Economia & Lobby

Conti italiani promossi da Standard & Poor’s e Fitch. Spread ai minimi da 3 anni. Giorgetti: “Italia più credibile”

L’Italia esce bene dall’esame di due delle tre principali agenzie di rating. Sia Standard and Poor’s che Fitch hanno espresso valutazioni positive sulla presumibile evoluzione dei conti pubblici. Fitch, pur mantenendo invariato il suo giudizio a BBB, ha anche migliorato il suo “outlook”, ovvero le prospettive economico finanziarie del paese. S&P, viceversa, non ha cambiato […]

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L’Italia esce bene dall’esame di due delle tre principali agenzie di rating. Sia Standard and Poor’s che Fitch hanno espresso valutazioni positive sulla presumibile evoluzione dei conti pubblici. Fitch, pur mantenendo invariato il suo giudizio a BBB, ha anche migliorato il suo “outlook”, ovvero le prospettive economico finanziarie del paese. S&P, viceversa, non ha cambiato né voto né outlook ma ha parlato di “prospettive di crescita del Pil italiano rosee“. Secondo l’agenzia statunitense tra il 2024 e il 2025 l’economia dovrebbe espandersi dell’1%.

La maggiore sfida per l’Italia resta l’elevato debito, dice S&P. “Al 135% del Pil nel 2024 è fra i più alti” e si muove verso il 138% nel 2027. Questo è preoccupante perché limita la capacità del governo di effettuare investimenti a sostegno della crescita”. L’agenzia spiega che sull’aumento del debito pesano principalmente aggiustamenti legati al Superbonus. Viene però rilevata una traiettoria di miglioramento. L’Italia è attesa raggiungere un saldo primario (differenza tra spese ed entrate prima del pagamento degli interessi sul debito) l’anno prossimo mentre il deficit è previsto scendere sotto il 3%, al 2,9%, nel 2027.

Fitch ha alzato il suo l’outlook da stabile a positivo, motivando la decisione con la recente performance fiscale più solida e l’impegno nei confronti delle regole europee. “Questo è rafforzato dai segnali di una crescita potenziale più forte e un contesto politico più stabile”, aggiunge l’agenzia. L’Italia ha un “piano fiscale credibile” e una “situazione politica stabile” che, se continuerà “sosterrà il consolidamento di bilancio. Dal nostro punto di vista, la credibilità di bilancio dell’Italia è aumentata, e il budget 2025 mette in evidenza l’impegno del governo alle regole fiscali dell’Ue”. Fitch, prevede un deficit al 3,2% nel 2025 e al 2,7% nel 2026.

L’agenzia sottolinea che l’Italia è uno dei pochi paesi dell’area euro ad aver riportato il rapporto debito-pil ai livelli pre-pandemia. Si prevede che il debito salga al 136,3% del pil nel 2026 a causa degli aggiustamenti legati al Superbonus prima di iniziare a scendere al 135,4% nel 2028. Il Pil, secondo Fitch, crescerà quest’anno dello 0,7% nel 2024 e dell’1,1% nel 2025. Le stime del governo rimangono ancorate ad un più ottimistico +1% nel 2024, mentre per il 2025 viene indicato un + 1,2%.

“I maggiori investimenti, insieme a un aumento della partecipazione al lavoro, hanno migliorato il potenziale di crescita dell’Italia“, afferma Fitch che stima un deficit al 3,7% nel 2024, in miglioramento rispetto al 4,7% di aprile, grazie all’andamento delle entrate. “Il miglioramento della performance delle entrate è guidato da un mercato del lavoro più forte e dalla scadenza del Superbonus”. Da segnalare come venerdì, nell’ambito di un generalizzato calo dei rendimenti dei titoli di Stato dell’area euro, lo spread italiano (la differenza tra interessi pagati sui titoli italiani e l’equivalente tedesco) sia sceso a 117 punti, il livello più basso da 3 anni. Un Btp decennale paga il 3,35%, un bund tedesco il 2,18%.

Comprensibile la soddisfazione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “I giudizi della agenzie di rating sono il risultato dell’azione responsabile di questo governo che si traduce in credibilità per l’Italia”. Va detto che le valutazioni delle agenzie di rating sono spesso prettamente contabili. Il loro compito fondamentale è quello di informare i creditori di un’azienda o di un paese sulle probabilità che il debitore sia in grado di rispettare i suoi impegni. Il modo in cui ciò avviene è secondario. Tagli alla spesa, che possono tradursi in servizi peggiori per i cittadini, sono in tal senso comunque bene accolti perché mettono più risorse al servizio dei creditori.