Una messaggio inviato a una mailing list di colleghi magistrati per spiegare che Giorgia Meloni “non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte“. Ma tutto ciò “rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto“, come invece avveniva per Silvio Berlusconi. È polemica per la mail invata da Marco Patarnello, sostituto procuratore della Cassazione, in una mailing list composta da esponenti di Magistratura democratica, la corrente progressista delle toghe.
La mail del magistrato – A pubblicare il testo del messaggio è stato il quotidiano Il Tempo, poi rilanciato dalla premier sui suoi canali social. “Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto“, ha scritto Paternello alle 18 e 32 di sabato 19 ottobre. Il riferimento, ovviamente, è all’attacco contro la magistratura compiuto da molti esponenti del governo Meloni dopo la decisione del tribunale di Roma di annullare il trasferimento dei 12 migranti in Albania.
Nella sua mail, il magistrato parte da questo elemento per poi sottolineare come “la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso a un’informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi“. Secondo Paternello “il pericolo per una magistratura e una giurisdizione davvero indipendente è altissimo”.
“Non dobbiamo fare opposizione politica” – Non è esatto, però, che il magistrato chieda di “porre rimedio” al potere di Meloni, come lascia ipotizzare il titolo dell’articolo: “Meloni più pericolosa di Berlusconi. Compatti per porre rimedio“. Paternello, infatti, si riferisce invece alla crisi di consenso della magistratura “molto più divisa e debole rispetto” all’epoca di Berlusconi, e praticamente “isolata nella società”. A questo, prosegue la toga, “dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura”. Il sostituto pg della Cassazione sottolinea: “Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza. Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente. Senza timidezze”. Insomma: il magistrato ci tiene a negare qualsiasi valore politico del suo messaggio. E infatti Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm, parla di “maliziose interpretazioni“.
L’assalto della destra, Anm: “Attacchi senza precedenti” – Ovviamente, però, la mail pubblicata da Il Tempo ha provocato roventi polemiche. Vari esponenti di Fdi hanno rilasciato dichiarazioni contro il magistrato autore della mail: il capogruppo alla Camera Tommaso Foti sostiene che sia stata confermata la “propensione di una parte della magistratura ad invadere il campo della politica”, quello al Senato Lucio Malan parla di mail “allarmante”. La capogruppo in Commissione Giustizia a Montecitorio, Carolina Varchi parla invece di “toghe rosse” che si “schierano apertamente contro Meloni”.
La replica dell’Anm – Un assalto al quale replica il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Giuseppe Santalucia: “Nessun magistrato né l’Associazione nazionale magistrati ha mai detto di voler porre rimedio all’azione del presidente del Consiglio. Non cerchiamo alcuna contrapposizione con l’esecutivo, ma viviamo una grande preoccupazione per gli attacchi rivolti ad alcuni uffici giudiziari per il semplice fatto di aver deciso secondo legge e diritto”, dice il leader del sindacato delle toghe. “I magistrati italiani intendono soltanto poter onorare, nel quotidiano esercizio delle loro delicate funzioni, il mandato costituzionale di effettiva garanzia dei diritti delle persone – continua – Rispetto alla mail di un collega diffusa dagli organi di stampa è opportuno sottolineare che quel messaggio poneva in evidenza la necessità di porre rimedio alle sole divisioni interne per difendere le prerogative della magistratura e della stessa giurisdizione”. E ancora, aggiunge Santalucia “indulgere in altre maliziose interpretazioni non contribuisce al rasserenamento del clima istituzionale”.