Un messaggio breve e chiaro, infilato nel mezzo del suo intervento al Festival delle Regioni e Province e che chiede, di fatto, alle istituzioni una maggiore capacità di “mediazione”. Sergio Mattarella, proprio mentre si alzano i toni dello scontro tra governo e magistratura sul caso dei migranti inviati nel centro in Albania, ha fatto un richamo pubblico alla responsabilità.
“Tra le istituzioni”, ha detto, “e all’interno delle istituzioni la collaborazione, la ricerca di punti comuni, la condivisione delle scelte sono essenziali per il loro buon funzionamento e per il servizio da rendere alla comunità”. E ha quindi aggiunto: “Vi sono, in particolare dei momenti nella vita di ogni istituzione in cui non è possibile limitarsi ad affermare la propria visione delle cose – approfondendo solchi e contrapposizioni – ma occorre saper esercitare capacità di mediazione e di sintesi”. Questa “attitudine – ha chiuso – è parte essenziale della vita democratica”.
Ma c’è anche un altro aspetto che, a quanto si apprende, preoccupa particolarmente il Capo dello Stato, vale a dire la mancata elezione, ormai da quasi un anno, del giudice costituzionale di nomina parlamentare chiamato a sostituire Silvana Sciarra, mentre a dicembre cesseranno dal mandato anche il presidente, Augusto Barbera, e i vice Franco Modugno e Giulio Prosperetti, anche loro nominati nove anni fa dalle Camere. Per martedì 29 ottobre prossimo è convocato nuovamente il Parlamento in seduta comune e per la nona volta si tenterà di eleggere il successore di Sciarra, dopo che il centrodestra nell’ultima votazione ha cercato invano di far passare il proprio candidato, mentre l’opposizione non ha partecipato al voto. Da Mattarella quindi arriva un appello alla collaborazione che fa seguito all”‘invito”, rivolto l’estate scorsa “con garbo ma con determinazione, a eleggere subito questo giudice” per sanare “un vulnus alla Costituzione compiuto dal Parlamento”. Ferita che potrebbe allargarsi se i posti vacanti tra qualche settimana diventassero quattro, con il rischio di paralizzare il funzionamento della Corte costituzionale. Di qui l’invito, ribadito al termine dell’intervento a Bari, alla “ricerca di collaborazione istituzionale che rafforza la nostra democrazia”.
Per Mattarella il discorso, tenuto nella serata di chiusura del Festival al teatro Piccinni di Bari, è stata anche l’occasione per toccare alcuni dei temi che più gli stanno a cuore. Tra cui, ad esempio, l’impegno per l’ambiente. “Le politiche ambientali vanno integrate nelle politiche per la crescita e non considerate un freno allo sviluppo”, ha detto. “Lo sviluppo deve essere sostenibile, diversamente è vano e illusorio”. Secondo il Capo dello Stato, “tutti dovremmo affrontare il tema della transizione ecologica con la determinazione che caratterizza l’approccio dei più giovani. A loro è chiaro come la natura non possa più essere considerata come una risorsa da utilizzare e da sfruttare e come le risorse del pianeta non siano illimitate e non possano riprodursi all’infinito”. “Da qui l’urgenza – ha aggiunto – di intervenire attraverso politiche lungimiranti e responsabili che stabiliscano obiettivi e riescano a mobilitare le risorse economiche e suscitare investimenti necessari. Politiche coerenti e stabili nel tempo che creino un clima di fiducia e promuovano, con strumenti efficaci, quei cambiamenti dei comportamenti e degli stili di vita richiesti da un processo così impegnativo. Contrastare il cambiamento climatico e proseguire con decisione sulla via della de-carbonizzazione sono obiettivi irrinunciabili”.