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Salvini: “Il giudice della mail su Meloni? Non può restare al suo posto”. Anm: “Messaggio strumentalizzato, va letto per intero”

Il magistrato Marco Patarnello “non dovrebbe più essere al suo posto, molto banalmente”. È un attacco frontale quello lanciato da Matteo Salvini nei confronti del sostituto procuratore generale della Cassazione, autore di un messaggio nella chat dell’Anm in cui cita la presidente del consiglio. Meloni “non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte“, ma tutto ciò “rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto” è uno stralcio della mail di Patarnello, già rilanciata dalla premier sui social tra roventi polemiche. “Ci sono più di 9mila magistrati in Italia e la stragrande maggioranza fa liberamente e positivamente il loro lavoro. Se c’è qualcuno che ha preso il Tribunale per un centro sociale e per un luogo di vendetta politica ha sbagliato mestiere, molto semplicemente”, ha rincarato la dose il leader della Lega. “Se qualcuno vede il nemico nel sindaco, nel governatore, nel ministro, è un problema – aggiunge Salvini – Diciamo che se la mail fosse vera, sarebbe di una gravità inaudita e comporterebbe l’immediato licenziamento”.

Conte: “Meloni mente” – In realtà, però, la mail del magistrato è stata rilanciata dai giornali (a pubblicarla per primo è stato Il Tempo) e dalla premier in modo difforme rispetto al suo reale contenuto. E infatti Giuseppe Conte attacca Meloni: “La Presidente del Consiglio non può continuare a mentire a ripetizione, spudoratamente, manipolando la realtà e lavorando per nascondere i fatti su cui i cittadini poi possono farsi un’idea. Non può avvalersi dei mezzi comunicativi che spettano a un Premier per far passare una propaganda che degrada i cittadini a un popolo di docili creduloni”, scrive su Facebook il leader di M5s. “Meloni – aggiunge Conte – pubblica un passaggio di una mail di un magistrato da cui sembra che il giudice voglia attaccarla perché è forte. Poi leggi tutta la mail e scopri che Meloni ha nascosto ai cittadini tutti i passaggi più importanti, quelli che fanno a pezzi il suo racconto. Già, perché il magistrato scrive: non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini a un giudice indipendente”.

L’Anm: “Leggere per intero la mail” – Lo stesso concetto spiegato da Giuseppe Santalucia ad Agorà su Rai3: “Se si legge per intero quella mail – spiega il presidente dell’Associazione nazionale magistrati – si capisce che non può essere strumentalizzata: dice chiaramente quel collega che la magistratura non deve fare opposizione politica e che bisogna porre rimedio non al presidente Meloni ma alle divisioni interne all’associazionismo. Questi sono i due passaggi che vengono letti al di fuori del contesto in cui sono scritti ed enfatizzati per dire che c’è una parte della magistratura che va contro il governo”.

La mail integrale – Per rendere evidente la manipolazione Magistratura democratica, la corrente progressista delle toghe, ha pubblicato la mail integrale di Patarnello: “Indubbiamente l’attacco alla giurisdizione non è mai stato così forte, forse neppure ai tempi di Berlusconi. In ogni caso oggi è un attacco molto più pericoloso e insidioso per molte ragioni. Innanzitutto perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte. E rende anche molto più pericolosa la sua azione, avendo come obiettivo la riscrittura dell’intera giurisdizione e non semplicemente un salvacondotto”, ha scritto il magistrato nella mailing list dell’Anm. “In secondo luogo perché la magistratura – proseguiva la mail di Patarnello – è molto più divisa e debole rispetto ad allora. E isolata nella società. A questo dobbiamo assolutamente porre rimedio. Possiamo e dobbiamo farlo. Quanto meno dobbiamo provarci. Sull’isolamento sociale non abbiamo il controllo ma sul tema della compattezza interna possiamo averlo. Non è accettabile chinare le spalle ora o che qualcuno si ritagli uno spazio politico ai danni dell’intera magistratura”. E poi continuava: “In terzo luogo la compattezza e omogeneità di questa maggioranza è molto maggiore che nel passato- rilevava Patarnello poi – e la forza politica che può esprimere è enorme e può davvero mettere in discussione un assetto costituzionale ribaltando principi cardine che consideravamo intangibili. Come corollario di questa condizione politica, anche l’accesso ad un’informazione decente è ancora più difficile dell’era di Berlusconi. Quindi il pericolo per una magistratura ed una giurisdizione davvero indipendente è altissimo. Dobbiamo essere uniti e parlare con chiarezza”. Quindi Patarnello specificava: “Non dobbiamo fare opposizione politica ma dobbiamo difendere la giurisdizione e il diritto dei cittadini ad un giudice indipendente. Senza timidezze. Dobbiamo pretendere che il Csm apra un dibattito al proprio interno e deliberi una reazione chiara e netta. Che anche l’Anm mostri il proprio approccio unitario e fermo. Ieri ho sentito un buon Santalucia, pacato ma piuttosto chiaro. Vorrei che si sentisse chiaramente che rappresenta tutta la magistratura”.