visti dei neonati anche grazie all’introduzione di una legge negli Stati Uniti che, tra gli altri, riconobbe come orfani bambini con un solo genitore.

In questa storia, uno dei personaggi ecclesiastici che ha implementato il progetto, è stato monsignor Andrew Landi. Prete americano, viveva a Roma e per anni ha gestito il programma per gli orfani. Nel 1951 – scrive CBSPapa Pio XII salutò personalmente i primi bambini che presero parte al progetto e a cui ne seguirono altri migliaia. Secondo quanto scritto da Laurino e riportato da CBS, “la Chiesa otteneva un corrispettivo di 475 dollari per bambino, circa 4.500 dollari odierni. Inoltre, dato che la domanda dei cattolici americani desiderosi di adottare un bambino crebbe rapidamente, monsignor Landi diede ordine ai preti locali di setacciare la campagna per cercare bambini da far adottare”. Andrew Landi morì nel 1999 e difese fino all’ultimo lo scopo del programma, almeno dal suo punto di vista, ovvero quello di dare un futuro migliore a quei bambini.

Oggi, sono migliaia gli “orfani” con origini europee che vivono negli Stati Uniti alla ricerca dei loro genitori naturali. Proprio come John Campitelli, uno di quei bambini che 28 anni prima era stato allontanato dalla donna che lo aveva dato alla luce. Sua madre, dice Campitelli a Laurini, era fiduciosa di poter trovare un modo per rimettere insieme la sua vita e affidò temporaneamente il suo bambino a uno di quegli istituti, ma non firmò alcun documento per dare alla Chiesa il potere di decidere sull’affidamento del suo bambino. John, nato come Piero nel 1963, ci ha messo 10 anni a trovare sua madre, ma ce l’ha fatta. Si è trasferito in Italia e ha imparato la lingua: “Ho sentito che tutta la mia vita fosse basata su una bugia. Dissero a mia madre che si sarebbero presi cura di me e invece tagliarono tutti i rapporti che potevo avere con la mia famiglia naturale”.

Sui documenti che la famiglia adottiva di Campitelli ha ricevuto al momento dell’adozione, mostrati a CBS, si legge che il bambino dopo la nascita era stato abbandonato e che i suoi genitori non erano mai stati ritracciati. “Questa è una bugia, loro sapevano bene dove fosse mia madre”. Tra l’altro, sostiene Campitelli, “il suo nome venne cancellato dal certificato di nascita quando mi affidò all’istituto. Lei non ha mai acconsentito all’adozione o al fatto che suo figlio potesse lasciare l’Italia”. Spesso, ha evidenziato Laurino, a firmare i documenti per le adozioni all’insaputa delle madri erano i dottori o gli avvocati. In molti casi, inoltre, le donne venivano tratte in inganno o veniva detto loro che i bambini erano deceduti.