Riunite in piazza, al di là delle tensioni degli ultimi mesi, al fianco dei lavoratori e metalmeccanici di Stellantis e dell’indotto. A Roma, per la manifestazione e lo sciopero unitario del settore automotive, quasi tutte le opposizioni – dal Pd al M5s, passando per Alleanza Verdi Sinistra e pure Azione – si sono ritrovate insieme per protestare contro l’azienda e la strategia dell’esecutivo, che tarda ancora a convocare i vertici di Stellantis a Palazzo Chigi.
“Condividiamo le ragioni di questo sciopero unitario, c’è molta preoccupazione sul futuro di un settore strategico come l’automotive, chiediamo degli impegni chiari e concreti al governo e alle aziende”, ha spiegato la segretaria dem Elly Schlein. Per poi sottolineare: “Non siamo soddisfatti di quanto uscito dall’audizione dell’ad di Stellantis, né di quanto è uscito qualche giorno dopo quando hanno cominciato a parlare di licenziamenti. Serve garantire il futuro di questo settore, la continuità occupazionale, riportare produzioni in Italia e ricominciare a investire in ricerca e sviluppo. Servono fondi concreti che possano accompagnare i lavoratori nei grandi cambiamenti che stanno stravolgendo il settore”. E ancora: “Abbiamo depositato una mozione unitaria con le altre opposizioni, chiedendo che sia audito anche John Elkann, l’azienda ha delle responsabilità storiche verso questo Paese e deve fare la sua parte fino in fondo. Ma abbiamo pure criticato i ritardi e le timidezze di questo governo, che deve fare molto di più”.
Parole condivise anche da Giuseppe Conte, presidente M5s: “Oggi il governo qui non c’è, Meloni non ha parlato di Stellantis, la legge di bilancio non aiuta gli operai”, ha rivendicato da piazza del Popolo, dove si concludeva il corteo degli operai. “La responsabilità maggiore è di Stellantis che non ha tenuto fede agli impegni. Ricordo i 6 miliardi e 300 milioni ottenuti in pieno Covid. Ora il governo deve chiamare Stellantis affinché chiarisca. Le opposizioni unite in piazza? Devono lavorare contro le politiche del governo, che sono inadeguate. Matteo Renzi assente? Non commento”, ha continuato Conte.
“È l’ora di finirla con Stellantis sempre a battere cassa per avere risorse pubbliche e poi non restituire niente al Paese, riporti le produzioni in Italia, investa qui su ricerca e sviluppo tecnologico”, ha spiegato pure Nicola Fratoianni (Avs-Si), esortando l’esecutivo a “battere un colpo e attivarsi per garantire un futuro industriale al nostro Paese, cioè tutto quello che non sta facendo. Le istituzioni , le forze politiche della destra, i cosiddetti patrioti dovevano essere qui oggi perché questo è l’interesse nazionale da tutelare”. Un’assenza, quella delle forze di maggioranza, sulla quale anche Carlo Calenda ha attaccato: “Sarebbe stato bello vederle qui, su qualche punto bisognerebbe potersi unire, se non sul lavoro e sulla produzione su che cosa? Ma al governo sembra non importare nulla. Urso fino a poco tempo fa magnificava il milione di veicoli promessi da Tavares, ma non arriveremo alla metà quest’anno”.