“Ma che grande c*****a è? Io ho giocato a Cagliari, conosco tutti gli ultras, ci sono in contatto, quando ero lì andavo a bere insieme a loro. Questo, il commento di Radja Nainggolan relativo all’inchiesta sui capi ultras dell’Inter e sui contatti tra i calciatori e i componenti della curva nerazzurra per i quali la Procura di Milano sta indagando e approfondendo nelle ultime settimane (tra questi, Hakan Calhanoglu). Intervistato a La Gazzetta dello Sport, il belga – che nel corso della sua carriera italiana ha anche vestito la maglia dell’Inter – ha poi aggiunto: “Mi pare ipocrisia: qual è il problema? Chi ha rispetto nei miei confronti, merita il mio rispetto: questo è il mio parametro. Che siano tifosi o altro, non mi interessa”.
De Rossi e la scelta dei Friedkin
Non solo Inter. Nainggolan ha giocato per quattro anni alla Roma: tra i tanti, ha condiviso lo spogliatoio anche con Daniele De Rossi, esonerato poche settimane fa proprio dalla società giallorossa. Questo, il pensiero del centrocampista: “È stata una follia mandarlo via. Aveva fatto meglio di Mourinho, giovane, innamorato e conoscitore dell’ambiente, l’hanno cacciato senza dargli tempo di inserire tanti giocatori nuovi. E non lo meritava neppure come uomo. Per motivi calcistici? Cavolate, ci sarà altro. Non so, penso alla questione Zalewski: lui disse che non era stata una scelta sua metterlo fuori rosa. Tanti altri al posto di Daniele avrebbero detto il contrario su imposizione della società. È rimasto se stesso, di questo sia orgoglioso”. Poi, arriva l’attacco ai proprietari Dan e Ryan Friedkin: “Ma sono imprenditori, cosa capiscono di calcio? Non credo tanto. Vengono, vogliono fare soldi, comprano ragazzi, spendono ma non bene. Dentro il mondo del calcio si sta con competenza e passione. Se pensi solo al business…”.