L’uccisione del leader di Hamas, Yahya Sinwar, rappresenta un altro duro colpo nei confronti di Hamas da parte di Israele. Lo Stato ebraico non ha risparmiato neanche gli altri gruppi o milizie accomunati dall’avversione per Tel Aviv, come Hezbollah in Libano o le Guardie rivoluzionarie iraniane. Prima della morte di Sinwar, i più noti personaggi del cosiddetto “asse della resistenza” eliminati erano Hassan Nasrallah, storico leader del Partito di Dio, ucciso il 27 settembre a Beirut insieme al vice comandante della Forza Quds dei Pasdaran in Libano e ad altri alti ufficiali, e il predecessore di Sinwar, Ismail Haniyeh.

A inizio ottobre, poi, è toccato a Hashem Safieddine, quello che sarebbe dovuto essere il successore di Nasrallah, rimasto vittima di un raid alla periferia meridionale della capitale libanese. Tornando ancora più indietro nel tempo, il 24 settembre viene ucciso Ibrahim Qubaisi, comandante e figura di spicco della divisione missilistica di Hezbollah, responsabile anche, secondo Israele, dell’attacco nel 2000 in cui furono uccisi e rapiti tre soldati dell’Idf, i cui corpi furono restituiti in uno scambio nel 2004. Il 20 settembre a perdere la vita è uno dei leader più importanti di Hezbollah, Ibrahim Aqil: sulla sua testa pendeva una taglia da 7 milioni di dollari per il suo presunto coinvolgimento nell’attentato contro l’ambasciata americana a Beirut nell’aprile del 1983 e alla caserma dei Marines nell’ottobre dello stesso anno. Nello stesso giorno Ahmed Wahbi, un alto comandante del partito sciita, perde la vita sotto lo stesso raid a Beirut.

Il 30 luglio, sempre durante un attacco a Beirut, viene colpito a morte il braccio destro di Nasrallah, Fuad Shukr. Secondo lo Stato ebraico, era una figura chiave nel trasferimento in Libano dei sistemi missilistici a lunga gittata di fabbricazione iraniana. Come detto, il 31 luglio cade un altro nome eccellente: una bomba esplosa nella foresteria dei pasdaran a Teheran uccide Ismail Haniyeh, fondatore di Hamas e capo politico del partito.

Ancora prima, il 13 luglio, era stato eliminato Mohammed Nasser, responsabile di una parte delle operazioni di Hezbollah alla frontiera. L’11 giugno, invece, era giunta la fine per Taleb Abdallah, comandante senior di Hezbollah e responsabile del lancio dei missili anti-tank e dei razzi dal sud-ovest del Libano verso Israele. Infine, durante un raid del 2 aprile contro il consolato iraniano di Damasco, perde la vita Mohammad Reza Zahedi, comandante senior della Forza Quds iraniana e responsabile del collegamento con Hezbollah, tra le più importanti perdite del regime degli ayatollah.

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