Vi immaginate il sindaco/la sindaca di una delle grandi capitali europee diventare un protagonista di video postati sui social in cui illustra lo stato di avanzamento dei lavori stradali, o presenta i nuovi cestini per i rifiuti? Il sindaco Roberto Gualtieri dal gennaio scorso ha avviato una massiccia realizzazione di filmati nei quali, parlando direttamente “in camera” ai cittadini-spettatori, illustra quello che accade in città. Con casco e gilet arancione, o in tenuta più ufficiale in giacca e cravatta, Gualtieri spazia fisicamente dal centro alle periferie e tematicamente dai cantieri ai rifiuti, dai mezzi di trasporto al verde urbano. Un’attività molto intensa, se si pensa che solo nel mese di settembre sono stati postati ben 14 video e 124 dal 18 gennaio, data di inizio del nuovo corso mediatico.

Si tratta probabilmente di una strategia che mira a contenere il malcontento montante per i tanti disagi dei cantieri che in pochi mesi hanno dato il colpo di grazia alla mobilità di una città già normalmente – e da molto tempo – invivibile. Malcontento che, a stare a un sondaggio del Sole 24 ore del luglio scorso, l’ha fatto scivolare al terzultimo posto della classifica del gradimento dei sindaci italiani.

In una città in declino da anni, va detto che la maggior parte degli interventi sono necessari, e i finanziamenti piovuti sulla capitale per il Giubileo e il Pnrr sono occasioni da non perdere che hanno anche date di scadenza.

Ma forse erano occasioni di cui approfittare con uno spirito e un approccio diversi.

Per il Giubileo 2025, oltre a fondi consistenti, il sindaco ha ottenuto poteri speciali che gli consentono, per gli interventi inseriti nei Dpcm, di derogare a quasi tutte le norme, con l’esclusione di quelle europee, antimafia e di tutela dei beni culturali.

Un evento che Papa Francesco ha voluto chiamare il “Giubileo della Speranza” e che avrebbe potuto essere davvero l’inizio di una nuova Roma, di un nuovo modo di prendersi cura degli abitanti – del centro e delle periferie – e dei tanti ospiti – pellegrini, turisti, migranti – che condividono le difficoltà del vivere in una città sempre meno accogliente. Avrebbero potuto essere messe al centro dei progetti e della loro programmazione le persone e i loro bisogni, primi fra tutti quelli di avere un luogo in cui vivere sicuro e dignitoso, e un tempo di vita che non sia sprecato negli spostamenti lunghi oltre ogni misura e spesso incerti. Che vuol dire pensare a sistemazioni abitative non provvisorie e assistenza ai senza dimora e a un trasporto pubblico più adeguato, due problemi da anteporre a tutto il resto, che dovrebbero venire prima del rifacimento dei marciapiedi e dei sagrati delle chiese, e dei tanti interventi che dovrebbero appartenere alla routine delle manutenzioni, e non alla preparazione e all’eredità di un evento di questa portata.

Si sono utilizzati i poteri speciali per tirare fuori dal cappello un termovalorizzatore/inceneritore, che è, comunque la si pensi, sovradimensionato rispetto alle necessità di Roma; sempre usando la corsia preferenziale dei poteri commissariali si è avallato un porto per grandi navi da crociera all’Isola sacra di Fiumicino, che diventerebbe il primo porto privato di questo genere in Italia, un pericoloso precedente che potrebbe inaugurare lo scempio delle coste italiane. Il sindaco-commissario ha poi confermato due parcheggi interrati realizzati da privati e destinati a privati che possono acquistarli per 90 anni a prezzi di mercato (o, per una parte, a pedaggio), uno a ridosso di Castel Sant’Angelo e uno poco distante, dove si consumerà la probabile condanna a morte di cinque lecci alti come case di sei piani. Entrambi gli interventi non saranno neanche funzionali al Giubileo: il primo vedrà l’inizio della costruzione nel 2026, il secondo sarà realizzato in sotterraneo in concomitanza dell’evento, con il relativo andirivieni dei camion e un cantiere a pochi passi dal Vaticano.

Nella campagna elettorale del 2021 sui manifesti di Gualtieri troneggiava lo slogan “Roma e tutti noi”, con il futuro sindaco immortalato in mezzo a un gruppo di giovani: ecco, la parte più disattesa del suo programma ci sembra proprio quella che riguarda il rapporto con i cittadini: la trasparenza, l’informazione, il confronto e la partecipazione.

Emblematici gli esempi della mancata attuazione del Regolamento del verde urbano per quanto riguarda una dettagliata informazione ai cittadini degli interventi sulle alberature e la costituzione delle Consulte del Verde; le consistenti modifiche alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore che saranno a breve approvate, a parte alcune audizioni in Commissione Urbanistica, non sono mai state spiegate alla cittadinanza e tantomeno sono state oggetto di confronti pubblici, nonostante le normative regionali prevedano prima dell’adozione delle varianti urbanistiche “idonei processi di partecipazione e informazione dei cittadini”. Ancora più emblematici i mancati incontri con le realtà contrarie al termovalorizzatore, addirittura sfrattate dal Campidoglio alla vigilia di un’ assemblea pubblica programmata da tempo, o il “dibattito pubblico” sullo Stadio di Pietralata, che si è rivelato un passaggio “pro forma” che non dava ai partecipanti nessuna possibilità di mettere in discussione il progetto e che non ha nemmeno fornito risposte adeguate sulla drastica riduzione del verde previsto nell’area per far posto al colossale impianto sportivo.

Va detto che anche i partiti, di maggioranza e opposizione, con isolate eccezioni, si dedicano principalmente alla pubblicazione sulle vetrine social, organizzando, se va bene, rari eventi di reale confronto pubblico con associazioni e comitati di quartiere che non siano passerelle davanti a una platea di cittadini spettatori.

Tra due anni i romani torneranno a votare e francamente è difficile capire quale sia l’idea lungimirante di città che sta portando avanti questa Amministrazione – che non sia cogliere le occasioni che si presentano, nella consueta visione di un’economia basata sul mattone e sul turismo – ma anche quali alternative propongano le forze di opposizione. Sarebbe forse più utile che anziché concentrarsi sul consenso delle trovate social, il sindaco e la classe politica della capitale si dedicassero all’ascolto dei cittadini, soprattutto sui temi più spinosi, e sulle soluzioni agli annosi problemi della capitale. “Ascolto” e “visione della città”, due mantra buoni per la campagna elettorale che cadono sempre nel dimenticatoio. Come lo slogan “Roma e tutti noi”, diventato “Roma e io”.

Ps: Poche ore fa è arrivato l’annuncio della sostituzione di due assessori capitolini: alla cultura lascia Miguel Gotor e arriva il navigato Massimiliano Smeriglio, mentre Giulio Bugarini, capo segreteria di Gualtieri, riceve le deleghe alle “Politiche del Personale, al Decentramento, Partecipazione e Servizi al Territorio per la Città dei 15 minuti” che erano di Andrea Catarci. Vedremo se le dichiarazioni programmatiche dei neo nominati sull’ascolto e la partecipazione dei cittadini avranno qualche seguito.

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