Cronaca

Il medico no vax Tiziano Talamazzi radiato dall’Ordine: definiva il vaccino anti Covid “veleno”

L’ordine dei medici ha radiato il medico no vax Tiziano Talamazzi. Ematologo e dentista, il 70enne di Cremona ha da sempre assunto posizioni contro il vaccino anti-Covid, definendolo “veleno” e proponendo ai suoi pazienti, come riporta la Provincia di Cremona e come mostrato da un servizio de Le Iene, una “terapia” fatta di integratori di Mattia Testa, il “farmacista libero” già sospeso dal suo Ordine di Milano, pagata profumatamente.

La decisione è stata presa ieri sera, mercoledì 16 ottobre: Talamazzi si è presentato davanti alla Commissione con i suoi tre avvocati, poi è uscito senza rilasciare dichiarazioni e coprendosi il volto con una mano. La camera di consiglio, dopo l’espulsione, ha emesso il provvedimento più drastico. Il medico però potrà continuare a indossare il camice almeno per due mesi: la commissione disciplinare ha trenta giorni per depositare la motivazione e altrettanti ne avrà lui per ricorrere alla Commissione centrale per gli esercenti delle professioni sanitarie.

La posizione del medico era ritenuta “allarmante“: per l’istruttoria sono stati acquisiti anche i pareri di tre virologi, Claudia Balotta, Matteo Bassetti e Roberto Burioni. “La commissione – ha detto Pietro Signorini, presidente della commissione disciplinare dell’Albo dei medici – con la massima attenzione, accortezza, profondità e giudizio, e con il rispetto al diritto di difesa che attraverso i suoi avvocati ha fatto valere, ha affrontato la posizione del dottor Talamazzi sulla base degli elementi che avevamo raccolto nella fase ‘istruttoria’. Bassetti ha addirittura fatto una specie di lectio magistralis, che ci ha riportato in maniera molto raffinata e molto autorevole, citando anche lavori e sottolineando l’assoluta mancanza di contenuto scientifico della tesi del dottor Talamazzi”.

Talamazzi puntava il dito principalmente contro la proteina spike responsabile, a suo dire, di stanchezza ma anche di alterazioni della pressione e di trombosi. La procedura per i pazienti, mostrata da Le Iene, consisteva nel pungere il dito, prelevando delle gocce di sangue, che venivano poi analizzate al microscopio. Secondo il medico da qui erano visibili i danni: nei globuli rossi erano presenti macchie. Da qui la terapia “anti proteina spike” che consisteva, appunto, in tre integratori del “farmacista libero”, la nattochinasi, la bromelina e la curcuma. Il tutto per 130 euro di visita “con la carta” o “100 senza fattura”, cioè in nero, più i soldi per gli integratori. Nel servizio de Le Iene, però, erano degli stessi esperti a smentire Talamazzi, sottolineando che le macchine non erano altro che “sporco che contamina il vetrino” e che non è possibile vedere “la trombosi con un vetrino”, oltre al fatto che “la proteina spike non viene inoculata con il vaccino” ma viene inoculato solo “materiale genetico che serve a produrre la proteina”, poi prodotta dall’organismo che rapidamente la distrugge”.