Da Miranda Priestly a Neil Armstrong il passo è breve, almeno per Prada. Se nel celebre film “Il diavolo veste Prada” il mondo della moda si intrecciava con quello dell’editoria, oggi il brand italiano sbarca nientemeno che sulla Luna, vestendo gli astronauti della missione NASA Artemis III. Dimenticate le ingombranti tute bianche delle missioni Apollo: nel settembre 2026, quando l’umanità tornerà a calpestare il suolo lunare dopo 54 anni, lo farà con un tocco di stile inconfondibilmente italiano.
La notizia è stata annunciata al Congresso Astronautico Internazionale di Milano, dove Axiom Space, l’azienda aerospaziale texana incaricata dalla NASA di realizzare le nuove tute lunari, ha svelato il frutto della collaborazione con Prada: la AxEMU, Axiom Extravehicular Mobility Unit. Un progetto ambizioso, nato nel 2020 da un’intuizione di Lorenzo Bertelli, responsabile marketing di Prada e figlio di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, che ha messo insieme due mondi apparentemente distanti, la moda e l’aerospaziale. “Lavorare con Prada è stato utile non solo per l’esperienza nelle tecniche di lavorazione e per la conoscenza dei materiali, ma anche per la capacità di disegnare una bella tuta: è un simbolo, un’icona della nostra società”, ha dichiarato Russell Ralston, vicepresidente esecutivo di Axiom Space.
Ma la AxEMU non è solo un capolavoro di design, è anche un concentrato di tecnologia all’avanguardia: “Sulla Luna si può passare da -200 gradi all’ombra a più di 100 sotto il sole”, spiega Lorenzo Bertelli. “Questa è una grossa sfida, che il rivestimento della tuta permette di affrontare”. Realizzata con materiali innovativi e cuciture “aperte” anti-polvere lunare, la tuta proteggerà gli astronauti dalle temperature estreme, dalla pericolosa regolite e garantirà una mobilità senza precedenti. “Gli astronauti dovranno piegarsi e inginocchiarsi per raccogliere campioni del suolo”, spiega Ralston. “AxEMU offre una mobilità superiore alle vecchie tute lunari, grazie a una combinazione di giunture morbide e rigide”.
E per chi teme che l’estetica sia stata sacrificata in nome della funzionalità, Bertelli rassicura: “A parità di funzionalità, abbiamo optato per le soluzioni con più stile”. Come la linea rossa che percorre la tuta, un elemento distintivo che richiama il design Prada e aiuta gli astronauti a riconoscersi. La missione Artemis III, che vedrà la prima donna calpestare il suolo lunare, si preannuncia quindi non solo un passo avanti per l’esplorazione spaziale, ma anche un’occasione per portare l’eleganza italiana nello spazio. “L’economia spaziale è già arrivata: questo è solo l’inizio”, commenta Bertelli. E chissà che, tra qualche anno, non potremo tutti sfoggiare una tuta spaziale firmata Prada per le nostre vacanze lunari.