F1 & MotoGp

Andrea Iannone in MotoGp: l’incredibile ritorno dopo 5 anni, sostituirà Di Giannantonio nel team di Valentino Rossi

Cinque anni dopo l’ultima volta, Andrea Iannone tornerà a correre in MotoGp. Il pilota abruzzese, squalificato nel 2020 per doping e ora in Superbike, prenderà il posto di Fabio Di Giannantonio sulla Desmosedici del team di Valentino Rossi. Iannone disputerà le ultime due gare della stagione a Sepang e a Valencia, visto che Di Giannantonio […]

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Cinque anni dopo l’ultima volta, Andrea Iannone tornerà a correre in MotoGp. Il pilota abruzzese, squalificato nel 2020 per doping e ora in Superbike, prenderà il posto di Fabio Di Giannantonio sulla Desmosedici del team di Valentino Rossi. Iannone disputerà le ultime due gare della stagione a Sepang e a Valencia, visto che Di Giannantonio sarà costretto a tornare in Italia dopo le gare in Australia e Thailandia per potersi operare alla spalla sinistra.

Si erano fatti tanti nomi come possibili sostituti, ma alla fine è intervenuto direttamente Valentino Rossi che, in accordo con il manager Ducati Gigi Dall’Igna, ha scelto Iannone. Il pilota abruzzese ha già guidato la Ducati in MotoGp e in questa stagione in Superbike è in sella alla Panigale V4 del Team Go Eleven. Si era parlato di un accordo con il Team Pramac per il 2025, poi saltato. Alla fine però le porte della MotoGp si sono nuovamente aperte per Iannone, anche se solo per due gare. Almeno per ora.

Il ritorno di Iannone
L’ultimo gran premio lo aveva corso il 27 ottobre 2019 a Philipp Island. Poi era arrivata la lunga e strana squalifica per doping: per la sua positività agli steroidi anabolizzanti, il Tas di Losanna aveva usato la mano pesante più che in altri casi. Sono ormai passati 5 anni, ma prima della squalifica Iannone era uno dei più esperti piloti di MotoGp. Le sue stagioni migliori per la verità sono state le ultime in Ducati: nel 2015 tre podi e il quinto posto nella classifica mondiale, l’anno successivo la prima e finora unica vittoria nella classe regina, in Austria. Poi il passaggio in Suzuki, con grosse difficoltà, e l’ultima stagione in Aprilia, se possibile ancora più complicata con una moto lontana parente di quella oggi in mano a Espargaro e Vinales.