Non è certo un bel periodo per Chiara Ferragni, tra il Tapiro d’Oro, la presunta fine della relazione con Silvio Campara e la recente sentenza del tribunale civile sul caso Balocco. Ma a dir la verità, forse questo periodo difficile dura già da un po’. Il “Pandoro-Gate” è stato l’episodio che ha innescato una serie di eventi che hanno stravolto la vita dell’influencer, attualmente seguita da 28,7 milioni di follower su Instagram. Da quel momento la sua immagine pubblica e personale è cambiata totalmente. Le cose non migliorano neanche se si dà uno sguardo economico finanziario al suo impero. Se n’è occupato Il Corriere della Sera, riportando dettagli e indiscrezioni.
Il nodo centrale riguarda i bilanci di cui, stando a quanto riportato dalla testata del gruppo RCS, non c’è traccia. Per intenderci: la Sisterhood è la holding di Chiara Ferragni sotto la quale gravitano le varie entità che gestiscono la parte commerciale, imprenditoriale e mediatica dell’imprenditrice. Una di queste è Fenice, licenziataria dei marchi e partecipata da due soci oltre a Ferragni (32,5%): Paolo Barletta (40%) che vorrebbe uscire al più presto e Pasquale Morgese (27,5%) che ha alzato il livello di scontro contro la gestione.
Ecco, pare che il consiglio d’amministrazione di Fenice (Barletta presidente, Ferragni amministratore delegato) non abbia convocato le assemblee per chiudere i conti. Cosa che solitamente si fa ad aprile, massimo giugno. Invece siamo ben oltre la metà di ottobre e tutto tace. Il motivo? Non tanto il Pandoro Gate (quando le cose non vanno bene, i bilanci possono segnare una perdita, ma vengono comunque conclusi), quanto la tensione tra i soci che potrebbe aver messo in dubbio proprio il futuro della società.
Eppure esisterebbe un piano industriale 2025-2029, ma su quali basi visto che prescinde necessariamente dai conti del 2023? Adesso la partita si gioca sui marchi. Le figure chiave sono quindi tre: Ferragni, Barletta e Morgese. Se Barletta è il grande investitore, che detta anche la strategia, Ferragni è il cuore di Fenice, dal momento che il business si regge (o reggeva?) proprio su di lei, sul suo volto, sulla sua immagine. A tutto ciò si aggiungono le indiscrezioni secondo le quali Barletta e Ferragni – amici e soci – starebbero trattando la compravendita del 40%.
Lui le avrebbe presentato un’offerta sulla quale riflettere. Il tempo massimo è di due settimane. Insomma: quanto vale il marchio Ferragni oggi? La risposta a questa domanda è la conditio sine qua non per ragionamenti più concreti. E infine: come si muoverà Morgese? Pare che il pressing su Barletta e Ferragni sia sempre più forte, come avevamo già anticipato a inizio estate. A questo punto alcuni cambiamenti sembrano non solo indispensabili, ma anche imminenti.