Iniziamo subito con uno “shock”: la nuova hypercar della Ferrari non è spinta dal più nobile dei propulsori, il 12 cilindri aspirato. No signore. E pazienza che le sue celebri progenitrici, LaFerrari, la Enzo ma anche la F50, lo fossero: i tempi cambiano e, in epoca di elettrificazione, a Maranello sono convinti sia lecito sacrificare il numero di bielle e pistoni in favore di batterie e motori elettrici. Avete già capito, vero? Esatto, la nuova F80 è una hypercar ibrida, molto più ibrida di quanto già lo fosse LaFerrari.
E al posto del sacro dodici cilindri ha un “sacrilego” V6 biturbo. Aspettate a suonare il requiem del Cavallino, però, e leggete bene quanto segue: “Oggi sia in Formula 1 sia nel World Endurance Championship (WEC) si utilizzano motori V6 turbo abbinati a un sistema ibrido a 800 V; è risultato quindi naturale il transfer di tale architettura, utilizzando la quale peraltro Ferrari ha conquistato due 24 Ore di Le Mans consecutive con la 499P”, spiega Ferrari. Tradotto: la meccanica di quest’auto deriva strettamente dal mondo delle competizioni.
Potenza massima 1.200 Cv, 0-100 km/h bruciato in 2,15 secondi, 0-200 archiviato in appena 5,75 secondi e velocità massima di 350 km/h. In altre parole, la F80 è la Rossa stradale più veloce mai esistita. Già, perché l’ibrido alla “Ferrari maniera” è pensato non solo per rendere la vetture più eco-friendly ma, soprattutto, per esaltarne le prestazioni. Così, accanto ai 900 CV erogati dal 3 litri V6 biturbo – che ha una potenza specifica record di 300 Cv per litro di cubatura; e che beneficia di due “e-turbo” che, grazie al motore elettrico posizionato tra ciascuna delle turbine e il compressore consente di raggiungere potenze altissime e vanta una risposta immediata pure ai bassi regimi – ce ne sono altri 300 che arrivano dai motori elettrici, installati nel cambio e, due, a motorizzare l’assale anteriore, col beneficio di conferire all’auto la trazione a 4 ruote motrici.
La meccanica elettrica, poi, è alimentata da una batteria “piccola”, da 2,28 kWh, che pesa poco meno di 40 kg. Ecco perché la massa complessiva del veicolo è limitata a ragionevolissimi 1.525 kg a secco. Un risultato possibile grazie anche alla presenza di una sofisticata monoscocca di carbonio (i sottotelai anteriore e posteriore sono in alluminio e sono fissati alla cellula con viti in titanio), che contribuisce ad assicurare lo straordinario rapporto peso/potenza della F80: 1,27 kg/Cv. Incredibile.
Così come è incredibile la downforce prodotta dall’S-Duct anteriore, dal fondo carenato, e dall’ala retrattile posteriore, molto ben integrata nel design del veicolo: sicché il carico verticale è pari a 1050 kg alla velocità di 250 km/h. Del resto quest’auto rappresenta la “vetrina tecnologica e prestazionale del meglio di ciò che la Casa di Maranello può offrire”, spiegano dalla Ferrari, aggiungendo che l’auto prevede pure sospensioni attive, freni carboceramici e tutte le primizie tecnologiche immaginabili per ottimizzare la dinamica di marcia e la sicurezza del veicolo. Di F80 ne saranno realizzate appena 799 unità, (già tutte) vendute ciascuna a 3,6 milioni di euro.