Politica

I vitalizi restituiti sono tornati nelle tasche dei consiglieri: oltre 18 milioni in 10 anni. Il grande bluff della politica in Trentino Alto Adige

Un grande bluff, un’illusione ottica della politica che non riesce a rinunciare ai propri privilegi, qualsiasi ne sia la coloritura di partito. Così appare, dieci anni dopo, la restituzione dei super vitalizi da parte dei consiglieri delle province autonome di Trento e Bolzano, imposta a furor di popolo a seguito delle denunce del Movimento Cinquestelle. Ciò che era tornato nelle casse pubbliche, a distanza di due lustri è finito di nuovo nelle tasche private dei consiglieri, che hanno maturato il diritto, grazie all’età, a rientrare in possesso di benefici economici che avevano lasciato tutti esterrefatti. Si tratta, per il momento, di 18 milioni e 291mila 964 euro e 38 centesimi, di cui hanno beneficiato 27 ex consiglieri, liquidati dal 2014 ad oggi.

Filippo Degasperi (Gruppo Onda, consiglio provinciale di Trento)

Ad ottenere la conferma di quello che era rimasto nascosto nelle pieghe di una legge di riforma, che evidentemente non ha riformato nulla, è stato Filippo Degasperi, già consigliere trentino M5s. Nel 2014 aveva denunciato l’esistenza di super anticipazioni dei vitalizi, attualizzate al costo e alla durata della vita, di cui avevano beneficiato 40 consiglieri. Ci fu un’indignazione collettiva che portò a modificare una legge regionale del 2012 che aveva fissato le modalità dei vitalizi nelle due Province autonome. Nel luglio di quell’anno vennero restituiti 19,3 milioni di euro confluiti nel Fondo Family. Sembrava che la politica fosse stata indotta a ridurre il proprio costo, ma adesso Degasperi ha dimostrato che così non è stato, perché agli interessati è bastato attendere lo scorrere del tempo, per riavere le somme, senza che nessuno lo sapesse.

L’11 settembre scorso, il consigliere (è stato rieletto nel gruppo Onda, dopo essere stato espulso dai Cinquestelle) ha inviato un’interrogazione al presidente del consiglio regionale, Roberto Pacher. “Il fondo fu creato nel 2014 per incassare le restituzioni dei maxi-anticipi sui vitalizi riconosciute dalla legge regionale del 2012 e dalla legge regionale del luglio 2014 – ricordava Degasperi – che ha rideterminato il loro ammontare. Nel fondo sono temporaneamente affluite anche le restituzioni dei maxi anticipi da parte dei consiglieri ed ex consiglieri che non avevano ancora maturato il requisito anagrafico. In questo caso si tratta di risorse che solo provvisoriamente si trovano nella disponibilità del fondo”. Considerato che si tratta “di decine di milioni di euro che nel tempo dovranno essere riconosciute ai consiglieri”, chiedeva il dettaglio “delle maxi anticipazioni dei vitalizi definitivamente riconosciute dal 2014 ad oggi”.

La risposta di Pacher ricostruisce innanzitutto l’iter: “Il 17 dicembre 2013 il consiglio regionale del Trentino Alto Adige aveva effettuato un unico versamento a Pensplan Invest Sgr spa di euro 31.665.000 da destinare al Fondo Family; tale importo è costituito dal valore delle quote attribuite o da attribuire agli ex consiglieri già in godimento di vitalizio, a quelli in attesa di maturare l’età prevista e ai consiglieri rieletti e in carica nella 14. Legislatura che erano in attesa di maturare i requisiti”. Segue un lungo elenco, ricco di cifre, ma povero di nomi. Gli “omissis” hanno infatti coperto l’identità dei beneficiari, 27 consiglieri che hanno ricevuto un totale che supera i 18 milioni di euro.

Il commento di Degasperi: “L’impegno di chi ci governava fu quello di una riforma radicale, portata sugli scudi dal Partito Democratico e dagli autonomisti. Noi avevamo capito subito che si trattava di un raggiro perché le restituzioni promesse erano solo temporanee e i soldi sarebbero tornati gradatamente nelle tasche degli ex consiglieri. Abbiamo atteso 10 anni e ne abbiamo avuto la conferma. Solo nel 2023 un consigliere ha ricevuto un milione 800mila euro, un altro si è dovuto accontentare di un milione 200mila euro. Noi abbiamo informato, abbiamo fatto proposte di modifica, ma i trentini hanno scelto altri. Ad esempio il centrodestra che aveva promesso il cambiamento e invece ha preso le leggi del centrosinistra senza cambiare assolutamente nulla”.