La Moldavia ha scelto l’Europa. Il risultato è stato meno netto di quanto ipotizzato alla vigilia a causa, secondo le istituzioni nazionali ed europee, di un tentativo di ingerenza da parte della Russia, ma il referendum sull’adesione all’Unione europea è passato col 50,3% delle preferenze contro il 49,7% dei ‘no’. La consultazione popolare, come detto, non è stata però immune dalle polemiche e dallo scontro politico, tanto che il portavoce per la Politica Estera della Commissione Ue, Peter Stano, ha parlato di “interferenze senza precedenti” da parte della Russia.
Anche la presidente Maia Sandu, che aveva denunciato un “attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese”, ha puntato il dito contro “i banditi che vogliono il potere”: “Abbiamo combattuto lealmente e abbiamo vinto lealmente – ha commentato a risultato acquisito – Quello che è successo ieri, ma anche negli ultimi anni, è un attacco alla democrazia. I banditi che vogliono tornare al potere ad ogni costo volevano usare la democrazia come una debolezza”. La capa dello Stato si è rivolta ai suoi cittadini, in vista del prossimo voto per le Presidenziali, dicendo loro: “Avete deciso che la Moldavia deve muoversi verso la pace e la prosperità. Tutti i voti sono importanti. La frase ‘ogni voto conta‘ non è una parola vuota. La diaspora ha dimostrato di rimanere legata al Paese. Siamo una famiglia”.
Sandu motiva le sue accuse nei confronti della Russia denunciando una compravendita di voti: “Il loro obiettivo di comprare 30mila voti e 150mila persone pagate per votare dimostra che dobbiamo guardare attentamente a cosa è andato storto e imparare da questo miserabile attacco alla nostra sovranità. Sfortunatamente il sistema giudiziario non è stato in grado di fare abbastanza per combattere la corruzione elettorale. Ma ora l’unico modo per difendere la nostra democrazia è votare. Solo votando possiamo evitare un disastro. Volevamo un risultato ancora più netto nel referendum e sarebbe stato molto più alto se il maltempo non avesse cercato di bloccarci la strada. Ma la Moldavia ha vinto una battaglia ingiusta”.
Dura la risposta che arriva da Mosca, con la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che parla di una campagna condotta dalle autorità “con metodi antidemocratici e totalitari“: “Incapace di competere ad armi pari con gli avversari politici, la leadership moldava ha ampiamente utilizzato le risorse amministrative e ha attuato repressioni contro i politici dell’opposizione e i media indipendenti, in un contesto di palese ingerenza occidentale nel processo elettorale”.
Il voto non è vincolante per l’adesione della Moldavia all’Ue. La Commissione elettorale pur registrando diversi incidenti ha dichiarato valida la consultazione che ha visto un’affluenza piuttosto alta. Nella giornata elettorale le autorità elettorali moldave hanno segnalato grande affluenza nei seggi di Francia, Italia, Turchia, Romania, Belgio o Russia. In Romania, in particolare, a metà giornata si registravano lunghissime code al di fuori dei seggi allestiti a Bucarest. La polizia moldava ha denunciato però alcune gravi violazioni del processo elettorale, segnalando in particolare 34 episodi come schede fotografate, danneggiate, voti comprati, manifestazioni non autorizzate, o il trasporto organizzato degli elettori, e persino casi di teppismo.
Sempre in queste ore, i cittadini del paese sono chiamati alle urne per le presidenziali. La presidente in carica, Maia Sandu, ha ottenuto il 41,89% dei voti. Il candidato del Partito socialista Alexander Stoianoglo ha votato per il 26,36% degli elettori. Al terzo posto c’è il leader del Nostro Partito, Renato Usatii, con il 13,74%. Segue Irina Vlah (5,46%), Victoria Furtune (4,52%), Vasiliy Tarlev (3,23%) e Ion Chicu (2,08%). I restanti candidati: Octavian Ticu, Andrei Nastase, Natalia Morari e Tudor Ulyanovski hanno ricevuto meno dell’1% dei voti.
Mondo
La Moldavia ha scelto l’Europa: passa il referendum per l’adesione all’Ue, ma solo col 50,3% delle preferenze
La Moldavia ha scelto l’Europa. Il risultato è stato meno netto di quanto ipotizzato alla vigilia a causa, secondo le istituzioni nazionali ed europee, di un tentativo di ingerenza da parte della Russia, ma il referendum sull’adesione all’Unione europea è passato col 50,3% delle preferenze contro il 49,7% dei ‘no’. La consultazione popolare, come detto, non è stata però immune dalle polemiche e dallo scontro politico, tanto che il portavoce per la Politica Estera della Commissione Ue, Peter Stano, ha parlato di “interferenze senza precedenti” da parte della Russia.
Anche la presidente Maia Sandu, che aveva denunciato un “attacco senza precedenti alla libertà e alla democrazia del nostro Paese”, ha puntato il dito contro “i banditi che vogliono il potere”: “Abbiamo combattuto lealmente e abbiamo vinto lealmente – ha commentato a risultato acquisito – Quello che è successo ieri, ma anche negli ultimi anni, è un attacco alla democrazia. I banditi che vogliono tornare al potere ad ogni costo volevano usare la democrazia come una debolezza”. La capa dello Stato si è rivolta ai suoi cittadini, in vista del prossimo voto per le Presidenziali, dicendo loro: “Avete deciso che la Moldavia deve muoversi verso la pace e la prosperità. Tutti i voti sono importanti. La frase ‘ogni voto conta‘ non è una parola vuota. La diaspora ha dimostrato di rimanere legata al Paese. Siamo una famiglia”.
Sandu motiva le sue accuse nei confronti della Russia denunciando una compravendita di voti: “Il loro obiettivo di comprare 30mila voti e 150mila persone pagate per votare dimostra che dobbiamo guardare attentamente a cosa è andato storto e imparare da questo miserabile attacco alla nostra sovranità. Sfortunatamente il sistema giudiziario non è stato in grado di fare abbastanza per combattere la corruzione elettorale. Ma ora l’unico modo per difendere la nostra democrazia è votare. Solo votando possiamo evitare un disastro. Volevamo un risultato ancora più netto nel referendum e sarebbe stato molto più alto se il maltempo non avesse cercato di bloccarci la strada. Ma la Moldavia ha vinto una battaglia ingiusta”.
Dura la risposta che arriva da Mosca, con la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, che parla di una campagna condotta dalle autorità “con metodi antidemocratici e totalitari“: “Incapace di competere ad armi pari con gli avversari politici, la leadership moldava ha ampiamente utilizzato le risorse amministrative e ha attuato repressioni contro i politici dell’opposizione e i media indipendenti, in un contesto di palese ingerenza occidentale nel processo elettorale”.
Il voto non è vincolante per l’adesione della Moldavia all’Ue. La Commissione elettorale pur registrando diversi incidenti ha dichiarato valida la consultazione che ha visto un’affluenza piuttosto alta. Nella giornata elettorale le autorità elettorali moldave hanno segnalato grande affluenza nei seggi di Francia, Italia, Turchia, Romania, Belgio o Russia. In Romania, in particolare, a metà giornata si registravano lunghissime code al di fuori dei seggi allestiti a Bucarest. La polizia moldava ha denunciato però alcune gravi violazioni del processo elettorale, segnalando in particolare 34 episodi come schede fotografate, danneggiate, voti comprati, manifestazioni non autorizzate, o il trasporto organizzato degli elettori, e persino casi di teppismo.
Sempre in queste ore, i cittadini del paese sono chiamati alle urne per le presidenziali. La presidente in carica, Maia Sandu, ha ottenuto il 41,89% dei voti. Il candidato del Partito socialista Alexander Stoianoglo ha votato per il 26,36% degli elettori. Al terzo posto c’è il leader del Nostro Partito, Renato Usatii, con il 13,74%. Segue Irina Vlah (5,46%), Victoria Furtune (4,52%), Vasiliy Tarlev (3,23%) e Ion Chicu (2,08%). I restanti candidati: Octavian Ticu, Andrei Nastase, Natalia Morari e Tudor Ulyanovski hanno ricevuto meno dell’1% dei voti.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "L’Unione Europea si trova a un bivio: o si presenta unita o rischia la marginalità politica. La guerra in Ucraina, e l’attuale voltafaccia americano, hanno reso evidente l’urgenza di una politica di difesa comune che non può essere frenata dagli interessi delle singole nazioni". Così l'eurodeputato Pd, Pierfrancesco Maran. "Una Difesa progressivamente comune perché, agendo come 27 eserciti nazionali, rischiamo l’impotenza".
"Oggi è necessario un passaggio di fase che aumenti gli investimenti volti a garantire una deterrenza da nuova aggressioni russe dopo il disimpegno americano ma anche a rendere più omogenea la difesa europea, con forniture simili, riducendo le duplicazioni di spese tra paesi e le inefficienze. L’Unione Europea deve dotarsi di una propria architettura di sicurezza, capace di garantire responsività e affermarsi come attore decisivo nello scenario internazionale".
"L’iniziativa della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, al di là del nome infelice 'RearmEU', è un primo passo in questa direzione. Va tuttavia integrata e sviluppata identificando con chiarezza quali sono le linee di spesa utilizzate, in che modo questo aiuto può supportare immediatamente l’Ucraina, come si intende sostenere una crescente produzione industriale europea nell’ottica di arrivare ad una vera interoperabilità e difesa comune".
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Penso che sia l’ennesimo episodio di antisemitismo che vuole legare la guerra in Medio oriente all’insulto alla memoria della Shoah. È terribile". Lo dice all'Adnkronos il segretario di Sinistra per Israele Emanuele Fiano a proposito del ritrovamento nel cantiere del museo della Shoah a Roma di escrementi, una testa di maiale e scritte che ricordano i morti a Gaza oltre ad alcuni volantini pro Palestina sono. Sull'episodio indaga la Digos.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "La sinistra". Lo scrive su Twitter il senatore del Pd Filippo Sensi rilanciando un post di Pedro Sanchez in cui, a margine del Consiglio europeo straordinario, il premier spagnolo tra l'altro dice: "Oggi dobbiamo mandare un messaggio chiaro ai cittadini: l’Europa è molto più potente di quanto pensiamo. Nessuno minaccerà la nostra pace, la nostra sicurezza o la nostra prosperità".