Giustizia & Impunità

Il braccialetto elettronico non funziona: tre femminicidi in meno di un mese. La risposta del Viminale: “Ci sono problemi con la connessione”

Il caso di Celeste Palmieri, non è il primo femminicidio commesso nonostante nonostante il dispositivo elettronico applicato all'ex marito. La risposta del ministero all'interrogazione di Avs: "Criticità riconducibili alla connessione di rete e ai tempi di attivazione e disattivazione dei dispositivi"

Non è bastato il braccialetto elettronico a salvare Camelia Ion dall’aggressione dell’ex compagno. Si è inceppato anche il meccanismo che, la mattina del 18 ottobre, doveva tutelare Celeste Palmieri dall’ex marito. Così come, meno di un mese fa, non ha funzionato il dispositivo che poteva risparmiare Roua Nabi. Le tre donne sono state uccise dall’uomo […]

Hai già letto 5 articoli
questo mese.

PER CONTINUARE A LEGGERE

1 € PER IL PRIMO MESE

Non è bastato il braccialetto elettronico a salvare Camelia Ion dall’aggressione dell’ex compagno. Si è inceppato anche il meccanismo che, la mattina del 18 ottobre, doveva tutelare Celeste Palmieri dall’ex marito. Così come, meno di un mese fa, non ha funzionato il dispositivo che poteva risparmiare Roua Nabi. Le tre donne sono state uccise dall’uomo che avevano denunciato e dal quale volevano proteggersi affidandosi alla giustizia. Ma non è bastato. Un anno fa è toccato a Concetta Marruocco: l’ex è entrato in casa e l’ha accoltellata senza che la sua presenza fosse rilevata in tempo. Sui motivi per cui gli apparecchi non hanno funzionato o lo hanno fatto in ritardo, ci sono indagini in corso. Intanto però, già il 27 settembre scorso, in risposta a un’interrogazione di Alleanza Verdi Sinistra, il governo in Parlamento riconosceva “criticità rinconducibili a connessione di rete“, come “ai tempi di attivazione”, e parlava di “soluzioni tecniche” che sarebbero state “richieste al fornitore”. Soluzioni sempre più necessarie, anche alla luce del fatto che il numero di apparecchi in circolazione è esploso con il ddl Roccella: da novembre 2023 infatti, la misura viene applicata automaticamente nei casi dei cosiddetti “reati spia” (stalking e maltrattamenti). Ora, meno di 30 giorni dopo dalle rassicurazioni del Viminale, di fronte all’ennesimo femminicidio, Filiberto Zaratti e Luana Zanella di Avs chiedono risposte urgenti: “Siamo stupiti e indignati dal silenzio del Viminale. Cosa altro deve accadere prima che il governo Meloni intervenga?”.

I casi – Il corpo di Camelia Ion è stato trovato nella stazione di Civitavecchia il 19 ottobre. Ad ucciderla l’ex compagno, che aveva un divieto di avvicinamento e il braccialetto elettronico. L’allerta alle forze dell’ordine non è arrivata in tempo, mentre il cellulare che la donna avrebbe dovuto avere con sé non è stato trovato. Intorno alle 11 di venerdì mattina, invece, il dispositivo di Mario Furio ha segnalato ai carabinieri che si trovava vicino a Celeste Palmieri, la donna da cui si stava separando e che lo aveva denunciato più volte per stalking e maltrattamenti. Quando i carabinieri l’hanno chiamata per avvertirla era troppo tardi: il suo apparecchio, quello che avrebbe dovuto allertarla, non era suonato e lei aveva già incontrato l’ex marito tra i corridoi del supermercato. Poco dopo gli spari alla testa e la morte al policlinico di Foggia. Non è partito il segnale neanche dal braccialetto elettronico di Ben Alaya Abdelkader quando, il 24 settembre scorso alla periferia di Torino, si è presentato a casa dell’ex moglie Roua Nabi e l’ha uccisa con una coltellata al petto davanti ai due figli minorenni. I vicini dicono che l’uomo era stato visto più volte nei dintorni del palazzo, nonostante il divieto e senza che le forze dell’ordine venissero allertate dal dispositivo. Nel caso di Concetta Marruocco, uccisa dall’ex entrato dentro casa in provincia di Ancona, a non funzionare sono stati due dispositivi: il suo e quello della figlia 17enne. Il primo, stando a quanto ricostruito in tribunale durante il processo per omicidio pluriaggravato che vede imputato Franco Panariello, non ha mai suonato; il secondo è partito solo quando l’uomo era già in casa e stava ammazzando la donna. I carabinieri sentiti in Aula non hanno chiarito le ragioni, se fossero scarichi o mal funzionanti, ma hanno segnalato che lo stesso giorno del femminicidio era arrivato un alert “per mancanza di connessione” ed erano andati in zona a verificare.

“Le criticità” riconosciute dal governo – Che qualcosa non funzioni nei dispositivi lo ha ammesso per iscritto lo stesso esecutivo. Subito dopo il femminicidio di Torino infatti, Alleanza Verdi Sinistra ha presentato un’interrogazione a cui ha risposto lo stesso ministero dell’Interno: “Circa le problematiche rappresentate sul funzionamento del sistema di monitoraggio effettuato con l’ausilio dei braccialetti elettronici”, si legge nel testo, “presso il Viminale è operativo da alcuni mesi un Gruppo di lavoro interforze, con la partecipazione anche del ministero della Giustizia”. Poi, dopo aver premesso che “in tutti i casi accertati di malfunzionamento si provvede alla loro sostituzione”, ministero spiega che “nell’ambito del suddetto tavolo tecnico sono state comunque individuate possibili soluzioni tecniche migliorative relativamente a criticità riconducibili alla connessione di rete e ai tempi di attivazione e disattivazione dei dispositivi, che sono state richieste al fornitore”. Ovvero la società Fastweb.

L’opposizione attacca: “Cosa fa il tavolo di lavoro?” – Da quel giorno, non sono state fornite altre informazioni. “Siamo stupiti e indignati dal silenzio del Viminale”, hanno ripetuto Zaratti e Zanella di Avs dopo l’uccisione di Celeste Palmieri. “Cosa sta facendo questo tavolo di lavoro ? Abbiamo anche chiesto di vedere il contratto stipulato dallo Stato con Fastweb, che evidentemente non riesce a garantire una copertura continua al 100%, necessaria per evitare che le vittime di violenza si trovino di fronte i loro persecutori”, aggiungono i due parlamentari. Anche il Pd contesta il mal funzionamento degli apparecchi e chiede chiarimenti: “Il contratto con Fastweb non funziona”, ha detto la parlamentare ed ex presidente della commissione di inchiesta sui femminicidi Valeria Valente. “Troppo il tempo di attesa per ottenere il braccialetto, malfunzionamenti ripetuti sotto gli occhi di tutti. Va cambiato. Si rischia che il braccialetto elettronico perda credibilità, quando invece è una strumento efficace, utilizzato con successo in questi casi in molti Paesi”. Solo il 14 ottobre scorso, a segnalare problemi nei braccialetti era stato anche il Nuovo sindacato dei carabinieri. Il segretario Ilario Castello aveva chiesto “una verifica urgente” del ministro Piantedosi: “Abbiamo nuovamente constatato che i casi di interruzioni del servizio, o addirittura non funzionamento, sono troppi”, diceva in una nota ribadendo il “malfunzionamento della gestione del sistema e/o del software”. Quattro giorni dopo, il dispositivo di Celestina Palmieri non si è mai acceso ed è stata ammazzata a colpi di pistola mentre faceva la spesa. Poche ore dopo, a essere uccisa è stata Camelia Ion.