Idea Vilariño (Montevideo, 1920-2009) è una delle tre grandi figure femminili della generazione del 45, insieme ad Amanda Berenguer e Ida Vitale. È autrice di una poesia ricca di forte sensualità. Il suo tema più importante è la presenza della morte fin dal primo giorno della vita, perché in questo mondo bellezza e amore non possono esistere in maniera soddisfacente. Fin dalle sue prime poesie emerge un accento doloroso, giacché la sofferenza è una forma di conoscenza poetica. La sua è una poesia agonica, amara, anche se addolcita dall’amore sensuale di taglio intimista.

Pubblica la sua prima plaquette, La suplicante, nel 1945, riscuotendo un notevole successo. Forma parte della rivista «Clinamen» con Ángel Rama, Ida Vitale, Manuel Claps e Víctor Bacchetta. Fonda con Mario Benedetti l’importante rivista «Número» e collabora al prestigioso settimanale culturale «Marcha». Traduce Shakespeare, Eliot e Queneau e compone alcune canzoni che contribuiscono notevolmente alla sua popolarità: A una paloma sarà musicata da Daniel Viglietti, La canción y el poema da Alfredo Zitarrosa e Ya me voy pa’ la guerrilla e Los orientales da Los Olimareños. Nel 1947 pubblica Cielo cielo e due anni dopo Paraíso perdido. Agli anni 50 appartengono le sue raccolte più importanti: Por aire sucio (1950) e Nocturnos (1955).

Insegna letteratura negli istituti superiori e lavora nella Sala de Arte del Museo Pedagógico. Conosce Juan Carlos Onetti che sarà l’amore di tutta la sua vita, un amore tormentato, a cui dedica la sua opera più lacerante Poemas de amor (1957). Nel 1967 viaggia a Cuba, aderendo agli ideali della rivoluzione, a cui vengono dedicati parte dei componimenti di Pobre mundo. Con il colpo di stato del 1973 con cui inizia la dittatura militare, per Idea Vilariño che è vicina al Movimiento de Liberación Nacional dei Tupamaros, sono anni difficili, lascia l’insegnamento e si rifiuta di partire per l’Europa. Ristabilita la democrazia nel 1987, Idea accetta Il Gran Premio alla Labor Intelectual Enrique Rodó e il Premio del Ministerio de Educación y Cultura. Insegna letteratura presso la Facultad de Humanidades y Ciencias fino al 1988.

Muore a Montevideo, all’età di 88 anni.

E. C.

SI MURIERA ESTA NOCHE

Si muriera esta noche
si pudiera morir
si me muriera
si este coito feroz
interminable
peleado y sin clemencia
abrazo sin piedad
beso sin tregua
alcanzara su colmo y se aflojara
si ahora mismo
si ahora
entornando los ojos me muriera
sintiera que ya está
que ya el afán cesó
y la luz ya no fuera un haz de espadas
y el aire ya no fuera un haz de espadas
y el dolor de los otros y el amor y vivir
y todo ya no fuera un haz de espadas
y acabara conmigo
para mí
para siempre
y que ya no doliera
y que ya no doliera.

*
SE MORISSI STANOTTE

Se morissi stanotte
se potessi morire
se morissi
se questo coito feroce
interminabile
lottato e senza clemenza
abbraccio senza pietà
bacio senza tregua
raggiungesse l’apice e si afflosciasse
se proprio adesso
se adesso
socchiudendo gli occhi io morissi
sentissi che è finita
che la voglia è passata
e la luce non fosse più un fascio di spade
e l’aria non fosse più un fascio di spade
e il dolore degli altri e l’amore e il vivere
e ogni cosa non fosse più un fascio di spade
e finisse con me
per me
per sempre
e che più non dolesse
e che più non dolesse.

***

NO HAY NINGUNA ESPERANZA

No hay ninguna esperanza
de que todo se arregle
de que ceda el dolor
y el mundo se organice.
No hay que confiar en que
la vida ordene sus
caóticas instancias
sus ademanes ciegos.
No habrá un final feliz
ni un beso interminable
absorto y entregado
que preludie otros días.
Tampoco habrá una fresca
mañana perfumada
de joven primavera
para empezar alegres.
Más bien todo el dolor
invadirá de nuevo
y no habrá cosa libre
de su mácula dura.
Habrá que continuar
que seguir respirando
que soportar la luz
y maldecir el sueño
que cocinar sin fe
fornicar sin pasión
masticar con desgano
para siempre sin lágrimas.

*
NON C’È ALCUNA SPERANZA

Non c’è alcuna speranza
che tutto si sistemi
che finisca il dolore
e il mondo si organizzi.
Non bisogna sperare che
la vita ordini le sue
caotiche richieste
e le cieche maniere.
Non ci sarà un finale felice
né un bacio interminabile
assorto ed affidato
che preluda a altri giorni.
Né ci sarà una fresca
mattina profumata
di presta primavera
per cominciare allegri.
Il dolore piuttosto
invaderà di nuovo
senza una cosa libera
dalla sua dura macchia.
Bisogna andare avanti
non perdere il respiro
sopportare la luce
e maledire il sonno
cucinare senza fede
fornicare senza passione
masticare con disappetenza
per sempre senza lacrime.

***

ENTRE

Entre tus brazos
entre mis brazos
entre las blandas sábanas
entre la noche
tiernos
solos
feroces
entre la sombra
entre las horas
entre
un antes y un después.

*
TRA

Tra le tue braccia
tra le mie braccia
tra le lenzuola morbide
tra la notte
teneri
soli
feroci
tra l’ombra
tra le ore
tra
un prima e un dopo.

***

TE ESTOY LLAMANDO

Amor
desde la sombra
desde el dolor
amor
te estoy llamando
desde el pozo asfixiante del recuerdo
sin nada que me sirva ni te espere.
Te estoy llamando
amor
como al destino
como al sueño
a la paz
te estoy llamando
con la voz
con el cuerpo
con la vida
con todo lo que tengo
y que no tengo
con desesperación
con sed
con llanto
como si fueras aire
y yo me ahogara
como si fueras luz
y me muriera.
Desde una noche ciega
desde olvido
desde horas cerradas
en lo solo
sin lágrimas ni amor
te estoy llamando
como a la muerte
amor
como a la muerte.

*
TI STO CHIAMANDO

Amore
dall’ombra
dal dolore
amore
ti sto chiamando
dall’asfissiante pozzo del ricordo
senza che niente mi serva o ti aspetti.
Ti sto chiamando
amore
come il destino
come il sonno
la pace
ti sto chiamando
con la voce
col corpo
con la vita
con tutto ciò che ho
e che non ho
con disperazione
con sete
con pianto
come se fossi aria
e io affogassi
come se fossi luce
e io morissi.
Da una notte cieca
dall’oblio
dalle ore chiuse
nella solitudine
senza lacrime e amore
ti sto chiamando
come la morte
amore
come la morte.

***

EL AMOR

Un pájaro me canta
y yo le canto
me gorgojea al oído
y le gorgojeo
me hiere y yo le sangro
me destroza
lo quiebro
me deshace
lo rompo
me ayuda lo
levanto
lleno todo de paz
todo de guerra
todo de odio de amor
y desatado
gime su voz y gimo
ríe y río
y me mira y lo miro
me dice y yo le digo
y me ama y lo amo
–no se trata de amor
damos la vida–
y me pide y le pido
y me vence y lo venzo
y me acaba y lo acabo.

*
L’AMORE

Un uccello mi canta
e io gli canto
mi gorgheggia all’orecchio
e gli gorgheggio
mi ferisce e gli sanguino
mi annichila
lo spezzo
mi distrugge
lo rompo
mi aiuta
lo sollevo
pieno tutto di pace
e anche di guerra
tutto di odio di amore
e scatenato
geme se parla e gemo
ride e rido
e mi guarda e lo guardo
mi dice e io gli dico
e mi ama e io lo amo
– non si tratta di amore
diamo la vita –
e mi chiede e gli chiedo
e mi vince e lo vinco
e mi estingue e lo estinguo.

***

EL ENCUENTRO

Todo es tuyo
por ti
va a tu mano tu oído tu mirada
iba
fue
siempre fue
te busca te buscaba
te buscó antes
siempre
desde la misma noche
en que fui concebida.

Te lloraba al nacer
te aprendía en la escuela
te amaba en los amores de entonces
y en los otros.

Después
todas las cosas
los amigos los libros los fracasos
la angustia los veranos las tareas
enfermedades ocios confidencias
todo estaba marcado
todo iba
encaminado
ciego
rendido
hacia el lugar
donde ibas a pasar
para que lo encontraras
para que lo pisaras.

*
L’INCONTRO

Tutto è tuo
per te
va alla tua mano al tuo orecchio al tuo sguardo
andava
andò
sempre andò
ti cerca ti cercava
ti cercò prima
sempre
fin dalla stessa notte
in cui fui concepita.

Ti piangeva alla nascita
ti imparava a scuola
ti amava negli amori di allora
e negli altri.

Dopo
tutte le cose
gli amici i libri i fallimenti
l’angoscia le estati le incombenze
malattie ozi confidenze
era tutto segnato
tutto era
indirizzato
cieco
arreso
verso il luogo da dove
tu saresti passato
perché lo ritrovassi
perché lo calpestassi.

***

LA METAMORFOSIS

Entonces soy los pinos
soy la arena caliente
soy una brisa suave
un pájaro liviano delirando en el aire
o soy la mar golpeando de noche
soy la noche.
Entonces no soy nadie.

*

LA METAMORFOSI

Allora sono i pini
sono la sabbia calda
sono la dolce brezza
un uccello leggero che delira nell’aria
o sono il mare che sbatte di notte
sono la notte.
E non sono nessuno.

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