Procedura di licenziamento aperta e stop al contratto integrativo. Con una “mossa unilaterale” Berco ha deciso di licenziare 480 operai della fabbrica di Copparo, in provincia di Ferrara. L’azienda metalmeccanica, nata proprio a Copparo e ora parte dell’universo del colosso tedesco Thyssenkrupp, produce componenti e sistemi sottocarro per macchine movimento terra cingolate e le relative attrezzature per la revisione e la manutenzione.

Nello stabilimento vicino a Ferrara lavorano circa mille dipendenti, quindi la procedura di licenziamento interessa quasi la metà degli assunti. Le Rsu di Fim, Fiom e Uilm hanno immediatamente dichiarato lo stato di agitazione e invitato i lavoratori a uscire dalla fabbrica. “Pensiamo – sostengono – che questa decisione unilaterale sia tutt’altro che un segnale di apertura per mantenere aperto un tavolo di trattativa”.

L’azienda – che già ha fatto largo uso di ammortizzatori sociali – aveva anticipato nelle scorse settimane di voler tagliare 550 posti di lavoro tra Copparo e Castelfranco Veneto. La prima comunicazione aveva spinto la politica locale a richiedere l’apertura di un tavolo ministeriale per affrontare la vertenza. Una prima crisi investì Berco nel 2013: la multinazionale voleva tagliare 611 dipendenti, ma una serrata trattativa sindacale fermò a 300 le uscite tra esodi incentivati e accompagnamenti alla pensione.

Undici anni dopo, gli operai sono di nuovo in bilico. E per il territorio ferrarese si tratta della seconda crisi in poche settimane dopo la decisione di Regal Rexnord di Masi Torello di chiudere e delocalizzare in India e in Cina lasciando a casa 77 dipendenti.

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