Il ciclismo ha avuto corridori capaci di segnare diverse epoche. Fausto Coppi negli anni 40’ e 50’, Eddy Merckx tra i 60’ e i 70’. Ma visti i progressi tecnologici, gli allenamenti più meticolosi, l’alimentazione più curata e il conseguente livellamento degli atleti, si pensava che quei tempi fossero definitivamente tramontati. Eppure, oggi tutto sembra tornato alle origini. E il 2024 di Tadej Pogacar ne è la prova. Lo sloveno quest’anno ha completato la doppietta Giro d’Italia-Tour de France, che mancava da Marco Pantani 1998, ha vinto il titolo mondiale in linea, che solo Merckx nel 1974 e Stephen Roche nel 1987 avevano accoppiato a Giro e Tour nella stessa annata, e due classiche monumento: la Liegi-Bastogne-Liegi e il Giro di Lombardia. Successi che in una singola stagione nessun’altro aveva mai ottenuto. Neanche Merckx è arrivato a tanto. Il belga nel suo anno migliore, il 1972, ha vinto Giro, Tour, Milano Sanremo, Liegi e Lombardia. Ma non il Mondiale. Coppi nel 1949 si “fermò” a Giro, Tour e due corse monumento: la Sanremo e il Lombardia.

Quanto fatto quest’anno da Pogacar è unico e senza precedenti. Un po’ come la percentuale di successi in rapporto alle gare disputate. Nel 2024 lo sloveno ha vinto 25 corse come solo il velocista Alessandro Petacchi nel 2005 aveva fatto nel XXI secolo. Il tutto in 58 giorni di gara, che equivale al 43,1% di efficacia. Nelle corse di un giorno ha perso solo due volte, alla Milano Sanremo (terzo) e al Gp de Quebec (settimo). Al Giro d’Italia ha vestito la maglia di leader dal secondo all’ultimo giorno, sfiorando il record di Gianni Bugno, unico capace di indossarla dall’inizio alla fine nel 1990. E quasi lo stesso ha fatto al Tour, con 19 giorni in giallo su 21, nonostante la concorrenza più qualificata di Jonas Vingegaard, bicampione uscente, Remco Evenepoel e Primoz Roglic.

Un uomo solo al comando”, disse il radiocronista Mario Ferretti nella Cuneo-Pinerolo del Giro d’Italia 1949 in riferimento a Coppi. Ecco, non esiste frase più appropriata per riassumere il 2024 di Pogacar, che è stato in fuga solitaria per 967 dei 9.959 km percorsi, il 9,7% del totale. Le intenzioni di salutare la compagnia degli avversari in anticipo si erano viste fin dall’esordio stagionale alla Strade Bianche, quando lo sloveno staccò tutti a 81 km dal traguardo. E nel corso dell’anno sono proseguite. Alla Liegi sono stati 34,8 i km di fuga solitaria. Ma al Mondiale ha alzato il livello. Nello stupore generale Pogacar ha attaccato quando mancavano 100 km al traguardo. I rivali hanno pensato fosse pazzo. E invece lo sloveno ha stupito tutti ancora una volta, portando a termine l’azione e percorrendo gli ultimi 51,5 km da solo. Con la maglia arcobaleno indosso si è poi esaltato prima al Giro dell’Emilia, dove se n’è andato ai meno 38 km, e poi al Lombardia, con 48,4 km di assolo. Nella classica delle foglie morte ha eguagliato il primato di quattro successi consecutivi di Coppi, ottenuti tra il 1946 e il 1949, e nel 2025 punterà a migliorare anche questo record.

Qualcuno potrebbe pensare che i rivali non siano alla sua altezza. Ma è sbagliato: almeno altri quattro ciclisti stanno segnando quest’epoca. Uno è Evenepoel, che alle Olimpiadi di Parigi ha vinto sia la cronometro che la gara in linea, il primo a riuscirci nella storia dei Giochi. L’altro è Mathieu Van der Poel, vincitore del Giro delle Fiandre e della Parigi-Roubaix nel 2024 e 11 volte campione del mondo in linea tra strada, ciclocross e gravel. E poi non vanno dimenticati Vingegaard, che nel 2022 e 2023 ha battuto Pogacar al Tour, e Roglic, reduce dal quarto trionfo alla Vuelta di Spagna. A questi cinque andrebbe aggiunto anche Wout Van Aert, che però quest’anno è stato penalizzato dagli infortuni.

Tutto questo per dire che il 2024 di Pogacar è stato un anno incredibile e forse irripetibile. Ora i prossimi obiettivi sono: Milano Sanremo, Parigi-Roubaix e Vuelta di Spagna. Successi che lo consegnerebbero definitivamente alla storia dello sport, non solo del ciclismo. Se la corsa a tappe spagnola sembra quasi una formalità, più difficile sarà vincere Sanremo e Roubaix. La prima è la gara più imprevedibile del calendario, vedi i 17 vincitori diversi nelle ultime 17 edizioni dal 2005 a oggi. La seconda lo sloveno non l’ha mai corsa e forse servirà una preparazione specifica per domare le pietre del pavé francese. Ma guai a darlo per battuto perché con Pogacar tutto è possibile.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

“Italia, che vergogna aver giocato contro Israele”: Roger Waters stronca la Nazionale di Spalletti

next
Articolo Successivo

“Il clostebol serve per mascherare cicli di doping pesante”: nuove accuse a Sinner, ora Kyrgios si improvvisa anche medico

next