Quello che è assolutamente abnorme non è la decisione del Tribunale di Roma, ma il modo di parlare e di commentare questa vicenda nelle parole del ministro Nordio, della premier Meloni, della seconda carica dello Stato La Russa, di Salvini. È abnorme, perché non esiste in Costituzione l’idea che la magistratura debba decidere operare in accordo con le direttive o con le linee politiche di chi governa”. Sono le parole pronunciate a L’aria che tira (La7) dall’ex procuratore di Torino Armando Spataro sul Consiglio dei ministri convocato oggi alle 18.00 da Giorgia Meloni per studiare un decreto legge che rilanci il modello Albania in barba alla decisione dei giudici di Roma.

Questo non è uno scontro tra governo e magistrati – puntualizza Spataro – ma un’aggressione da parte del potere politico alla magistratura. Io non ho conosciuto molto Nordio come pm, ma so per certo che come ministro della Giustizia, per quanto mi riguarda, è quello che mi preoccupa di più, perché abbiamo a che fare con una legislazione in tema di giustizia che non si è mai vista. C’è una bulimia di interventi, oltre ai provvedimenti inaccettabili in tema di immigrazione, con una vera e propria marginalizzazione di persone di cui sappiamo soltanto il numero e la provenienza, di cui non conosciamo la vita, le condizioni in cui vivevano. E oggi, a fronte di un altro problema, ecco che spunta un altro decreto legge. Questo è un modo inaccettabile di legiferare in democrazia“.

Il magistrato ha poi un duro scontro con la deputata di Fratelli d’Italia, Sara Kelany, mentre il parlamentare di Forza Italia, Giorgio Mulè, si limita a borbottare e a fare smorfie di dissenso. Spataro è tranchant: “È assolutamente incompatibile con la Costituzione italiana e con i principi della democrazia che si affermi di voler varare un decreto o un provvedimento per ovviare all’abnormità di una sentenza. Ma voi non ce l’avevate coi pm? – chiede provocatoriamente a Mulè e a Kelany – Prima c’era il partito dei pm, adesso c’è anche il partito dei giudici? E allora a che diavolo serve l’impostura della separazione delle carriere?“.

E aggiunge: “Tutti magistrati sono soggetti soltanto alla legge. Quindi, devono essere totalmente indifferenti agli orientamenti politici. E devono, non possono, ma devono interpretare la legge, altro quello che dicono La Russa e altri: devono interpretarla, è un principio storico che la Corte Costituzionale ha mille volte confermato”.
Spataro conclude: “Io sono preoccupato perché non ho mai visto un clima politico come questo, in cui le riforme della giustizia servono soltanto a marginalizzare e a sottomettere l’indipendenza della magistratura“.

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