La presidente del Consiglio Giorgia Meloni dice di sentire “molte falsità” sugli investimenti in sanità previsti in legge di bilancio. Lo scrive sui social, mentre si prepara ai vertici di Bruxelles con gli altri leader europei. E promette di fare “ancora più chiarezza” snocciolando nuovi dati: “+6,4 miliardi per la sanità in due anni (+2,37 miliardi nel 2025 e +4,12 miliardi nel 2026). Record della storia d’Italia per il fondo sanitario nazionale: 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026. Questi i numeri. Il resto sono mistificazioni“. Lo sono davvero? In realtà le cifre messe nero su bianco nel Documento programmatico di bilancio inviato dal governo all’Ue sono un po’ diverse, come sottolinea – rispondendo a Meloni direttamente sui social – Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe, che si occupa del monitoraggio sulla sostenibilità del servizio sanitario pubblico.

“Gentile presidente Giorgia Meloni – scrive Cartabellotta -, il suo tentativo di fare più chiarezza confonde ulteriormente. Perché Lei somma le risorse assegnate alla sanità in due Leggi di Bilancio: 2024 e 2025. In attesa del testo della manovra, stando al Dpb i numeri sono: +0,86 miliardi di euro nel 2025 ; +3,1 miliardi nel 2026; +0,17 miliardi nel 2027″. Cifre a cui appunto, come ha ribadito il ministero dell’Economia mercoledì sera, vanno sommate quelle già previste per la sanità dalle manovre precedenti. Che portano il totale a 2,3 miliardi. Il fondo sanitario nazionale sale così da 134,1 a 136,4 miliardi come dice la premier. “Lasci stare i record – consiglia comunque il presidente di Gimbe – quelli appartengono allo sport. Altrimenti citiamo come triste primato i 4,5 milioni di persone che non si curano più, di cui 2,5 milioni per ragioni economiche”. Traduzione: se si tiene conto dell’inflazione, si scopre che aumentare gli stanziamenti di un paio di miliardi in valore assoluto è del tutto insufficiente per coprire tutti i bisogni, dalle assunzioni di sanitari alla riduzione delle liste d’attesa.

A sottolineare questo aspetto è il Partito democratico. Sempre sui social a riassumere i numeri è Antonio Misiani, senatore e responsabile Economia del Pd. “In rapporto al Pil, tra il 2010 e il 2022 il Fondo sanitario nazionale ha oscillato tra un minimo del 6,31% (2022 – governo Draghi) e un massimo del 7,18% (2020 – governo Conte 2). Con il ‘record della storia d’Italia’ di cui parla la presidente Meloni, nel 2025-2026 si scenderà al 6,05 per cento. Il minimo storico degli ultimi 15 anni. Questi sono i numeri. Il resto è pura propaganda”. Da una tabella allegata al messaggio da Misiani – nella quale sono racchiusi dati Istat e Mef sul fondo sanitario nazionale e i dati aggiornati sul pil – sono elencate le spese previste per la sanità e l’evoluzione rispetto al pil. Quello che emerge è un calo di mezzo punto tra 2010 e 2025.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

Meloni ammette: “Sanità? Obiettivamente queste sono le risorse che abbiamo. Io ne avrei stanziate di più…”

next
Articolo Successivo

Lavoro, Mattarella: “Ci sono preoccupanti sacche di salari bassi che lacerano la coesione sociale. Molti immigrati esposti a sfruttamento spietato”

next