Cultura

L’immediato, l’incompiuto, l’errore, il guizzo dell’idea: nasce prima il pensiero o il disegno? Matisse Picasso Modigliani Mirò a Padova

Gli artisti del segno propongono la loro idea di mondo, desiderata ma abbozzata. La linea non chiude, il disegno non vuole essere terminato: appartiene al tempo e alla storia, è aperto, vivo. A Palazzo Zabarella i "Capolavori del disegno dal Musée di Grenoble": 130 opere di 47 artisti selezionate dal direttore del museo francese Guy Tosatto

De-signare, “delimitare con un segno”. Si disegna per vedere, capire, conoscere, per necessità: la punta della matita circoscrive pensieri liberi in cerca di significato. Che nasca prima il pensiero o il (di)segno? Per la prima volta Palazzo Zabarella di Padova propone al suo pubblico un’esposizione che indaga l’aurora della creazione artistica: per la mostra Matisse Picasso Modigliani Mirò. Capolavori del disegno dal Musée di Grenoble il direttore del museo francese Guy Tosatto ha selezionato 130 opere di 47 artisti che hanno affidato a questa tecnica le loro sperimentazioni dagli inizi del Novecento agli anni Sessanta. Si tratta di una rassegna “coraggiosa” che spinge a confrontarsi con una forma d’arte non usuale a causa dei problemi conservativi che non ne permettono l’esposizione permanente.

I disegni aprono finestre sulle profondità del processo creativo: sono “forme in formazione“, alle quali l’osservatore è chiamato a dare senso, dalle scomposizioni cubiste al regno del caso dadaista, dalle proiezioni oniriche del Surrealismo alla negazione della forma astratta, fino al ritorno all’ordine di una figurazione che dopo le Avanguardie e la guerra non è più lo stessa. Si rincorrono le cinque sezioni della mostra per restituire una rappresentazione della realtà dalla bellezza non ordinaria, diversa dall’esattezza risolta di un dipinto o di una scultura: i disegni vibrano dell’immediato, del non finito, dell’errore, del guizzo dell’idea. Scompare la forma assorbita dalla pagina bianca e rimane la linea diretta e sincera che leva, appiattisce, scolorisce; permane il segno ad abbracciare e annodare figure, bisogni e visioni. La realtà sulla carta assume le forme della fantasia, del cuore, dell’anima: il laboratorio del Novecento sperimenta sulle tecniche, sui supporti, sui formati nel secolo in cui il disegno reclama il diritto di essere opera autonoma, non più studio preparatorio.

Le lettere di Signac a inchiostro e acquerello raccontano di viaggi diluiti nel ricordo. Non ha un volto ma centomila la Donna con corpetto blu di Edouard Vuillard, l’immagine-guida della mostra, assorta nella dolcezza sommessa delle suggestioni poetiche della gouache. La sezione dedicata a Matisse è “una mostra nella mostra”: il carboncino libera la Danza dalla violenza del colore, mentre sfumano la terra e il cielo in un’allegoria della vita che dissolve i corpi nella musica. Nelle litografie a découpage per il libro Jazz Matisse esclude il sole, dispensatore di morte per Icaro, che sfiora l’infinito tra le stelle per pochi lunghissimi istanti prima di piombare nell’abisso.

Picasso è un altro grande protagonista che smonta e ricompone la realtà senza istruzioni nel periodo cubista; il viaggio in Italia negli anni Venti gli regalò l’amore e la figurazione: nel Ritratto di Olga la moglie è creatura mitologica, metà a pastello metà a carboncino, una “Giunone dagli occhi di mucca, le cui grandi mani quadrate reggono un panno di pietra”, scrisse Cocteau. È di quest’ultimo la Testa con puntine, sospesa in un equilibrio onirico che sembra stia per crollare da un momento all’altro. Lontano dalle file dalle avanguardie, la linea di Modigliani impone un manierismo raffinato in grado di esprimere l’essenziale; geometria e poesia coincidono nel cosmo dell’astrazione di Calder, che evoca il fremito di un universo dai sottili equilibri in eterna trasformazione.

A Padova gli artisti del segno propongono la loro idea di mondo, desiderata ma abbozzata. La linea non chiude, il disegno non vuole essere terminato: appartiene al tempo e alla storia, è aperto, vivo. E per trovare una risposta a quella domanda iniziale la si deve cercare nelle linee che iniziano ma non si sa dove finiscono, che esitano sulle punte delle matite, che corrono all’impazzata e s’interrompono, su quei ritagli di cartoncino che nessuno sa dire come stiano ancora attaccati. Perché è proprio lì che l’io incontra la realtà, che il segno diventa poesia di un impulso e la rappresentazione dell’invisibile non è mai stata così incompiuta e reale.

***

Info
Matisse Picasso Modigliani Mirò | Capolavori del disegno dal Musée de Grenoble
Dove
| Palazzo Zabarella, Padova
Quando | 5.10.24-12.1.25