Tramite un accesso agli atti del Consigliere comunale Antonio De Santis della lista civica Raggi, il Comune di Roma ha fornito i dati ufficiali relative alle assegnazioni di case popolari dal 2020 al 7 ottobre del 2024. Si tratta di dati preoccupanti sui quali è necessaria una riflessione che vada oltre la semplice presa d’atto. Per capire quale sia la situazione assegnazioni nella capitale d’Italia e di un Paese del G7 è bene partire dai dati ufficiali.
Nel 2020, anno Covid, le assegnazioni sono state tutte destinate a famiglie nella graduatoria, queste sono state 154.
Nel 2021, da ottobre – inizio insediamento della giunta Gualtieri – sono state assegnate alla graduatoria 164 alloggi, altri 89 alloggi assegnati in riserva a famiglie per lo sgombero dell’occupazione via del Caravaggio; 5 alloggi per famiglie di Castel Romano; 3 alloggi in cohousing per La Monachina. Quindi in totale le assegnazioni sono state 261.
Nel 2022, sono stati assegnati 127 alloggi a famiglie nelle graduatorie; 15 alloggi a famiglie assegnatari di via Inverigo per incendio immobile. Assegnati anche 210 alloggi per sgombero famiglie nelle occupazioni di Valle Fiorita e viale delle Province. In totale le assegnazioni sono state 352.
Nel 2023, sono stati assegnati 259 alloggi alla graduatoria, 5 assegnazioni temporanee per emergenza, nonché 50 alloggi: 44 per sgombero per lo sgombero di viale del Policlinico. Il totale delle assegnazioni: 314.
Nel 2024, con dati al 7 ottobre 2024, sono stati assegnati 86 alloggi a famiglie in graduatoria, 50 per progetto Pinqua – immobile via del Porto Fluviale; 14 alloggi per famiglie del Residence Romanina e Villaggio della solidarietà Lombroso; 2 alloggi per famiglie immobili Ferrovie di via Silvio Latino. In totale 152.
Con tutta evidenza si tratta di numeri non degni di una capitale di un Paese del G7, sarebbero già insufficienti per una media città italiana. Il numero di assegnazioni segnala come la questione abitativa a Roma stenti ad essere affrontata in maniera strutturale. Del resto non si può nascondere il ritardo nell’attuazione delle iniziative e dei programmi approvati nel luglio 2023 all’interno del Piano strategico per l’abitare, che ad oggi resta una bella cornice; ma la tela resta bianca.
Di fatto la giunta Gualtieri in tre anni ha assegnato solo, per esempio, la metà degli alloggi assegnati a Milano in un anno, mentre sono in linea con le assegnazioni di città quali Torino o Bologna che sono di gran lunga inferiori in quanto a numero di abitanti.
Per restare al Piano strategico per l’abitare, quasi nulla è stato messo a terra. Non istituito l’Osservatorio, non istituita l’Agenzia Casa; in tre anni il Comune, pur disponendo di 200 milioni di euro, ha acquistato solo i 120 alloggi ex Inps, mentre il sindaco ancora pochi giorni fa annunciava l’impegno a comprarne 2000 entro il 2026, cosa sulla quale avere qualche dubbio appare atto dovuto. Nulla anche per quanto riguarda il welfare abitativo, che a detta del Comune doveva essere la risposta agli sfratti: la bozza di delibera sembra sia in Campidoglio ma non vede luce. Intanto a Roma, negli ultimi tre anni della giunta Gualtieri, le famiglie in graduatoria sono aumentate del 40% arrivando a circa 18.600, le famiglie che hanno avuto una sentenza di sfratto sono state oltre 11.300 e gli sfratti eseguiti sono stati 4.900. Quindi a fronte di un peggioramento della precarietà abitativa a Roma si arriva al terzo anno di giunta Gualtieri con una evidente riduzione delle assegnazioni e un incremento della domanda abitativa.
Si continua dal Campidoglio nella pratica degli annunci, ma questi ora dopo tre anni non sono più sufficienti.
L’assessore Zevi, a commento dei dati resi pubblici dal Consigliere De Santis, ammette che mancano le case, ma è una ammissione che non lo assolve, in quanto a tre anni dal suo insediamento non abbiamo più case popolari, le 120 case ex Inps acquistate non possono essere certo contrabbandate per aumento quando contestualmente le famiglie in graduatoria sono circa 4.000 in più.
Dopo tre anni presentarsi nel 2024, anche se con dato al 7 ottobre, con un numero di assegnazioni di case popolari alla graduatoria pari a 86 dovrebbe vedere da parte del sindaco e dell’assessore preposto un mea culpa e non spacciare l’idea di acquistare 2000 alloggi in meno di due anni, quando nei tre anni precedenti se ne sono acquistati solo 120. Inoltre siamo alla soglia del Giubileo 2025 che sta già provocando guasti enormi in materia di riduzione di alloggi disponibili per la locazione; sia transitoria, sia per studenti che di lunga durata, che certo non aiuteranno nel contrastare la precarietà abitativa.
Da parte del Comune vedo una grave carenza programmatica e una assoluta sottovalutazione della questione abitativa che investe Roma Capitale. Sappiano Gualtieri e la sua giunta che sulla questione abitativa si giocano molte delle possibilità di essere rieletti. Ci sarebbe bisogno di meno sufficienza, di meno annunci e più azioni concrete.