Il decesso del 31enne ex membro degli One Direction continua a essere avvolto nel mistero
“Se qualcuno avesse chiamato un’ambulanza quando è crollato nella hall dell’hotel invece di riportarlo nella sua stanza e lasciarlo lì da solo, in uno stato psicotico, sarebbe ancora con noi”. Liam Payne, deceduto pochi giorni fa dopo essere caduto dal terzo piano di un hotel a Buenos Aires, poteva essere salvato. È la convinzione, riportata dal Daily Mail, di alcune persone che lo conoscevano bene e gli stavano vicino. “Liam non doveva morire. Liam non voleva morire. Ci aveva promesso che non si sarebbe mai suicidato. Guardava al futuro, voleva vederlo”.
Secondo alcune fonti, dunque, l’artista non avrebbe voluto togliersi la vita. E, anche dopo l’autopsia preliminare (in attesa di esami più approfonditi), la sua morte è ancora avvolta nel mistero. Dalle incertezze sull’avvenire ai problemi sentimentali, fino al difficile rapporto con l’etichetta discografica: l’ex membro degli One Direction non stava di certo trascorrendo un periodo felice. Ma in quello che somiglia sempre più a un puzzle incompleto, secondo le indiscrezioni giunte al quotidiano londinese, risultano mancare ancora delle tessere.
“DOVE LIAM HA PRESO LA DROGA?” – La camera d’albergo del 31enne ex membro degli One Direction è stata trovata a soqquadro: oggetti e medicinali sparsi a terra, televisore esploso, schegge di vetro dappertutto. E droga. Soprattutto un potente allucinogeno, il ‘cristal’, che provoca perdite di coscienza ed episodi psicotici. Ma “dove Liam ha preso la droga quando non aveva denaro?”, la domanda retorica della fonte del Mail. Prima stranezza. Payne si trovava in Argentina per rinnovare il suo visto statunitense ed era stato trattenuto lì per dei controlli dopo che l’ambasciata a stelle e strisce aveva scoperto i suoi trascorsi con sostanze e alcol.
“Non aveva soldi e le sue carte di credito non funzionavano, quindi trascorreva tutto il tempo nella stanza”, ha spiegato l’informatore. Non avrebbe potuto, quindi, comprare stupefacenti. Stando alle ricostruzioni della polizia, qualcuno all’interno dell’hotel glieli avrebbe procurati. E infatti, pare che la struttura abbia condotto un’indagine interna, licenziando almeno un dipendente.
LE PROSTITUTE, LE CONVULSIONI E LA PERDITA DI SENSI – Più trascorrono i giorni e più dettagli, intorno alla morte di Payne, si fanno meno sfocati. Secondo il racconto delle forze dell’ordine, due prostitute avrebbero fatto visita all’artista il giorno del decesso, salvo poi andare via dopo una lite perché lui non poteva pagarle in contanti. Da lì, prima il diverbio con le donne, proseguito nel salone d’ingresso dell’hotel. Poi, un’escalation di comportamenti strani e inopportuni, facendo spola tra la camera e l’atrio. “C’è stato un incidente in cui era molto frustrato e stava distruggendo il suo portatile nella hall”, ha dichiarato a ITV Brett Watson, cliente della struttura.
I motivi di una tale perdita di controllo? Forse, riporta il quotidiano britannico, la ricezione di una misteriosa e-mail. Ma niente di certo. “L’ultima volta che è tornato giù è svenuto nella hall dell’hotel, sembrava che stesse avendo un po’ di convulsioni e hanno dovuto riportarlo fisicamente nella sua stanza”, ha proseguito Watson. “Se Liam aveva le convulsioni, perché l’hotel non ha chiamato immediatamente un’ambulanza? Questo è ciò che nessuno può capire. Non aveva mai avuto convulsioni prima – ha tuonato la fonte vicina a Payne –. Se era così malato, perché qualcuno lo ha riporta nella sua stanza e l’ha lasciato lì da solo, con la porta aperta sul balcone?”. Seconda stranezza.
LE DOMANDE SENZA RISPOSTA – È rabbioso e determinato a ricostruire la vicenda chi, da persona molto vicino all’artista, al Daily Mail ha affidato il suo sfogo. “Se erano preoccupati che potesse saltare, perché nessuno è andato a sedersi accanto a lui? Perché è stato lasciato solo? Lo hanno trattato in modo diverso perché era una celebrità? Se fosse stato una persona normale, avrebbero chiamato un’ambulanza? Forse erano preoccupati di uno scandalo?”, le domande poste con amarezza. E ancora: “Se Liam era in uno stato psicotico non sapeva cosa stava facendo. Potrebbe aver cercato di uscire dalla sua stanza e si è recato sul balcone pensando che fosse l’uscita della camera ed è caduto accidentalmente. Siamo angosciati dal fatto che sia stato lasciato solo dopo aver avuto delle convulsioni ed era chiaramente in uno stato psicotico”.
Tante questioni, poche risposte: “Chi gli ha fornito la droga? Perché lo hanno riportato indietro e lo hanno lasciato solo nella sua stanza? È stato stupido e sconsiderato. Lasciare una persona che sta avendo un crollo psicotico da sola in una stanza con un balcone aperto è come dare a qualcuno una pistola carica. Non sapeva cosa stava facendo. Era fuori di sé”, ha affermato la fonte. Poi ha aggiunto: “Finora la narrazione è stata sbagliata. La gente ha detto che Liam è ricaduto nella droga e voleva uccidersi perché la sua vita era così butta. Non è così. Lui era in un bel posto. Era felice e stava facendo progetti per il futuro con Kate (Cassidy, la fidanzata, ndr), che amava”. Il mistero attorno alla morte di Payne, tra ombre e nuovi dettagli e rivelazioni, si infittisce sempre più.