Come è ormai chiaro, anche nel 2025 non ci sarà nessuna tassa aggiuntiva sulle banche. Gli “extra profitti” possono continuare a dormire sonni tranquilli. I 3-4 miliardi di cui si parla sono semplicemente un anticipo di tasse che avrebbero comunque essere pagate. Lo saranno l’anno prossimo e non in quelli successivi. In altri termini, il governo si è fatto fare un prestito dalle banche.

Ora che il trucco è evidente, le opposizioni si scatenano. “Altro che tassa sugli extraprofitti e risorse per la sanità pubblica. È il solito gioco delle tre carte, come se gli italiani fossero stupidi”, scrive sui social la segretaria del Pd Elly Schlein. “Sulle banche rivediamo lo stesso ridicolo copione dell’anno scorso: Giorgia Meloni sbandiera un coraggio mai visto sugli extraprofitti delle banche ma l’unica cosa che alla fine non si è vista è proprio la tassa o contributo che dir si voglia”, dichiara l’eurodeputata del Pd, Irene Tinagli.

“La tassa sulle banche non esiste, è un imbroglio, diciamolo chiaramente. Il governo sta chiedendo un prestito alle banche che noi contribuenti restituiremo nel 2027, peraltro quando questo governo non sarà più in carica. La vera tassa sugli extraprofitti ce l’abbiamo noi e la porteremo in Aula alla Camera dei Deputati. Speriamo che questa maggioranza ce la faccia discutere e votare e lì vedremo se vogliono veramente una tassa sugli extraprofitti alle banche”, dice il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.

“Ieri Giorgia Meloni in aula, rispondendo ai nostri interventi, ha detto “vi stupirò, vi sorprenderò. Sulle banche, vedrete che sarò più coraggiosa della sinistra” e in effetti ci ha sorpreso e ci ha scandalizzato: la tassa sulle banche è una truffa. In realtà non c’è nessuna tassa sulle banche o sugli extraprofitti. Sono solo anticipazioni di imposte che lo stato dovrà restituire tra il 2027 e 2029. Scaricano questi debiti alle future generazioni, mentre tagliano la spesa pubblica”, così Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, di Alleanza Verdi Sinistra, in un video sui social.

Carlo Calenda di Azione prospetta un altro rischio: “Non solo sono un anticipo di imposta” ma le banche “li recupereranno sui correntisti”. “I sacrifici richiesti dalla legge di bilancio 2025 colpiscono solo una parte della popolazione, mentre banche e assicurazioni, invece dell’extratassa sugli extraprofitti, più volte richiesta dalla Uil, dovranno solo anticipare allo Stato contributi che, alla fine, verranno restituiti”, afferma la segretaria confederale della Uil, Vera Buonomo.

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