di Stati Generali contro l’iperturismo

È la città che deve adeguarsi ai turisti o i turisti alla città? Attorno a questo interrogativo si sono svolti a Roma, il 17 ottobre, gli “Stati Generali contro l’Iperturismo”, con la presenza di cittadini e iscritti ad associazioni impegnate nel salvaguardare la qualità di vita degli abitanti di Roma.

Il Professore Filippo Celata ha aperto i lavori inquadrando l’eccesso di turismo nelle sue varie declinazioni, segnalando un fenomeno che ha ancora delle potenzialità di crescita enormi e molto impattanti se non gestite. Un esempio di buone pratiche è stato portato da Silvia Stancanelli, che ha parlato di Siena. Il Comune ha coinvolto operatori e cittadini per trovare forme nuove ed equilibrate di turismo diffuso nei luoghi e nei tempi, per evitare il grande pericolo delle città d’arte: la concentrazione. Antonia Tomassini (Roma Ricerca Roma/Motus) ha evidenziato la distorsione del modello di città che l’ipertrofia del turismo può provocare. Natale Di Cola (Segretario Cgil Roma e Lazio) ha denunciato le enormi sacche di lavoro irregolare, precario e malpagato, spesso ripiego per sopravvivere a una disoccupazione endemica.

Maria Luisa Mirabile (GRoRAB/Gruppo Romano Regolamentazione Affitti Brevi) ha sviluppato il tema degli affitti brevi a Roma. Dopo aver illustrato i numerosi fattori di criticità che dal Centro storico si espandono e ripercuotono ormai sulla città contribuendo alla drammatica crisi dell’intero mercato immobiliare, ha tratteggiato il percorso che – a partire dall’imminente modifica del Piano regolatore – renderebbe possibile in pochi passaggi e tempi brevi la regolamentazione del settore anche in assenza di una normativa nazionale. Concetto ripreso da Giancarlo Storto (Carteinregola). “Tutte le norme su questo tema – ha precisato – riconoscono la competenza dei Comuni di dotarsi di norme più restrittive nella regolazione dei cambi di destinazioni d’uso, da abitazione a ospitalità turistica”.

Ma il problema della proliferazione dei B&B non riguarda solo le zone centrali. Lo ha ricordato Sara Fiordaliso, che con Nonna Roma sta monitorando quartieri periferici, dove la diffusione di affitti brevi ha sconvolto i canoni e i prezzi delle case, ormai inaccessibili per i residenti. Analisi arricchita da Sarah Gainsforth, giornalista e autrice del libro ”Oltre il turismo”. ”Sono sempre più – ha detto – gli acquisti immobiliari senza l’accensione del mutuo e da parte di grandi gruppi immobiliari esteri. Un chiaro indicatore di investimento speculativo, perché la rendita turistica degli affitti brevi a Roma è ritenuta un ottimo investimento a livello globale”.

L’iperturismo incide anche sul trasporto pubblico. Ugo Quinzi (Tutela Utenti Trasporto Pubblico) ritiene che mentre il turismo a Roma è cresciuto in termini esponenziali, gli investimenti nel trasporto pubblico sono stati sempre in sofferenza, nonostante le ultime iniziative di ammodernamento. In più, la situazione è complicata dall’invasione dei bus turistici, come ha evidenziato Paolo Gelsomini (Carteinregola/Motus). “Occorre che la loro presenza – ha precisato – sia preclusa oltre che al centro come già avviene, anche nella zona semicentrale, con parcheggi di scambio attrezzati all’ingresso della città, come nel Giubileo del 2000”.

Roberto Tomassi (Rete di Associazioni per una Città Vivibile) ha posto l’accento sullo spazio pubblico occupato da tavolini e dehors. “Quello che era un provvedimento provvisorio dettato dal Covid – ha detto – si è trasformato in una pretesa permanente. Inoltre, il Comune svende i suoi preziosi spazi urbani per canoni irrisori. La mancanza di controlli ha potenziato l’abusivismo. Occorre riprendere in mano la situazione o sarà sempre peggio”.

Anche da Fiumicino hanno portato il loro grido d’allarme la rete di Associazioni ”Tavoli del Porto” per contrastare il progetto faraonico del primo attracco privato per grandi navi. “C’è già il porto di Civitavecchia, non ne serve un altro. Che poi impatterebbe in modo drammatico su tutti gli equilibri di contesto”.

Il noto divulgatore scientifico Mario Tozzi è intervenuto sulla interdipendenza dei fattori inquinanti della città. “Troppe costruzioni – ha detto – finiscono per creare un eccesso di offerta che incontra più facilmente la domanda di nuovi alloggi per affitti brevi. Troppe auto private impediscono una mobilità sostenibile per residenti e turisti. Occorre superare la cultura di un turismo da selfie, per affermare regole di fruizione più compatibili con la bellezza dei luoghi. C’è chi pensa che dopo un giro sui bus a due piani abbia visto Roma, ma questo non è vero, né è educativo”. Anna Maria Bianchi ha concluso l’incontro, sottolineando che nessuno è contro il turismo. “Anzi, se fatto in modo responsabile arricchisce la mente. Ma la città non è una merce da mettere a reddito. E non è giusto privilegiare il danaroso turismo d’élite, a scapito di quello più popolare, ma entrambi i flussi devono essere gestiti in modo sostenibile”.

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