“Lavoro, lavoro”. Con questo slogan è partito in mattinata il corteo dei metalmeccanici a Roma, che da piazza Barberini arriverà in piazza del Popolo. La manifestazione è promossa da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm e in testa al serpentone di persone ci sono i tre segretari nazionali: Michele De Palma, Ferdinando Uliano e Rocco Palombella. Presenti anche i sindaci del Cassinate, con le fasce tricolori,per richiamare l’attenzione sullo stabilimento di Piedimonte San Germano.
“Ormai la situazione è irrecuperabile in tutti i settori dall’auto all’energia. Siamo di fronte a una transizione affrontata nel modo sbagliato, sia dall’Ue che dal governo italiano” ha detto Palombella della Uilm, che ha ribadito la richiesta alla presidente Meloni di “convocare immediatamente un incontro. Altrimenti noi continueremo a scioperare”. La protesta però non è contro il governo. O almeno, non solo: “È contro governo, Stellantis e Ue che non stanno affrontando il tema della transizione con i giusti interventi per governare la situazione. Le dichiarazione di Tavares sono una provocazione e il Parlamento, durante l’audizione, non ha dato la giusta risposta”, ha concluso.
“Oggi i metalmeccanici non scioperano solo per sé, scioperano per il futuro del nostro paese” ha affermato il segretario generale della Fiom, Michele De Palma. “I metalmeccanici si sono uniti, stanno unendo il Paese e stanno unendo anche le forze politiche perché c’è un interesse comune e l’interesse comune è quello di salvaguardare gli stabilimenti di Stellantis, la ricerca, lo sviluppo, la componentistica e di salvaguardare il futuro”, dice De Palma. “I lavoratori – ha concluso – non possono essere usati come ostaggio in una guerra, in schermaglie tra i politici o tra i politici e l’amministratore delegato (di Stellantis, ndr), perché poi a pagare le conseguenze siamo noi e noi siamo stanchi di pagare le conseguenze di scelte fatte da altri. Oggi ci riprendiamo il nostro potere in piazza”.