L’area era deserta fino almeno al 2007. Priva di qualsiasi costruzione. Questo dicono le aerofotogrammetrie. Da allora in poi, lungo via Cava a Massa Lubrense, nel Napoletano, furono realizzate “opere di urbanizzazione quali strade, viali e varchi d’accesso” che la trasformarono “in un’area antropizzata, snaturandone la particolare bellezza”. E di tutto questo ne avrebbe beneficiato in particolare una casa abusiva e condonata con un condono ritenuto fasullo. Quale? Quella del dimissionario assessore al condono Domenico Tizzano.

I virgolettati sono estratti da un comunicato della Procura di Torre Annunziata, che rende noto un clamoroso sviluppo della “Condonopoli” di Massa Lubrense, raccontata in questi giorni su ilfattoquotidiano.it. E’ la nota a firma del procuratore Nunzio Fragliasso che informa che i carabinieri hanno sequestrato l’immobile abusivo di Tizzano (e del padre). Viene contestato il reato di lottizzazione abusiva e di opere realizzate in zona sottoposta a vincoli paesaggistici e idrogeologici, in assenza di pareri e autorizzazioni di Soprintendenza e Genio Civile.

I pm sostengono in sostanza che l’intera area intorno a casa Tizzano, su via Cava, fu sottoposta a lavori che la stravolsero e la trasformarono in quel che appare agli occhi adesso. Ed il reato di lottizzazione abusiva è molto più grave rispetto all’imputazione di un semplice abuso edilizio. Se processualmente accertata – anche con una eventuale sentenza di prescrizione – comporta la confisca e l’acquisizione al patrimonio comunale per finalità di interesse pubblico.

Il sequestro compiuto ieri è il punto di caduta di una serie di attività tecniche ed investigative che si sono succedute a effetto domino. Le ricordiamo. Prima l’ordinanza di demolizione dell’immobile dei Tizzano, emessa dal dirigente dell’Utc Giuseppe Maresca sul presupposto di una dichiarazione mendace dei tempi di realizzazione dell’abuso condonato, retrodatato a prima del 31 dicembre 1993 (la concessione in sanatoria rilasciata nel 2017 non è stata però annullata). Poi il sequestro dell’archivio comunale di Massa Lubrense: sono indagate due persone, tra cui il sindaco Lorenzo Balducelli. Poi il sequestro di via Cava, la strada che conduce a casa Tizzano, perché i lavori di messa in sicurezza dopo gli acquazzoni e le frane del 2019 sarebbero stati realizzati in totale difformità dal progetto autorizzato dal Genio Civile, come dichiarato dal Rup del procedimento, l’ingegnere Monica Coppola (che ora non lavora più a Massa Lubrense).

Ed ora l’accusa di lottizzazione abusiva. Resa nota con un sequestro d’urgenza “necessario al fine di impedire la prosecuzione e il completamento dei lavori abusivi, che erano in corso”. L’assessore al condono, dunque, li stava eseguendo mentre era ancora in carica. L’ennesima tegola su una giunta attraversata da un serio imbarazzo.

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