“Alla canzone in generale, oltreché a quella d’autore, nel corso del Novecento è spettata la sorte del fumetto: è stata cioè sempre considerata un’arte minore, sorella sfortunata della poesia e della musica classica. Invece è un linguaggio differente e autonomo, che anche in Italia ha raggiunto vette artistiche altissime”. Paolo Talanca, critico musicale, docente, nonché blogger del fattoquotidiano.it, è l’autore di Musica e parole – Breve storia della canzone d’autore in Italia, saggio sulla musica d’autore, forma d’arte autonoma, a metà tra la poesia e la cronaca, capace di emozionare e far riflettere.
Nonostante sia stata a lungo considerata un’arte minore, Talanca si fa paladino della canzone d’autore, “espressione autentica di una realtà complessa, capace di mescolare poetica e realismo. È questo equilibrio a definire l’autenticità della canzone d’autore: la capacità di un artista di essere fedele a se stesso, senza cedere alle lusinghe e alle logiche del mercato, ma al contrario cercando di raccontare il proprio tempo attraverso un linguaggio personale e unico”.
Talanca dedica ampio spazio al concetto di realismo – “rispecchiare la realtà è sintomo di aderenza a se stessi fondamentale” – per comprendere l’evoluzione della canzone d’autore italiana. Negli anni Sessanta, il realismo era una risposta diretta ai cambiamenti politici e sociali in atto, con artisti come Fabrizio De André e Francesco Guccini che hanno raccontato le contraddizioni e le speranze del loro tempo, o più recentemente, con Vinicio Capossela, che “è un maestro del realismo musicale, un intellettuale oltre che cantautore, uno di quelli più rappresentativi della terza generazione”.
Oggi, in un’epoca dominata dall’iperconnessione e dai social media, il realismo continua a essere un elemento centrale per molti artisti. Seppur in un contesto mutato, è ancora possibile rispecchiare la realtà attraverso la musica, anche quando la vita si svolge in parte online. Talanca cita come esempio la trap di Tedua, che usa metafore potenti per raccontare il suo vissuto in modo autentico, senza assecondare il gusto commerciale.
In Musica e parole, Talanca traccia una linea che parte dalla canzone napoletana dell’Ottocento e arriva fino ai giorni nostri, includendo generi musicali e artisti molto diversi tra loro, ma accomunati da una sincera espressione poetica e realistica. A partire dal genio di Renato Carosone, che si manifesta in brani come Tu vuo’ fa’ l’americano, che con ironia e profondità descrive un fenomeno culturale del dopoguerra, così come i più recenti brani di Madame esprimono con intensità le contraddizioni dell’era digitale. Talanca evidenzia come la canzone d’autore non sia limitata a un solo genere musicale, ma sia in continua evoluzione. Il teatro-canzone di Gaber, ad esempio, è stato rivoluzionario nel mescolare narrazione e musica, affrontando temi sociali con ironia e acutezza.
Oltre a essere un critico attento, Talanca è anche docente e formatore, e ha sperimentato l’uso della canzone d’autore come strumento didattico, convinto che “l’introduzione della forma canzone nelle scuole è un modo efficace per catturare l’attenzione degli studenti e avvicinarli a temi complessi in modo emozionale. Attraverso le canzoni, i ragazzi possono approfondire la storia, la società e le loro stesse emozioni, trovando nella musica un linguaggio più vicino alla loro esperienza quotidiana. La fedeltà a se stessi e l’autenticità, valori cardine della canzone d’autore, sono qualità che risuonano profondamente anche tra i giovani, i quali riconoscono e apprezzano l’onestà artistica”.
Guardando al futuro, Talanca si mostra ottimista: nonostante l’invasione della superficialità mediatica, della Intelligenza Artificiale e del sovraccarico di contenuti, ritiene che la canzone d’autore possa resistere grazie alla sua capacità di raccontare storie vere e complesse. Inoltre, vede “un ruolo crescente per la critica musicale, che in un mondo saturo di proposte ha il compito di orientare e guidare il pubblico verso una comprensione più profonda della musica”. E col suo saggio, che è un punto di partenza, offre uno sguardo privilegiato su un mondo dove ogni canzone racconta una storia e ogni artista ci offre uno specchio in cui riflettere la nostra umanità.