Sfuriata incontenibile di Gianni Alemanno, segretario nazionale di Indipendenza!, all’indirizzo della portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi, nel corso della trasmissione L’aria che tira (La7).
Linardi, replicando alle accuse rivolte dalla presidente del Consiglio alla Ong tedesca e criticando il centro migranti in Albania, osserva che “i paesi civili e democratici si definiscono nel tendere il braccio verso chi annega, non selezionando arbitrariamente le persone davanti all’isola di Lampedusa per portarne 16 mentre 1200 attraccano in 24 ore e definendo in alto mare chi è vulnerabile e chi no”.
Linardi aggiunge: “Sono stata nei centri di detenzione in Libia, dove ho incontrato centinaia di persone egiziane e bengalesi come coloro che sono in questo momento deportati in Albania. E vi assicuro che sono prese di mira dai trafficanti, soprattutto i bengalesi, perché riescono a pagare più e quindi subiscono estorsioni ancora più violente“.
“Voi ci collaborate coi trafficanti“, commenta Alemanno, scatenando la reazione indignata della giornalista di Domani, Daniela Preziosi, che ripete allibita ‘Come ti permetti?’.
Esplode la bagarre in studio con Alemanno che alza la voce e Linardi che respinge le gravi accuse dell’ex sindaco di Roma: “Queste sono accuse fortissime, non vi dovreste assolutamente permettere di affermare queste cose”.
Alemanno sbotta in modo irrefrenabile e urla: “Ehi, democratica, posso parlare? Premessa: io ho il massimo rispetto per le Ong”.
“Si vede”, commenta Preziosi.
“Buona, fammi parlare, basta – ribatte Alemanno – Ma la realtà è che le Ong con il loro operato sono entrate in una specie di catena di montaggio che porta la gente dal Nord Africa all’Europa in maniera sistematica. C’erano gli incontri in mezzo al Mediterraneo coi segnali radio, quindi le Ong sapevano dove andare a prendere le persone”.
Linardi tenta invano di replicare ma Alemanno, visibilmente paonazzo, è irrefrenabile: “Questa è la realtà dei fatti. Le Ong devono salvare solo le vite in pericolo”.
“Ma calmati – replica Preziosi – Non c’è una sola sentenza a carico delle Ong”.