Ospite nel salotto di Silvia Toffanin, l'attrice ha espresso la sua opinione sull'ex compagno, accusato di stalking e diffamazione ai danni della cantante Angelica Schiatti
Asia Argento rompe il silenzio. Ospite di Silvia Toffanin, a Verissimo, l’attrice ha espresso la sua opinione sul processo, ancora in corso, che vede coinvolto il suo ex compagno, e padre della loro figlia, Morgan, accusato di stalking e diffamazione ai danni della ex fidanzata Angelica Schiatti. “Non ho assistito – spiega subito Argento -. Mi ricordo che era ossessionato da questa ragazza. Nei messaggi mi aveva parlato di lei. Se ha commesso quello che si dice, pagherà”.
La speranza, però, è che Morgan “torni ad essere Marco – spiega l’attrice a Toffanin -. Ha gravi problemi di dipendenza, le trasmissioni che lo hanno tenuto a galla non gli hanno fatto un favore. Toccare il fondo, per me, è stato come un regalo della vita. Perché ho dovuto rialzarmi e prendere quello che rimaneva di me”.
Argento, poi, aggiunge anche: “Marco è preda del suo ego e non si riesce a staccare da questa cosa. Questo gli impedisce di essere un artista migliore, un padre migliore, un essere umano migliore. Se non tocchi il fondo non cerchi un modo per salvarti”.
La figlia del celebre regista Dario Argento, ricorda, quindi, i momenti del passato con Morgan, il cui rapporto si è deteriorato nel tempo e che ormai è finito da anni. “Eravamo giovani, pazzi e innamorati, con tanti sogni, idee e amore. Marco è un’altra cosa rispetto a quello che è diventato: ha creato un alter ego, una maschera, forse per proteggersi da un mondo come quello dello spettacolo. Ha creato Morgan ispirandosi a dei modelli sbagliati. Il problema della maschera è che finisce per mangiarsi ciò che di puro c’è. Marco non è così, oggi forse lo è”.
Argento, poi, si sposta sul rapporto tra Morgan e la loro figlia, Anna Lou Castoldi, che quando “era piccola, lui non c’era, ha mancato tanti appuntamenti della sua vita con la scusa che ci eravamo lasciati. Ho dovuto giustificare per decenni questa assenza e non mi va più di fare questo gioco”.
Sul rapporto con l’alcool, poi, la regista ha ribadito: “Sono tre anni e quattro mesi da quando sono uscita dalla dipendenza. Ogni giorno è un miracolo. Io sono grata di essere qui, sobria, in salute. Non sono una persona positiva, tendo al pensiero negativo. La tentazione di tornare a bere? Non ho la compulsione, ma mi capita di vedere persone che bevono e li osservo. Bevevo non per gusto, ma per combattere il disagio sociale. Mi capita ogni tanto di cadere in altri difetti della mia personalità, l’alcol mi ottenebrava, ma era solo un rimandare la verità. E la verità fa male”, conclude.