Numero insufficiente di docenti specializzati sul sostegno, carenza dell’assistenza all’autonomia e alla comunicazione anche durante l’orario mensa, trasporti scolastici non sempre operativi, barriere architettoniche, testi scolastici non inclusivi, Piani educativi individualizzati (Pei) non rispettati anche se obbligatori per legge. A più di un mese dall’inizio delle lezioni continua a essere negativa la situazione che riguarda gli alunni e le alunne con disabilità. Problemi e disagi in tutta Italia sono all’ordine del giorno. La campanella, anche per quest’anno scolastico, non suona per tutti e penalizza pesantemente studenti in condizione di estrema fragilità. Ilfattoquotidiano.it ha contattato esperti del settore e raccolto anche alcune testimonianze di mancata inclusione scolastica. “L’impressione è che non si facciano passi avanti, ma che le poche conquiste spesso vengano messe in discussione. C’è un evidente clima di precarietà dove tutto è provvisorio, ogni anno si ricomincia da capo. Riscontriamo su tutto il territorio nazionale un peggioramento complessivo dell’inclusione scolastica”. A denunciarlo a ilfattoquotidiano.it è Alessandro Chiarini, presidente del Coordinamento nazionale famiglie con disabilità (Confad).
“Aumentano gli alunni con disabilità ma il numero dei docenti di sostegno è insufficiente” – A essere costretti a dover rinunciare al loro diritto allo studio sono tantissimi studenti che vivono in condizione di fragilità. Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato un report statistico sull’anno scolastico appena iniziato. Il dicastero guidato da Giuseppe Valditara spiega che l’organico degli insegnanti di sostegno è progressivamente incrementato negli ultimi 10 anni passando da 128.927 a 234.460 posti. “Il dato – continua il ministero – relativo all’anno in corso, ancora provvisorio, ci indica un ulteriore aumento di quasi 2000 unità degli insegnanti di sostegno e il rapporto alunni/posti si è progressivamente ridotto. Flavio Fogarolo, vicepresidente dell’associazione Lettura Agevolata, commentando i dati (confermando che sono solo provvisori perché ancora non si è terminata la definizione dei posti in deroga), osserva che rispetto all’anno scorso ci sono circa 20mila alunni con disabilità in più. Si tratta di un dato con un incremento del 6% che segue ormai un trend in crescita da tempo, a fronte di un aumento di 10.772 posti di sostegno (+5%). Quindi secondo questa lettura, l’incremento degli studenti in condizione di fragilità non è supportato da un altrettanto necessario aumento dei docenti sul sostegno: “I docenti sul sostegno sono circa 230mila, di cui quasi 85mila sono privi di specializzazione con pesantissime ricadute sulla qualità per la didattica inclusiva”.
“Anno nuovo ma problemi vecchi e colpevolmente irrisolti. L’inclusione scolastica è un tema molto importante, la scuola deve essere una comunità accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale”, spiega Laura Andrao, avvocata esperta in diritto delle disabilità. Per attuare una vera e propria inclusione ogni attività didattica “deve essere cucita su misura delle esigenze della persona con disabilità, non è accettabile che l’alunno/a con disabilità esca spesso per recarsi in un’altra aula dedicata da solo/a o con altri studenti con disabilità. Ogni attività anche ricreativa, ludica o di mensa deve essere accomodata ragionevolmente sulla persona con disabilità”, aggiunge Andrao, dal 2024 a capo di un’equipe multidisciplinare che comprende avvocati di specializzazioni diverse e professionisti del mondo delle disabilità.
“Cresce il divario della qualità d’inclusione scolastica a seconda della Regione di residenza” – Il numero degli alunni disabili supera da un paio d’anni la cifra di 300mila unità e rappresenta oltre il 4% del totale degli studenti che frequentano le scuole italiane di ogni ordine e grado. Si evidenzia anche l’annoso problema delle disparità regionali sul sostegno scolastico, laddove ci sono le Regioni più densamente abitate, e con più studenti disabili in termini assoluti, che non garantiscono a tutti il diritto allo studio. “Di anno in anno cresce il divario tra i bisogni e le esigenze degli alunni con disabilità e l’assistenza in classe di qualità che viene loro offerta. A proposito di autonomia differenziata e disabilità accessibile sempre di più conta dove si vive, così aumentano i casi di discriminazione anche durante gli anni della scuola dell’obbligo”, afferma Chiarini. “Le criticità si trascinano nel tempo senza che il Miur trovi soluzioni definitive”, aggiunge il numero uno di Confad. Ad esempio l’Istat ha certificato per il 2024 che il 27% delle scuole non dispongono di un numero sufficiente di postazioni informatiche idonee per gli alunni con disabilità, il 60% degli istituti non sono accessibili per tutti e che il 62% degli alunni disabili non possono partecipare alle gite scolastiche che prevedono un pernottamento. Secondo quanto riporta l’Istat inoltre più del 50% degli studenti con disabilità hanno cambiato il proprio docente sul sostegno rispetto all’anno precedente e quasi il 10% ha avuto nel corso dello stesso anno scolastico diversi insegnanti di sostegno, continuando a mettere seriamente a repentaglio la continuità didattica fondamentale per il percorso di crescita di qualsiasi alunno.