Società

Torna a Roma il Festival della Cultura dello Spirito: ci sarò perché la meditazione è al centro

Dopo il grande successo dell’anno scorso, il Festival della Cultura dello Spirito torna a Roma, sempre nella prestigiosa sede del Museo Etrusco di Villa Giulia.

Dopo le prime quattordici edizioni in cui la sede era sempre stata a Cabella Ligure (nella Val Borbera, in provincia di Alessandria), il festival è diventato itinerante, trovando nella Capitale un approdo ulteriore per replicare l’iniziativa tradizionalmente estiva. L’occasione era stata fornita, nel 2023, dal centenario della nascita di Shri Mataji Nirmala Devi, guida spirituale fondatrice di Sahaja Yoga, riconosciuta come guru e avatar da milioni di devoti in tutto il mondo.

Presentato da Sahaja Yoga Italia e Theatre of Eternal Values, con il patrocinio del Municipio II di Roma Capitale, nelle intenzioni degli organizzatori “il festival vuole celebrare la cultura, l’arte, la musica e la danza (…) Un insieme di artisti e relatori internazionali uniti da una profonda ricerca spirituale”.

Del resto, fin dal 1961 Shri Mataji Nirmala Devi aveva espresso la sua alta visione estetica ed etica dell’arte: “Gli artisti devono elevare lo sguardo della società ai loro livelli di gusto, e non chinarsi alle richieste scadenti del pubblico, rinunciando alla loro libertà. Questo si può fare solo se gli artisti illuminati lavorano a stretto contatto con le istituzioni educative e sociali. Attraverso articoli di riviste e giornali, le idee di questi artisti possono diffondersi. Attraverso opere teatrali, film e conferenze radiofoniche, il pubblico può essere educato alla comprensione della vera arte, che può così mantenere la sua dignità”.

Tra gli artisti invitati al Festival della Cultura dello Spirito: Leo Vertunni, sitarista italiano di origine inglese; Manish Madankar, tablista d’eccezione, allievo ed erede di alcune fra le più grandi eccellenze musicali indiane: Carlo Gizzi, compositore che spazia attraverso la musica classica, etnica, jazz, moderna e d’improvvisazione, direttore musicale del Theatre of Eternal Values international, e direttore della Divine Symphony Orchestra; Victor Vertunni, cantautore noto per la splendida traduzione in musica dei testi poetici di William Blake; Monia Giovannangeli, direttrice artistica del Theatre of Eternal Values international, che ha portato in scena spettacoli ispirati al Mahabharata, il Ramayana e la Divina Commedia. Accanto a loro, tanti diversi artisti da tutto il mondo, tra cui spiccano molti giovani talenti (citiamo tra gli altri Laura Ditta, Emma Turley, Tommaso Gizzi, Akhila Pandit).

Come nell’edizione precedente, avrò il piacere di intervenire come relatore, accanto a stimati colleghi (Duilio Cartocci, Mauro Cipullo, Lorenzo Ghirardi e Noemi Serracini), a cui mi unisce una lunga e fraterna ricerca spirituale.

Quest’anno il tema del festival è l’etimologia di “desiderio”, ovvero l’anelito verso le stelle (dal latino desiderium, composto dalla particella de e sidus, sideris). Avrò l’onore e l’onere di affrontare, assieme alla direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia Luana Toniolo, il significato spirituale di tale anelito quale elemento comune tra la cultura etrusca e quella orientale, in particolare indiana. Un accostamento solo apparentemente peregrino, ma che può suggerire stimolanti confronti e illuminanti accostamenti, pur nella consapevolezza delle evidenti differenze. Ad esempio, in un interessantissimo saggio recente di Marco Maculotti, L’Angelo dell’Abisso. Apollo, il Mito Polare e l’Apocalisse (Axis Mundi), parla della “la tradizione degli Etruschi, ethnos che analogamente a quello minoico è stato recentemente, grazie a ricerche specialistiche, ricondotto all’omnicomprensivo alveo indoeuropeo”.

Senza fare approssimativi mischioni New Age, è vertiginoso accostare alcuni aspetti rituali della disciplina etrusca, ad esempio, alla struttura del corpo sottile nella tradizione yogica.
Ma al di là delle conferenze e della grande varietà artistica, il centro della manifestazione sarà l’esperienza della meditazione. Come ho scritto nel libro Introduzione alla meditazione (realizzato con Francesco D’Isa per Edizioni Tlon): “Nella mia esperienza, la meditazione è uno stato di quiete interiore, di consapevolezza senza pensieri, in cui la mente è immersa in un silenzio colmo di grazia, un silenzio che in realtà è una sinfonia di sottili risonanze interiori”.

Il Festival si svolgerà domenica 20 ottobre, dalle 10 alle 21 (l’evento in sé è gratuito, si pagherà solo l’accesso ai giardini museali di 4 euro).