“Quando stai mesi e mesi in cassa integrazione, sei costretto a fare sacrifici. Non solo sui vestiti, ma anche su che cosa comprare al supermercato e inizi a pensare se spostare o no in avanti le visite mediche”. Michela è una delle operaie delle carrozzerie di Mirafiori. Negli ultimi cinque mesi ha lavorato in soltanto dieci giorni. Una media di due giorni al mese. A Mirafiori la produzione della 500 elettrica è ferma fino a novembre. E oggi si terrà lo sciopero nazionale dei lavoratori del settore automotive che si ritroveranno a Roma. “Praticamente è come un lavoro a chiamata” racconta una sua collega, Tiziana. È entrata in fabbrica 27 anni fa. E ha visto le tante crisi che ha attraversato quella che un tempo si chiamava Fiat: “Ma questa sembra essere la peggiore. Non vediamo il futuro”. Mirafiori si è ormai “spopolato” racconta Fabiola. Anche lei è entrata in servizio nel 1997. “Una volta arrivavano modelli sempre nuovi, oggi abbiamo solo la 500 elettrica che non è andata bene” racconta a margine dell’assemblea sindacale che si è tenuta giovedì di fronte alla porta 5 di Mirafiori. “Oggi ci ritroviamo a vivere come pensionati ma senza la pensione perché non esci per non spendere, non fai attività sociale, e se sei da solo ti rinchiudi in casa e arriva la depressione, non è una bella vita”. Con la cassa integrazione e la solidarietà, gli stipendi passano “dai 1600-1700 euro ai 1100 1200 euro” spiega Enzo. L’azienda ha proposto ad alcuni lavoratori di spostarsi in Polonia e in Francia. Tra questi c’è anche Franco che non ha accettato la proposta: “Con un’età media di 56 anni come si fa a prendere e spostarsi? Queste proposte non sono accettabili”. Gli operai e le operaie di Mirafiori non ne possono più di stare in cassa integrazione: “Non vogliamo essere pagati per stare a casa, vogliamo lavorare e guadagnarci lo stipendio e la nostra dignità”.
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