Il loro desiderio era acquistare una casa vacanze a Dubai. Così tre fratelli napoletani si sono affidati ad un agente immobiliare molto attivo sui social, versando una caparra di 45mila euro più 8mila per le pratiche, per un appartamento nella città degli Emirati Arabi Uniti. Dopo poco, però, i tre hanno scoperto di “essere stati truffati”, denunciando tutto alla procura della Repubblica di Napoli. La storia è stata raccontata a Zona Bianca su Rete 4.

Secondo quanto ricostruito nella denuncia, i tre fratelli si sono rivolti all’agente, attivo nel mercato immobiliare estero, per investire i loro soldi. Tra le proposte anche quella di acquistare un appartamento in un grattacielo ancora in costruzione nel Distretto Business Bay dal valore di 270mila euro. L’appartamento è prenotato su progetto da un’altra persona che segue un piano di acquisto concordato con il costruttore e che deve pagare la seconda rata, i fratelli quindi, subentrerebbero all’acquirente.

La pratica è comune in Medio Oriente, si chiama “flipping”. Funziona così: un acquirente paga l’anticipo di una proprietà off plan e poi può decidere di rivenderla (con profitto), a seguito di una dichiarazione scritta rilasciata dalla competente autorità amministrativa su richiesta dell’interessato, ovvero il costruttore.

Per il subentro in questo caso è previsto il versamento di una caparra immediata al venditore pari a 80mila euro. I tre fratelli però raggiungono un accordo e versano di 53 mila euro, comprensivo di 45mila euro di caparra e 8mila per altre spese. Solo con un viaggio a Dubai i tre scoprono quella che loro definiscono “truffa”: sull’immobile pende un debito pregresso di 25mila euro di rate non pagate, cosa che impedirebbe il trasferimento della proprietà. Nonostante le richieste, però, il debito non viene saldato. “Ad oggi ci ritroviamo senza casa e senza risparmi – denunciano i tre – Il nostro sogno di una casa vacanze a Dubai è ormai infranto, poiché l’immobile, secondo le verifiche dei nostri legali, è stato già venduto successivamente a terzi”.

La Procura di Napoli, a seguito della denuncia presentata dai tre fratelli, sta indagando sul caso e sta cercando di rintracciare eventuali casi analoghi.

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