Nuovo incendio questa mattina al liceo Gullace di Roma, dopo che la notte di mercoledì 16 un altro rogo aveva reso l’edificio inagibile. Lo rende noto il delegato all’Edilizia scolastica della Città Metropolitana di Roma Daniele Parrucci: “Questa mattina ignoti si sono introdotti nuovamente all’interno della succursale del Liceo Gullace scavalcando le recinzioni e, pochi minuti dopo, è stato appiccato un incendio nell’ala della scuola che non era stata interessata da quello di ieri. E’ un atto gravissimo e spregevole, che arreca un danno enorme alla città, alla comunità scolastica e alle famiglie”.

I Vigili del Fuoco sono intervenuti sul posto per le operazioni di spegnimento. “Come Città Metropolitana – continua Parrucci – abbiamo allertato subito i nostri tecnici che si stanno recando al Gullace per provare a valutare l’entità dei danni, che inevitabilmente si vanno ad aggiungere a quelli di ieri. Con il sindaco Roberto Gualtieri e il prefetto Lamberto Giannini – dice ancora – ci siamo sentiti per fare una prima valutazione sulle conseguenze che avrà questo ulteriore episodio e che, quasi sicuramente, porterà in prima battuta ad un allungamento dei tempi di interdizione della sede succursale del Liceo Gullace. Una stima più approfondita dei danni, sui tempi di ripristino della sede e sulle modalità di ripresa delle attività scolastiche in presenza saranno valutate nella cabina di regia della prossima settimana con il sindaco Gualtieri, la Città Metropolitana, il prefetto Giannini e il ministro Valditara”.

Già per colpa del primo incendio il ministro Valditara aveva deciso di attivare la didattica a distanza per 1400 studenti. Per Cristina Costarelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp) Lazio e Mario Rusconi, presidente dell’Anp Roma “l’incendio delle aule del liceo Gullace di Roma è l’ennesima conferma della pericolosità rappresentata dalle occupazioni delle scuole, trito, stanco rito particolarmente romano”. “Da anni affermiamo che interrompere un servizio pubblico come la scuola, occupare e devastare i locali, le attrezzature, gli impianti significa ledere il diritto allo studio della gran parte degli studenti – aggiungono – ricordiamo che le occupazioni avvengono su impulso di esigue minoranze interne ed esterne alle scuole e non coinvolgono il corpo vivo delle scuole, cioè la maggioranza degli studenti”. E concludono: “Respingiamo la inaccettabile giustificazione, da alcuni spesso presentata, che attribuisce i danni ad esterni non meglio identificati. Quando si determina una situazione di diffusa illegalità, si causano le condizioni per cui diviene impossibile capire, tantomeno giustificare, chi ha fatto cosa”.

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