La decisione del Tribunale di Roma di bocciare il trattenimento dei 12 migranti bangladesi ed egiziani nel centro di Gjader in Albania scatena la più attesa delle tempeste nella politica italiana. Con il copione facilmente immaginabile di accuse e contro-accuse tra i partiti. I primi e più alterati per la decisione dei giudici di Roma […]
La decisione del Tribunale di Roma di bocciare il trattenimento dei 12 migranti bangladesi ed egiziani nel centro di Gjader in Albania scatena la più attesa delle tempeste nella politica italiana. Con il copione facilmente immaginabile di accuse e contro-accuse tra i partiti. I primi e più alterati per la decisione dei giudici di Roma sono gli esponenti della Lega che ne fanno una questione di vilipendio all’imputato Matteo Salvini: “Proprio nel giorno dell’udienza del processo Open Arms – si legge infatti in una nota del Carroccio – l’ordinanza che non convalida il trattenimento degli immigrati in Albania è particolarmente inaccettabile e grave. I giudici pro-immigrati si candidino alle elezioni, ma sappiano che non ci faremo intimidire”.
Di segno uguale e contrario le dichiarazioni dei partiti dell’opposizione da cui fioccano richieste di dimissioni e di abiura per Piantedosi. Anche dall’opposizione la lista dei commenti è lunga: critiche arrivano da Avs, da vari esponenti del Pd, dal Movimento 5 stelle e dai partiti centristi, fino a Matteo Renzi che ironizza: “Il governo butta via un miliardo per avere tre like”. Ma sono gli atti scritti che fanno tracimare la polemica e tirano in ballo la premier Giorgia Meloni. Pd, Avs e M5s hanno infatti inviato una interrogazione direttamente alla Ue – promossa da Cecilia Strada – in cui chiedono di verificare se sulle scelte del governo italiano sarà avviata una procedura di infrazione. Nel contempo i democratici lanciano l’allerta sul potenziale danno erariale causato dalla decisione di costruire il centro albanese. “Abbiamo presentato un’interrogazione e continueremo a chiedere quanto è costato quel viaggio” in Albania, “si configura un danno erariale”, ha rivendicato la segretaria dei democratici Elly Schlein. La “deportazione” in Albania è “costato 18mila euro a testa dopo per decenni avete abbaiato contro i 35 euro al giorno per l’accoglienza dei migranti. Vergogna – ha aggiunto – altro che modello. L’accordo con l’Albania viola la legge, è fuori legge. Siete andati ieri in Ue a presentare un progetto che viola il diritto., 800 milioni di buttati che potevano essere usati per la sanità”.
Affermazioni che hanno mandato su tutte le furie la presidente del Consiglio e si è tradotta nella risposta astiosa postata durante la visita in Libano: “Pd, M5S e AVS hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea chiedendo se intende aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia per l’accordo sui flussi migratori con l’Albania”, ha scritto Meloni su X. “Avete capito bene – sottolinea il premier – alcuni partiti italiani stanno di fatto sollecitando l’Europa a sanzionare la propria Nazione e i propri cittadini, con il solo obiettivo di colpire politicamente questo governo. Una vergogna che non può passare inosservata”.