La sensazione è che domenica sarà una giornata decisiva per il Genoa. Sotto vari aspetti. Per la squadra, che ha bisogno di punti per allontanarsi da quel terzultimo posto che fa paura. Per il tecnico Gilardino, che si aspetta una reazione per mantenere salda la sua panchina. Per la società, che ha sempre più problemi economici ma che intanto si sta muovendo sul mercato. Perché a inizio settimana è arrivato lo svincolato (ex Cagliari) Gaston Pereiro. E la prossima, forse, potrebbe arrivare anche Mario Balotelli. Ma è una questione tutta in divenire, con dei risvolti che potrebbero, appunto, essere decisivi.
Per capirlo meglio, bisogna partire dal pomeriggio di martedì, quando mille tifosi si sono ritrovati nel pomeriggio a Pegli, al centro di allenamento della squadra, per incitare i giocatori (come si vede nella foto). Fumogeni, cori, bandiere. Dimostrazione di vicinanza ma anche un avvertimento. Troppo pochi i 5 in 7 gare finora, soprattutto per le poche occasioni create. Ecco, le occasioni: Gilardino vuole di più dai suoi giocatori, soprattutto in questi termini. Sa benissimo che il calciomercato lo ha privato di tre giocatori importantissimi: Martinez in porta, Retegui e Gudmundsson in attacco. Chi è arrivato non è ancora riuscito a non farli rimpiangere. Anzi, in porta il problema è doppio, visto l’infortunio di Gollini che starà fuori per diverse settimane.
Ma se una reazione se l’aspetta Gilardino, ad aspettarsela è anche, se non soprattutto, la società. Quella che sta valutando se chiudere, come si scriveva sopra, con Balotelli la prossima settimana. C’è appunto una discriminante: dovrà essere più chiaro il futuro dell’allenatore stesso. La fiducia c’è, ma inizia a essere a tempo e una brutta sconfitta contro il Bologna, soprattutto se dovesse arrivare senza la reale convinzione che la squadra abbia quanto meno provato a vincere, potrebbe portare a un esonero dopo quasi due anni insieme. E lì sarebbe da ripianificare tutto quanto.
La società è in difficoltà. Il gruppo 777 non a caso ha portato avanti un piano di cessioni importante, non è riuscita ad acquistare l’Everton (passato in mano ai Friedkin). Non solo: per avere liquidità, ha ceduto gran parte del suo debito al fondo americano di assicurazioni A-Cap, che nel cdA del gruppo ha infatti richiesto di inserire dei suoi uomini. Di fatto, A-Cap rappresenta bene o male quello che per l’Inter è stato Oaktree: c’è l’alta probabilità che l’epilogo sia analogo, con la differenza che i nerazzurri lottavano per lo scudetto, mentre i rossoblù per la salvezza. Ed è per questo che, nei piani del fondo americano, c’è l’intenzione di intervenire sul mercato con altri due-tre giocatori a gennaio. Magari sacrificando un altro big (e l’indiziato è Frendrup), ma acquistando per mantenere la categoria ed essere più appetibili verso potenziali investitori. Ma questo è un progetto troppo avanti nel tempo. Prima di tutto c’è Bologna. E sarà decisiva. O quasi.