“Se anche Tavares andasse in cassa integrazione capirebbe cosa stiamo provando ora”. Enzo è uno degli operai delle carrozzerie di Mirafiori in cassa integrazione fino al 4 novembre. Questa mattina è sceso in piazza davanti alla storica palazzina di corso Agnelli per un’assemblea pubblica alla vigilia dello sciopero generale di domani a Roma. “Siamo obbligati a fare l’assemblea sotto la pioggia perché le carrozzerie di Mirafiori non stanno lavorando da settimane e non lavoreranno per altre settimane” racconta al megafono Gianni Mannori, responsabile Mirafiori per la Fiom Cgil. Non ci sono solo i lavoratori di Stellantis, ma anche quelli dell’indotto. “Siamo in grande sofferenza perché siamo i primi della catena dell’indotto – racconta Domenico Ciano, rsu della Lear di Grugliasco – se non si producono auto, non si producono componenti e noi rimaniamo a casa”. Tra Stellantis e indotto, secondo le stime dei sindacati, ci sono sessantamila famiglie a rischio soltanto a Torino. “Vorrei che chi sta dietro le finestre dei piani alti di questa palazzina, luogo emblematico di Stellantis, ascolti questa voce – conclude Rocco Cutrì, segretario generale della Fim di Torino – noi non vogliamo rimanere in piazza, vogliamo che si apra un tavolo di trattativa. Non accettiamo che un’azienda come Stellantis abbandoni il confronto al ministero e si limiti a chiedere solo un sostegno economico. Ci vuole una contropartita di impegni, progetti e lavoro”.