Giustizia & Impunità

“Otto milioni di fondi Ue per assumere figli di politici e sponsorizzare squadre di calcio”: domiciliari per l’ex senatore del Pd Papania

Fondi regionali e comunitari destinati a corsi di formazione in Sicilia che per l’accusa sono stati usati per assumere come tutor e docenti i figli e parenti dei politici locali. In questo modo gli enti formativi sono diventati “postifici”, mentre il denaro veniva usato per finanziare le campagne elettorali e squadre di calcio dilettantistiche. Appena […]

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Fondi regionali e comunitari destinati a corsi di formazione in Sicilia che per l’accusa sono stati usati per assumere come tutor e docenti i figli e parenti dei politici locali. In questo modo gli enti formativi sono diventati “postifici”, mentre il denaro veniva usato per finanziare le campagne elettorali e squadre di calcio dilettantistiche. Appena un mese fa l’ex senatore del Pd Antonino Panania è finito in carcere nell’inchiesta della Dda di Palermo per voto di scambio politico mafioso, adesso è travolto dalla doppia indagine giudiziaria della guardia di finanza di Palermo, dalla procura di Marsala e della Procura Europea (Eppo), quest’ultima rappresentata dai magistrati Gery Ferrara e Amelia Luise.

Papania è accusato di essere il promotore e “dominus” dell’associazione a delinquere che – secondo le accuse – ha ottenuto “indebitamente” tra il 2014 e il 2020 oltre 8,7 milioni di euro di fondi destinati a corsi di formazione, ma che sarebbero stati usati per corrompere politici compiacenti e avere il loro sostegno elettorale per le regionale 2022. L’ex senatore è anche accusato di corruzione, truffa aggravata, autoriciclaggio e malversazione, e sotto inchiesta sono finite 16 persone.

Il dominus – “Seppure formalmente estraneo”, scrive il gip Massimo Giuseppe Carleo nell’ordinanza dell’inchiesta Eppo, Papania sarebbe il “dominus effettivo e gestore di fatto dell’Ente di formazione Centro Siciliano per la Formazione Professionale (CE.SI.FO.P.)”, si sarebbe inoltre interessato anche dell’associazione Tai, amministrata dal suo “segretario particolare” Angelo Rocca, già candidato alle elezioni regionali del 2022 con l’Movimento per l’Autonomia dell’ex governatore Raffaele Lombardo; e dell’Istituto di Studi e Ricerche Economiche e Sociali (Ires), amministrato da Mario Castelli. Rocca che era stato solo citato negli atti dell’inchiesta per voto di scambio, adesso è indagato in concorso con Papania. Le stesse accuse sono condivise con Castelli.

I contributi degli enti – È l’ex senatore ad informarsi sui corsi che vengono organizzati a Marsala e Mazara, ma anche sui colloqui per le selezioni dei tutor e docenti. Si reca persino a Palermo per il sopralluogo di una nuova sede dell’ente in centro città, che però costerebbe 1.500 euro al mese di affitto, per circa trecento metri quadri. “E va beh, ma se è buona e li vale… e la prendiamo e non se ne parla più”, commenta Papania. E se il curriculum del figlio del politico da assumere è debole, per l’ex senatore non è un problema: “Ci pensiamo noi”. Sempre in qualità di “dominus”, si interessa della procedura del Durc per gli enti Cesifop, Ires e Tai, e secondo gli inquirenti, avrebbe “usato sistematicamente, l’artificio di rateizzare il debito contributivo”, senza che in seguito venisse “onorato”, “se non (a volte) pagando la prima rata”. “Per quanto riguarda invece li Cefisop, basta fare la fidejussione eh… e pagare la prima rata per ottenere il Durc”, dice Papania in una conversazione intercettata con un suo collaboratore.

Soldi e corruzione – Il flusso di denaro proveniente dai fondi pubblici, come emerge nell’inchiesta congiunta della procura di Marsala e Eppo, sarebbe stato usato per compiere una vera e propria campagna acquisti politica. Il Cesifop e l’associazione Tai, si legge negli atti, sono usati “come vero e proprio bacino di posti di lavoro da elargire per attrarre nelle proprie fila politici del Trapanese in vista di un futuro appoggio nelle consultazioni politiche regionali del settembre 2022 e comunque per accrescere il peso politico del Movimento Via”. Papania, il suo braccio destro Rocca e il collaboratore Ignazio Chianetta, tutti finiti ai domiciliari, operano nella “politica alcamese, trapanese e marsalese, con influenze anche regionali all’interno del movimento politico Via (Valori, Impegno, Azione)”, avrebbero corrotto “esponenti politici cooptati al movimento in cambio di posti di lavoro”, in molti casi anche falsificando i curriculum dei candidati.

Gli altri indagati – Sotto accusa sono finiti tre consigliere comunali di Marsala: Michele Maurizio Accardi (divieto di dimora) per aver accettato l’assunzione in una casa di riposo per la figlia Sara (anche lei indagata); Pellegrino Guglielmo Ferrantelli (divieto di dimora), già di Fratelli d’Italia, per il nipote Antonio Peppino Licari (non indagato) assunto nella Tai; e Vanessa Titone (divieto di dimora) che vede il figlio Antonio Parrinello (non indagato) scelto come tutor nel Cesifop. A questo episodio avrebbe contribuito anche il collaboratore del senatore e gerente dell’ente, Manfredi Vitello, finito ai domiciliari. A loro si aggiunge Vincenzo Monteleone (divieto di dimora), presidente del consiglio comunale di Custonaci, per l’assunzione del figlio Gianni Monteleone (non indagato) come tutor nel Cesifop; e il consigliere comunale di Castelvetrano, Antonio Giancana (divieto di dimora), assunto anche lui come docente nello stesso ente. Somme di denaro sarebbero anche state utilizzate per sponsorizzazioni a club dilettantistici Mazara Calcio (6100 euro) e Mazarese 2 (12 mila euro).